Snia, Romiti si autoriduce
Snia, Romiti si autoriduce Snia, Romiti si autoriduce «Non intendo giocare con gli scalatori» MILANO. «Non intendo giocare con gli scalatori». Così Cesare Romiti, vice presidente della Snia, spiega ad un'agenzia la novità clamorosa: la Gemina, di cui Romiti è l'azionista di riferimento, ha ceduto sul mercato l'l% circa della società chimica, con una plusvalenza di 600 milioni circa. A questo punto, Gemina controlla poco meno del 2% di Snia. E Romiti precisa che «rimarrò nel consiglio di amministrazione fin tanto che permarranno le motivazioni e le situazioni che mi hanno indotto, pochi mesi fa, ad accettare tale ruolo». Il disimpegno, per ora solo parziale di Romiti dalla Snia, insomma, si spiega con l'arrivo in forze nella compagine azionaria di Luigi Giribaldi, il cliente numero uno della cordata messa assieme dalla filiale di Montecarlo della Banque du Gothard, che ormai vanta più del 10% del capitale della società e che ha fortemente compromesso il progetto della public company, così come era uscito dall'offerta pubblica di vendita promossa da Fiat e Mediobanca. «Premetto - ha detto Romiti - che questo intervento non vuole rappresentare una difesa di principio del concetto di public company. Tutti, però, penso mi riconoscano una coerenza di principi. La Fiat, sotto la mia presidenza, ha promosso tramite l'opv del giugno scorso la costituzione di una public company in quanto ritenuta la formula più idonea a favorire lo sviluppo della Snia». «Public company - ha aggiunto il presidente della Rcs - significa management indipendente, nel caso anche dal sottoscritto, che gestisce il proprio business per creare valore per tutti gli azionisti...». «L'attuale evoluzione dell'azionariato - aggiunge Romiti riferendosi, senza citarlo, a Giribaldi - va esattamente nel senso opposto. L'azionista che sta incrementando il proprio peso in modo così rumoroso conduce verso l'influenza di un singolo soggetto che non sembra possa portare alcun valore aggiunto alla società in termini di strategie e di business. Non sembra che alcun imprenditore di respiro (o che ama definirsi tale) possa celarsi dietro simili operazioni...». «Lo scopo ultimo di questo signore - chiude Romiti - come nelle precedenti esperienze, sembrerebbe essere puramente finanziario, con la speranza cioè di sollecitare una reazione analoga e contraria sul mercato da parte di alcuni attuali azionisti. L'unico risultato sarebbe la contraddizione dello spirito che ha portato all'opv». In conclusione, «mi sembra che la riduzione della partecipazione di Gemina significhi semplicemente che non c'è alcuna intenzione di mettersi a giocare con questo signore». Nessuna reazione ufficiale da Montecarlo, anche se ambienti vicini a Giribaldi scommettono che il disimpegno di Gemina non muterà i piani del gruppo radunato sotto le insegne della Banque du Gothard. La Gemina, comunque, intende percorrere altre vie. Quali? «La vera partecipazione strategica - spiega il presidente Gian Luigi Garrino - è quella in Hdp. Per il resto puntiamo a investimenti nelle piccole e medie imprese». La prima operazione potrebbe essere conclusa entro l'anno («ma non faccio promesse...» si schermisce Garrino), facendo leva sull'abbondante liquidità, circa 155 miliardi, nelle casse della finanziaria dopo gli investimenti, per circa 100 miliardi, in Hdp e Snia (dati precedenti a ieri). I conti dei primi sei mesi chiudono con un risultato netto di 9 miliardi contro i 2,4 di fine giugno '97, grazie alla sensibile riduzione delle spese di gestione e ai proventi delle operazioni finanziarie. In Snia, nello stesso periodo, il risultato consolidato è di 67,9 miliardi, il 18% in più di un anno prima. [u. b.l In alto a sinistra, Cesare Romiti Qui sopra, Luigi Giribaldi
Luoghi citati: Milano, Montecarlo
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