E Blair si dimenticò dell'Italia di Fabio Galvano

E Blair si dimenticò dell'Italia La «terza via» in Europa: il premier (e Cook) scordano Prodi E Blair si dimenticò dell'Italia ABLACKPOOL LTRO che «ulivo» mondiale; che, come dice D'Alema, non esiste. L'Italia, nelle prime dichiarazioni a caldo della leadership laburista britannica dopo la vittoria elettorale di Gerhard Schroeder, non sembra figurare neppure nel «triumvirato» europeo accarezzato da Londra. L'Italia non si è meritata neppure una citazione, quando prima Blair (domenica sera) e poi il ministro degli Esteri Robin Cook (ieri mattina) a margine del congresso laburista di Blackpool hanno fatto riferimento alle esaltanti prospettive per la «terza via» in un'Europa con governi di centro-sinistra «in Gran Bretagna, Francia e Germania». L'Italia snobbata, come altre volte in passato, con buona pace di quello che Blair insiste ad ogni occasione nel definire «il mio amico Romano»? Downing Street, di fronte al pericolo di permalose reazioni da Roma, come quelle che accolsero la pizza-Italia nel logo della presidenza britannica dell'Ue, o risalendo nel tempo, come quelle rivolte al viaggio con cui lo stesso Cook inaugurò il proprio ingresso al Foreign Office visitando Parigi e Bonn ma trascurando Roma, è subito corsa ai ripari. «Non c'è di certo alcuna intenzione di lasciar fuori l'Italia - ha detto un portavoce del primo ministro - Molte volte Tony Blair ha espresso ammirazione per il governo italiano e per Prodi in persona». Resta il dubbio che nell'entusiasmo per la vittoria di Schroeder, e cioè per un importante nuovo acquisto nello schieramento europeo di centro-shustra, Blair avesse espresso - a caldo - quello che i suoi strateghi stanno forse trainando dietro le quinte, cioè un allargamento a Londra dell'asse Parigi-Borni. In quell'ottica, senza stare a scomodare il peso specifico dell'Italia, un lapsus è facile. E comunque, come si osservava ieri a Blackpool, sono 13 (su 15) i Paesi dell'Unione con governi di centro o centro¬ sinistra: «Non si possono elencare tutti ogni volta», è stato sottolineato. E forse la cosa sarebbe finita così se 15 ore dopo - a freddo, in un'intervista tv - il ministro Cook non avesse commesso la stessa gaffe. «Non ci saranno alleanze con l'esclusione della Francia - ha detto il ministro -. Adesso abbiamo partiti di centro-sinistra al potere in Francia, Germania e Gran Bretagna e questo crea molte opportunità, ad esempio per garantire che ci sia in Europa una competitiva economia di mercato e che sia anche costruita una società giusta». Downing Street precisa, sulla doppia gaffe: «Non si è trattato di dichiarazioni che volessero escludere qualcuno». E anche Alastair Campbell, portavoce di Blair, ha toccato quel tasto durante un briefing a porte chiuse, per i giornalisti inglesi. Anzi ha intrapreso un piccolo gesto di cucitura nei confronti dell'Italia. Dopo avere smentito la voci di un invito a Schroeder e Jospin a Blackpool - voci, si è scoperto, nate a Parigi e riflesso di una Francia che teme un dialogo Londra-Bonn - a un giornalista inglese che gli domandava del «casus» italiano ha risposto: «Ci farebbe sempre piacere avere qui Prodi». Una battuta, per salvare la giornata. Fabio Galvano Il ministro degli Esteri inglese Robin Cook