«Morto un pool se ne fa un altro»

«Morto un pool se ne fa un altro» candidarsi alla procura generale. «Gli siamo grati per il clima che ha saputo creare» «Morto un pool se ne fa un altro» Di Pietro: gli eredi ci sono già Solo una questione di volontà «Morto un pool se ne fa un altro...». Antonio Di Pietro non si stupisce della scelta di Francesco Saverio Borrelli. Né tantomeno si schiera con chi ritiene che l'addio del procuratore poggi una pietra tombale sull'esperienza di Mani Pulite. «E' un fatto di volontà - spiega - non di eredi. Questi ci sono già». Senatore Di Pietro, come valuta la decisione di Borrelli? «Era nell'ordine naturale delle cose. E anche nelle aspettative di Borrelli: una sua legittima aspirazione. Borrelli è un uomo che ha dato tanto alla magistratura, ed è giusto che oggi possa chiedere un incarico diverso». Molti sostengono che, con l'uscita di Borrelli, il pool di Milano è finito. E' d'accordo? «No. Morto un pool se ne fa un altro: ci sono tanti colleghi che possono continuare il lavoro. Gli eredi esistono, e le regole non sono cambiate. Occorre soltanto la volontà di andare avanti». Lei però se n'è andato da tempo. Borrelli ha definito il suo addio come «la più grande delusione» del suo mandato. Che cosa risponde? «Io mi sono impegnato in altri campi. E credo di aver fatto un lavoro che ha portato dei risul- tati. Le riforme istituzionali che si sono fatte sono quelle proposte da noi. E i soli che continuano a battersi per l'indipendenza della magistratura siamo noi del movimento Italia dei valori». Senatore, lei ha lavorato a lungo con Borrelli. In questo momento, sente di dovergli dire qualcosa? «Io penso che tutti quelli che hanno lavorato al suo fianco gli devono qualcosa. Anch'io: da lui ho imparato molto; e di questo non posso che essergli grato», [r. i.] «La più grande delusione? Antonio Di Pietro Per la sua decisione di lasciare la magistratura in quella maniera» li senatore Antonio Di Pietro che è stato per anni pubblico ministero nel pool di Mani Pulite Nella foto grande il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli fa un altro»i sono già di volontà riforme istituzionali ono fatte sono quelle e da noi. E e continuaattersi per ndenza agistratura noi del moo Italia dei tore, lei avorato a o con Bor In questo mento, sen dovergli dire qualconso che tutti quelli che lavorato al suo fianco gli qualcosa. Anch'io: da mparato molto; e di quen posso che essergli gra [r. i.] La D'Ama

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