L'ANNO ZERO DEL CONI di Roberto Beccantini

L'ANNO ZERO DEL CONI L'ANNO ZERO DEL CONI omissioni della Federmedìci. Troppo comodo invocare le attenuanti generiche. Mai, nella storia d'Italia, il governo e la politica si erano sentiti così in diritto di trugurc, per decenza, e a furor di popolo, nelle viscere del Coni come è successo in questi avventurati giorni con il varo, e l'indagine, della commissione Grosso. Pescante non poteva non sapere: e, a ogni modo, doveva. Chi comanda non può sottrarsi a responsabilità oggettive che vanno al di là delle singole funzioni. Il trauma dell'epilogo riassume squallide lotte di palazzo, imbarazzanti collusioni, grottesche gestioni di uomini e mezzi. Il laboratorio dell'Acqua Acetosa è diventato una barzelletta. Nessuno può cantare vittoria, a cominciare dal calcio i cui prelievi fantasma costituiscono una volgare macchia sull'abito di tutto il sistema. Dimettendosi, e consegnando il proprio scalpo a Veltroni, Pescante evita il commissariamento. Restiamo dell'idea cheIo sport italiano, per quanto mal ridotto, non abbia bisogno di un ministero. La politica, e i politici, si accontentino di aver contribuito a tracciare una profonda linea di confine fra un vecchiume che ci ripugna e un nuovo che ci incuriosisce, tanto è stimolante e misterioso. Di sicuro, non saranno più accettabili metodi così dozzinali e vergognosi. In un Paese normale, con Pescante pagherebbero molti altri, visto che ormai e assodato che tutti fingevano di non sapere o, peggio ancora, di essere capitati lì per caso. L'aspetto più incredibile della vicenda è la scintilla che l'ha sprigionata. Un'intervista estiva di Zeman sugli abusi di farmaci nel calcio. Quello che sembrava un banale acquazzone si è trasformato, da un Guariniello all'altro, in un terrifi¬ cante uragano. Gli scandali, se interpretati e non distrattamente archiviati, spingono a fare pulizia: e il fare pulizia, a volte, aiuta a crescere. L'anno zero del Coni ci sia d'esempio. Si avverte l'esigenza di dirigenti all'altezza, merce sempre più rara. Il vuoto che lascia Pescante non è soltanto una poltrona. Sorvola le baruffe croniche con Carrara, e recenti con Pagnozzi, investe un modo serio, corretto e moderno di amministrare lo sport d'elite. Dall'interno, però: senza pressioni o vincoli politici. L'autonomia non va smontata, ma meritata. Senza guardare in faccia a nessun raccomandato e a nessuna pipì. Roberto Beccantini

Persone citate: Guariniello, Pagnozzi, Pescante, Veltroni, Zeman

Luoghi citati: Carrara, Italia