«Ritiriamo le truppe»

«Ritiriamo le truppe» «Ritiriamo le truppe» Belgrado: insurrezione stroncata ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «L'insurrezione nel Kosovo è stata stroncata. Le forze dell'ordine hanno vinto la resistenza degli albanesi e terminato l'offensiva nella regione. Le unità della polizia speciale hanno avuto l'ordine di rientrare nelle caserme». Ad annunciare la fine dell'intervento armato nel Kosovo è stato ieri il primo ministro della Serbia, Mirko Marjanovic. Di fronte al Parlamento Marjanovic ha dichiarato che «le attività antiterroristiche» delle forze governative sono terminate, e ha aggiimto che verrà costituito un governo provvisorio del Kosovo che avrà il compito di riportare alla normalità la vita nella regione. Di fronte alle minacce di im raid della Nato, Belgrado avrebbe quindi deciso di adempiere a una delle principali richieste della comunità intemazionale, l'immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze serbe dal Kosovo. Ma quest'ennesima dichiarazione delle autorità jugoslave sulla fine dell'offensiva nel Kosovo è stata ancora una volta smentita dai fatti: le truppe serbe hanno continuato anche ieri ad attaccare i villaggi albanesi nei pressi di Urosevac. Le testimonianze dei giornalisti occidentali che hanno visitato la parte meridionale del Kosovo parlano di pesanti bombardamenti, al ritmo di venti detonazioni ogni quarto d'ora. Nel- la regione sono schierati i carri armati jugoslavi e l'artiglieria pesante che martellano senza tregua i paesi da cui scappano migliaia di civili albanesi. Fiamme e colonne di fumo s'innalzano nelle vicinanze di Suva Reka. E i comandanti militari sul terreno affermano di non sapere nulla dell'ordine di ritirare i loro uomini in caserma: «Continuiamo il nostro lavoro per distruggere le ultime sacche del terrorismo». Un alto funzionario dell'Alleanza Atlantica a Bruxelles ha replicato che «la Nato vuole azioni concrete e non solo parole», aggiungendo che «le promesse finora fatte da Milosevic non sono mai state mantenute». Il presidente jugoslavo starebbe cercando ancora una volta di guadagnare tempo. Due mesi fa aveva garantito alla Troika europea che i combattimenti nel Kosovo erano terminati, ma ha continuato la guerra contro gli albanesi. Adesso, di fronte al rischio crescente di un intervento militare Nato, fa annunciare ufficialmente la cessazione dell'offensiva. In realtà l'intensità delle battaglie nel Kosovo non diminuisce. Benché le truppe di Milosevic abbiano una decisa superiorità, i guerriglieri dell'Esercito di liberazione godono dell'appoggio della popolazione. Pur avendo ripreso il controllo di quasi tutto il territorio, le unità jugoslave sono state costrette ad abbandonare alcune località dove sono ritornati in forze i combattenti dell'Uck. Da parte loro i leader politici albanesi giudicano le nuove mosse di Belgrado «semplice propaganda» che non farà che peggiorare la situazione nella regione. «La Nato deve intervenire al più presto», dicono a Pristina. Ingrid Badurina Ma i generali non hanno avuto ordine di finire le operazioni

Persone citate: Ingrid Badurina, Marjanovic, Milosevic, Mirko Marjanovic, Reka