«La scissione? No, per ora solo liti»

«La scissione? No, per ora solo liti» Smentito il leader della corrente Alternativa sindacale: la politica fuori dal sindacato «La scissione? No, per ora solo liti» I comunisti della Cgil: neanche Fausto la vuole ROMA DALLA REDAZIONE Scissione fra i comunisti della Cgil? «Assolutamente no, nemmeno Fausto la vuole» precisa Ferruccio Danini, segretario del sindacato pensionati, leader della corrente dei comunisti nella confederazione di Corso Italia e ritenuto il «braccio sindacale» di Fausto Bertinotti. E così Danini replica all'ipotesi di una spaccatura profonda ventilata in una intervista al nostro giornale da Gian Paolo Patta, segretario confederale e «capo» di Alternativa sindacale, impegnato nella ricerca di una posizione equidistante tra Bertinotti e Armando Cossutta, ma nel sindacato molto più vicino a quest'ultimo. Scissione forse no, ma aspri litigi sì con parole grosse tra i comunisti della Cgil, sull'onda dello scontro durissimo in Rifondazione comunista tra il segretario e il presidente sulla posizione da assumere nei confronti della finanziaria '99 e delle ultime scelte del governo Prodi. Danini insiste. «Le cose che ho letto su un quotidiano - afferma - sono assurde. Considero gravissimo il fatto che si usi con tanta leggerezza una parola come scissione e che mi si attribuisca un progetto del genere. Sto nella Cgil da quando avevo 15 anni e non ho alcuna intenzione di fare scissioni, né oggi né mai. Senza contare che, comunque, né Bertinotti, né Cossutta ci hanno mai chiesto di fare una cosa del genere». Rifondazione, aggiunge, vuole essere un partito di massa e, dunque, ha tutto l'interesse ad essere presente in quello che è il maggiore sindacato italiano, non certo ad uscirI ne. Tanto più che tra pochis¬ simo si dovranno eleggere in tutti i luoghi di lavoro le rappresentanze sindacali in base alla nuova legge che di fatto sbarrerà la strada ai «sindacatini» e che stabilirà il rapporto di peso nelle organizzazioni sindacali attraverso un vaglio democratico. Insieme a Danini scende in campo contro Patta Augusto Rocchi, vicesegretario della Camera del lavoro di Milano, e come lui esponente dell'«area programmatica dei comunisti della Cgil» e bertinottiano-doc. «Patta - osserva - pratica una vecchia doppiezza, la stessa che lo ha portato ad inviare lettere riservate a direttori di giornali». Rilancia Danini: «E' il massimo della menzogna». E avanza il sospetto che tutta la storia possa essere una sorta di copertura per un'altra operazione politica portata avanti da Patta quale leader in Cgil di una corrente politica rivale di Alternativa sindacale. «Patta - spiega Danini - ha tradito la regola numero uno dell'autonomia tra sindacato e politica, manifestando l'intenzione di presentare al congresso di Re un proprio documento politico. Questo è un fatto molto grave, che nella Cgil non è mai accaduto e che mette in discussione l'autonomia. Ed è ancora più grave che, per coprirsi, si inventino e si attribuiscano ad altri progetti di scissione». Patta ribatte, secco: «Evidentemente Rocchi e Danini stanno cercando ulteriori elementi di rissa e di rottura, con il rischio di trasferire nella Cgil in maniera inopportuna lo scontro interno al partito». Nella polemica si inserisce, con note distensive e aggreganti, il segretario regionale della Cgil Lombardia Nicola Nicolosi, temendo contraccolpi negativi nel sindacato dello scontro all'interno di Rifondazione. «Occorre essere molto chiari - rileva - su argomenti che possono essere strumentalizzati, quali la scissione o la rottura della Cgil. Sono decisamente contrario a qualsiasi processo disgregante, perché ritengo che il movimento dei lavoratori sia più forte se la Cgil resta unita in un progetto di autonomia rispetto al quadro politico e di governo, rappresentando il pluralismo esistente come grande risorsa e valenza democratica». Il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati

Luoghi citati: Milano, Roma