Cossiga all'Udr: attenti o me ne vado di Enrico Singer

Cossiga all'Udr: attenti o me ne vado «Noi non siamo un partito azienda e io non sono un leader padrone: torno a studiare filosofìa» Cossiga all'Udr: attenti o me ne vado Divisi sul sì alla Finanziaria ROMA. «Se non avrò più il consenso unanime di chi mi ha designato, tornerò a studiare la filosofia della religione del mio diletto Newman. Così farò contente almeno due persone: l'onorevole Berlusconi e l'onorevole Veltroni. E non è cosa da poco». Francesco Cossiga non ha perso il sorriso e nemmeno il gusto per le battute taglienti. Ma ieri sera, a conclusione di una giornata di liti e di divisioni, ha preso atto che i parlamentari della sua Udr non sono tutti cosi compatti sulla linea da tenere nei confronti della Finanziaria del governo Prodi e ha lanciato una specie di ultimatum. «Il nostro, per fortuna, non è un partito-azienda e io non sono un leader-padrone, anche perché ho speso soltanto i pochi soldi della quota associativa. E se non si può ipotizzare oggi Forza Italia senza Berlusconi, si può benissimo ipotizzare l'Udì- senza di me». Sembrerebbe la minaccia di un abbandono. Proprio come già avvenne alla vigilia della nascita dell'Udr. Ma che cosa ha indispettito Cossiga fino a questo punto? Prima ci sono stati gli attacchi del Polo. ('Mercenari», «traditori», «generali senza esercito», «navigatori che hanno scelto come approdo l'Ulivo» sono le accuse partite da Forza Italia, da An e dal Ccd che Francesco Cossiga ha liquidato con un caustico «follia politica del cavaliere» e con repliche al vetriolo per tutti. Ma poi, quando già si avvicinava la sera, sono cominciate ad affiorare divergenze di opinioni anche all'interno dell'Udì- con voci di «fronda», con riunioni convocate d'urgenza ed anche con qualche esplicito «distinguo», come quello del senatore Maurizio Ronconi che ha già annunciato che lui questa Finanziaria non la voterà mai «per non tradire il mandato degli elettori». Ma andiamo per ordine. La faseuno è quella dello scontro con 0 Polo. E' mattina quando Francesco Cossiga, dopo avere letto i quotidiani e ascoltato i giornali radio, passa al contrattacco. Suo primo bersaglio è Marco Pollini che aveva pronosticato «l'approdo nell'Ulivo» come porto della navigazione dell'Udr. «Per ciò che concerne l'essere navigatori, riconosco che l'amico Follini è molto, ma molto più esperto di me», dice Cossiga. «Su quale sia l'approdo suo e quello di Casini non v'è alcim dubbio da tempo: non si tratta, come osservatori superficiali potrebbero ritenere, ne divia del Plebiscito, né si trattava di via dell'Anima (che sono sede ed ex sede romana di Forza Italia, ndr), ma solo e soltanto della villa di Arcore». A Giuliano Urbani, che aveva lamentato «un'acredine che sfocia nell'odio» da parte di Cossiga nei confronti di Berlusconi e di Forza Italia, l'ex presidente riserva una risposta micidiale. «Dell'onorevole Urbani ricordo soltanto la definizione che mi riferì in toni scherzosi Berlusconi che è un uomo di spirito: mens nana in corpore nano». E a Beppe Pisanu, capogruppo azzurro alla Camera che aveva parlato di «discorso chiuso» con l'Udr, Cossiga aveva risposto così: «Sentir dire all'amico Pisanu che con noi non vi è più alcun discorso da fare, mi muove ad umorismo, pensando a quante volte si sarebbe potuto dire questo per lui. E invece, anche da me aiutato, ha ripreso a colloquiare con altri... come quando lo imposi al cavaliere per le elezioni del '94». Una vera baruffa. Fatta anche di controrepliche, come quella di Marco Follini che, nel primo pomeriggio, dice che «un sosia si aggira per Roma spacciandosi per Cossiga facendogli dire e fare le cose più inverosimili. Mi auguro che il vero Cossiga torni al più presto dal suo ritiro irlandese e smascheri il sosia». Ma non è l'ironia di Follini che irrita Cossiga e che lo spinge, in serata, a minacciare il «ritorno agli studi di filosofia». Sono gli scricchiolii che giungono dall'interno del suo movimento ad allarmare l'ex Presidente. Certo, molti deputati e senatori si dichiarano d'accordo con la linea di Cossiga. Salvatore Cardinale, capogruppo alla Camera, è categorico: «I trombettieri di corte annunciano contrasti che esistono soltanto nella mente di cortigiani abituati ad eseguire, piuttosto che a riflettere» e conferma che il voto favorevole dell'Udr alla Finanziaria, nel caso del no di Bertinotti, ci sarà «a condizione che Prodi si dimetta» Anche Mauro Fabris, deputato e coordinatore veneto dell'Udr, parla di «carognata» a proposito delle voci di una «fronda interna». Ma le voci circolano. E uno dei parlamentari in odore di fronda - Renzo Gilbert ammette che «gli attacchi di Cossiga al Polo giustificano qualche sospetto sulla futura linea dell'Udr». Poi si smarca Ronconi, anche se dopo l'ultimatum di Cossiga, fa una parziale marcia indietro rispetto a quel «no» assoluto alla Finanziaria espresso nel pomeriggio. Che cosa succederà adesso? Cossiga è in partenza per Bruxelles dove, con Carlo Scognamiglio, Rocco Buttiglione, Clemente Mastella e Angelo Sanza, parteciperà al Consiglio di presidenza del partito popolare europeo. Ma prima di questo appuntamento, di sicuro, Cossiga vorrà quel «chiarimento del consenso» che ha reclamato ieri. Enrico Singer Duro attacco del Polo «Traditori, mercenari generali senza esercito approdati nell'Ulivo» L'ex presidente replica «Quella del Cavaliere è follia politica» E scoppia la lite A sinistra Francesco Cossiga e qui sotto l'ex ministro di Forza Italia Giuliano Urbani

Luoghi citati: An, Arcore, Bruxelles, Roma