«Kohl guidi il Ppe»

«Kohl guidi il Ppe» «Kohl guidi il Ppe» Cossiga va a Bruxelles La Malfa. Italia, cambia Bravo Schroeder, Bravo Kohl. Visti da Roma, il vincitore e lo sconfitto delle elezioni tedesche diventano occasione non solo per raccogliere applausi (d'augurio o «postumi») a sinistra, a destra o al centro, ma soprattutto per ridisegnare strategie e alleanze. Francesco Cossiga candida l'ex Cancelliere alla «presidenza onoraria» del Ppe Silvio Berlusconi profetizza che Koh! «guiderà in Europei Top posizioni1 liberale e democratica». Ma il numero imo delì'Udr sa già che il suo raggruppamento verrà accolto a pieno titolo tra i popolari europei, mentre il Cavaliere deve accontentarsi dell'adesione a solo «titolo personale» degli curoparlamentati Azzurri. Anche la «svolta» tede sca serve a dividere i litiganti italiani. Il ppi all'onda il coltello nella piaga. «Kohl ha pei so la | sfida con Schroeder anche perche ha spostato verso destra il baricentro della politica cristiano democratica» scrive (aiido Bodrato, direttore del Popolo, «don la sconfitta di Kohl - incalza Mario Adinolfi - è stura bocciata la scelta di chi vuole collocare il popolarismo europeo nel campo della conservazione». E aggiunge: il risultato te desco «permette di riaprire il confronto nel Ppe, oppo nendo alla scelta sostanzialmente conservatrice della Cdu, l'idea più avanzata del popolarismo italiano». Un dilemma chesotto altra fonna, attanaglia Adolfo Ureo (Au) e Francesco D'Onofrio (Ccd): il Pulo non deve sagerar< con Tiper-libèrismò lvh. pei D'O nofrio, bisogna dare più peso alìi componenti cattoliche e sociali; se condo Urso deve vincere il modello spagnolo (partito unico di centrodestra, «a guida non democristiana») Ma l'ascosa di Schroeder è o non è ima «grande occasione" per l'eurosinistra? «L'esito del voto indica una volontà dell'elettorato di operare una svolta netta», dice Piero Fassino, sottosegretario agli Esteri, che parla di «larga egemonia .socialdemocratica in Europa». «Il nuovo Cancelliere e i suoi colleghi dovi au no essere in grado di riempire il vuoto di potere che determina una Europa divisa»», sostiene il diessino Gian Giacomo Migone. Però, il ppi Enrico Letta, uno dei vice di Muri ni, metto in guardia chi nella siili- , stra italiana pensa di potei essere ! «autosufficiente»: «Sbaglierebbe la • sinistrasi: pensasse di trarre un'indicazione di autosufficenza i he non ! si attaglia alla nostra situazione. L'Ulivo non e l'Spd, e un'esperienza politica diversa». Per Forza Italia, minimizza Antonio Martino. «Il vento di sinistra che spazza l'Europa? Una tavola taglia corto l'ex ministro degli Esteri di Berlusconi -, Baggianate che non meritano nemmeno di essere prese in considerazione. In Gran Bretagna e Germania si e trattato ilei desiderio ili cambiare dopo un peridotroppo lungo ili governo moderato. In Italia sono stati i pasticci della situazione a portare ai potere una coalizione rappresentativa della minoranza dogli elettoli, in Francia non ha vinto la smisti a, ha perso la visione europi a di Chirac Non sommiamo sedie a tavolini». Dalli curoalleanze ai lapponi Ira lo forze politiche italiane. Cesare Salvi (Ds) coglie l'occasione pei I mandare a Fausto Bertinotti lui soi gnale sulla «assurdità» ili far cadere | adesso il governo dell'Ulivo, pro| prio all'indomani della vittoria del| la Spd e proprio ora che la sinistra i può, nel Vecchio Continente, guidai re i processi di cambiamento, «lo non vedo proprio il problema e di I certo non mi condiziona», replica il ! segretario Pie, invitando a «ignura! re le polemiche ih bassa bottega». ■ Gli inviti ili Walter Veltroni? «Punture di spillo», risponde Bertinotti; e spiega che il problema delia sinistra, in Italia come in Germania, è quello di scegliere Ira essere il «nuovo contro» (come recitava mio slogan elettorale di Schroeder) e una strada «alternativa» che porta ad alleanze a sinistra. Por l'Italia, non vedo rosa Giorgio La Malfa, segretario Pri: «L'esito delle elozioni tedesche e de.stmato ad influenzare negativamente gli equilibri politici italiani, già scossi dalle posizioni di Rilbndazione comunista. Una volta raggiunto l'obiettivo dell'adesione alla moneta unica, il problema politico italiano si pone in termini divorai da quelli a cui finora si è data risposta». Mario Tortello