I vescovi criticano i partiti «Troppe liti e pochi fatti» di Marco Tosatti

I vescovi criticano i partiti «Troppe liti e pochi fatti» Bacchettati soprattutto i politici cattolici I vescovi criticano i partiti «Troppe liti e pochi fatti» Monsignor Antonelli: dialogo con tutti ma a nessuno il nostro imprimatur CITTA' DEL VATICANO. Partiti, litigate troppo, e fate troppo poco: il giudizio della Chiesa sulla situazione politica italiana non è tenero, e non risparmia nemmeno frammenti e spezzoni di quella che era una volta l'unità politica dei cattolici italiani. Il «Consiglio permanente» della Conferenza Episcopale Italiana si è riunito la settimana scorsa. Dai tempi dello «strappo» con Marini era la prima riunione del vertice della Cei. Mons. Antonelli ha minimizzato: «Si è trattato di una discussione anche vivace sui punti che a noi stanno a cuore come quelli della difesa della famiglia e della vita ma da parte nostra non c'è stato certo alcuno strappo. Non c'è stato alcuno strappo - ha precisato - e mi pare che, anche sul merito dei problemi e della difesa di quei valori legati alla centralità della famiglia e della vita umana, il Ppi sia d'accordo». Ma i vescovi sono comunque in tensione, a causa dell'atmosfera politica che si respira nel Paese. «Si è però parlato con preoccupazione - ha ammesso il Segretario della Cei - dell'elevato tasso di litigiosità tra le diverse forze e componenti politiche, sociali e istituzionali. E' sempre più urgente invece concentrarsi sui problemi della gente, con una politica di concretezza e non di giochi di potere». E ha aggiunto un rimprovero «trasversale»: «I cattolici dovrebbero essere i primi a dare un esempio costruttivo». Da quando la De è tramontata però la Chiesa italiana ha scelto di non fornire più indicazioni politiche che possano identificare uno schieramento o un partito. E non è intenzionata, almeno per il momento, a modificare la sua linea di condotta. Dice mons. Antonelli: «La Chiesa non si schiera con alcuna forza politica né di governo né di opposizione. Ma dialoga con tut¬ ti, chiedendo ai cattolici che militano nei diversi schieramenti di impegnarsi in punti decisivi per i cattolici quali la tutela della vita, la libertà della scuola, la questione delle fasce deboli e del lavoro». Si tratta sostanzialmente della piattaforma espressa dal Papa nella sua recente visita a Chiavari e a Brescia. «Ci poniamo - è ancora mons Antonelli a parlare - in un atteggiamento di dialogo, di consiglio e di proposta verso tutti. Ma non vogliamo dare a nessuno il nostro imprimatur, anche se molti lo desidererebbero»; e ha sorriso. Sul «caso Giordano» il fronte dei vescovi è monolitico, almeno nelle dichiarazioni ufficiali. L'arcivescovo di Napoli ha partecipato ai lavori del Consiglio Permanente, e ha ricevuto «l'unanime solidarietà» dei suoi colleghi, che giudicano «inverosimile» l'accusa di usura, e pensano che «il cardinale uscirà nella sostanza riabilitato». La Chiesa temeva, e teme, un rimbalzo negativo del «caso Giordano» quando nella primavera prossima fedeli, e non, dovranno decidere a chi attribuire l'8 per mille. Mons. Antonelli ha detto che il rendiconto della diocesi di Napoli relativo ai fondi dell'8 per mille risulta «corretto e accurato». Per quanto riguarda gli altri fondi «non c'è ancora chiarezza né sulla consistenza né sulle responsabilità di eventuali irregolarità». La Cei non ha nessuna forma di controllo su questi soldi di totale repsonsabilità dei vescovo: «E' chiaro che le risorse delle diocesi devono essere tenute distinte dalla gestione personale. Siamo fiduciosi che, anche su ciò, ci sarà la chiarezza». Molti presuli hanno manifestato «preoccupazione» per le «violazioni del segreto istruttorio» e per «l'eccessiva spettacolarizzazione dell'inchiesta». Marco Tosatti

Persone citate: Antonelli

Luoghi citati: Brescia, Chiavari, Citta' Del Vaticano, Napoli