UNA STAGIONE FINITA di Edmondo Berselli

UNA STAGIONE FINITA UNA STAGIONE FINITA M ALGRADO rutto. Francesco Saverio Borrelli non è mai stato un simbolo. Troppo intellettuale, borghese, sofisticato: il simbolo autentico di Mani pulire era il «plebeo» Di Pierro. Borrelli non ha mai lanciato proclami sulla diffusione di Mani pulire nel mondo: si direbbe piuttosto che abbia trattato le indagini su Tangentopoli come un esercizio di razionalità organizzativa. A suo tempo non ha mancato di spedire avvertimenti al mondo della politica, invitando chi aveva «-scheletri nell'armadio" a tarsi da parte. Ma sarebbe sommano attribuirgli un'etichetta giustizialista. Dal giorno dell'arresto di \ Mario Chiesa, il 17 febbraio | 1992. a oggi, d freddo, razio- j naie, illuminista Borrelli ha attraversato un'altalena sconvol- ; gente: era il capo di una struttura investigativa divenuta popolarissima perché i suoi uomini avevano messo allo scoperto Tangentopoli; poi, in seguito ad una guerra via via più rovente con Berlusconi e il Polo, è divenuto la «toga rossa», l'esempio più scandaloso dell'uso politico della giustizia. In questi anni in realtà Borrelli ha convissuto non solo con l'aspro conflitto politico innescato dalle inchieste e dai processi, ma anche con un impulso, un orientamento, una tentazione coessenziale con Mani pulite, che ha serpeggiato per tutti questi sei anni e che non è mai giunta a compimento: la tentazione (sommata alla percezione della necessità) di dare una sistemazione a ciò che l'inchiesta di Milano aveva aperto. Edmondo Berselli CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

Persone citate: Berlusconi, Borrelli, Di Pierro, Francesco Saverio Borrelli, Mario Chiesa

Luoghi citati: Milano