D'Alema: io premier? Se vogliono, ma non ora

D'Alema: io premier? Se vogliono, ma non ora D'Alema: io premier? Se vogliono, ma non ora LE STRATEGIE A SINISTRA ASANTIAGO DEL CILE sentir lui il successo di Schroeder era scontato da più di una settimana («I sondaggi erano inequivocabili»), ma ciò non ha impedito a Massimo D'Alema di intonare da Santiago del Cile un inno alla socialdemocrazia europea ed al nuovo cancelliere tedesco. Nel giro di 24 ore il segretario diessino si 6 trasformato: ha messo da parte l'atteggiamento scontroso e prevenuto che contraddistingue i suoi rapporti con i media ed è diventato loquacissimo. Un'euforia comprensibile la sua dato che la vittoria della sinistra in Germania gli ha risolto piìi di un problema. Anche in casa. «Con la fine dell'egemonia conservatrice in Europa - ha osservato - si può imprimere un forte impulso alle politiche sociali. Per questo non c'è bisogno di ima crisi di governo che farebbe venir meno il molo dell'Italia in un contesto intemazionale favorevole. La svolta dopo la caduta di Kohl - un europeista convinto ma sordo alle questioni sociali - può avvenire proprio a livello europeo. Il problema dell'occupazione, infatti, può essere affrontato con maggiore efficacia in un quadro macro-economico. La dichiarazione congiunta di Jospin e Schroeder di qualche settimana fa, sta lì a dimostrarlo. Immaginate cosa succederà quando l'occupazione diventerà imo dei parametri di compatibilità dell'Unione europea? Dalla politica sociale degli auspici si passerà finalmente a quella dei vincoli». Dalle elezioni in Germania, mundi, Bertinotti ha un motivo di riflessione in più che l'orse gli farà passare la voglia di crisi di governo. Ma l'euforia di marca tedesca di D'Alema non si esaurisce qui. Anche chi dava per superato il socialismo continentale, chi è stato contagiato da manie anglofone come Veltroni è stato servito: «Io ho sempre respinto l'idea che la sinistra continentale, quella tedesca e quella francese, fosse conservatrice. Le elezioni tedesche dimostrano che quello è un giudizio sbagliato e che la nostra decisione di allearci con quelle esperienze ò giusta». Se Veltroni accampa parentele con Tony Blair, D'Alema si sceglie Schroeder per amico. K, ovviamente, il segretario diessino per dimostrare di avere un rapporto stretto e familiare con il nuovo cancelliere tedesco ha dato fondo a pieno mani all'anedottica sul personaggio. «E' un uomo pragmatico con ìe idee chiare - ha raccontato l'altra sera a poche ore dall'uscita dagli exit-poi . Finora si è sbilanciato poco perché se uno deve intercettare un trend positivo, meno parla e meglio è. Bisogna vedere come la mette con il gruppo dirigente della Spd, ma lui è imo che viene dal partito. E' stato segretario dei giovani socialisti. Diciamo, che ò corno so l'osse stato segretario della Fgci. Poi si è messo a fare l'avvocato visto che va di moda provenire dalla società civile, ma è un politico a tutti gli ch'etti». Ed ancora: «Scluueder è lui buon amico dell'industria, specie di quella automobilistica. Ha buoni rapporti con l'Italia. Non per nulla il primo viaggio all'estero da candidato alla Cancelleria lo fece da noi. L'ambasciatore tedesco in Italia dove essere un suo amico e so rimano a Roma sarà un ottimo canaio di comunicazione con lui. Che farà? Anche se l'Spd e la Cdu hanno lasciato aperta lino all'ultimo la porta della grande coalizione, Scliroodcr met¬ terà su un governo con i Verdi. Comincia da lì, poi vedo. Ha di fronti' problemi non piccoli come la riforma del Woll'are. Come fa a nominare un liberista come Stolmann ministro in un governo di sinist ra? Ormai i governi si l'anno mettendo insieme politici e tecnocrati. Anche noi abbiamo Dini e non c'è certo una grande differenza...». Il socialista pragmatico, l'uomo di partito, il politico dotato di sensibilità sociale: nei suoi discorsi su Schroeder di queste ore D'Alema è stato attento soprattutto a mettere hi risalto i tratti che più lo accomu nano al neocancollicre. Rimane, però, una differenza sostanziale: Schroeder guida un governo, lui no. Una differenza che l'orse brucia ancora di più dopo che ieri Blair, per colpa di un'amnesia, non ha inserito l'Italia nell'elenco dei Paesi governati dalla sinistra. Quando gli hanno riferito il boato che quella dimenticanza ha provocato a Roma, il segretario diessino ha alzato gli occhi al cielo. Por il momento c'è poco da l'are. Lui ci ha l'atto il callo e parla dell'annoso problema con filosofia. «Non vedo perché dovrei trasformare i lesteg- giamenti in dissapore ira il presidente del Consiglio o il sottoscritto per un problema che non c'è. Noi già siamo al governo. C'è un vicepresidente del Consiglio che, se non sbaglio, ha l'ufficio lì, a Palazzo Chigi. Nel futuro del Paese vedremo. Ma una cosa del genere non la determinerà Schroeder. Dipendi.' dalla coalizione visto che da soli non abbiamo la maggioranza, dipondo dall'Ulivo. Beninteso, io non escludo questa eventualità: ma dipenderà dal momento e dal leader della sinistra che ci sarà allora. E' un problema che riguarda il molo, non il sottoscritto». L'ipotesi di un suo approdo a Palazzo Chigi potrà esseri; mossa all'ordine del giorno a primavera, se Prodi si deciderà ad andare al Quirinale, o più in là, alle prossime elezioni, di una cosa pero il segretario diessino e sicuro: parlarne ora può provocare solo guai. Del resto anche in Cile c'è una situazione simile all'Italia. In un centrosinistra capeggialo da anni da un de, da Eduardo Kivi, i socialisti, che l'anno parto della maggioranza, reclama no l'alternanza alla .guida del governo. Finora sono stati tentativi vani; quando ci provano con maggior decisione una palle della de - come in Italia - torna a parlare di grande centro. Così va il inondo. «Per ovviare al problema - ha raccontato il segretario - hanno proposto di isti tuzionalizzare le primarie per la scelta dei candidati alla presidenza, ma la destra di Pinochet blocca il provvedimento al Senato». E allora? In Cile come in Italia secondo D'Alema la questione va posta con estrema prudenza. Non c'e da scherzarci su. Cosi quando il segretario diessino ieri ha comunicato nella hall dell'hotel Canora che stava andando dal presidente l-'rei, «dalla democrazia cristiana', e il suo portavoce, Fabrizio Rondoliuo, ha chiosato l'annuncio con una battuta, «a convincerlo a mollare la presidenza)», D'Alema non ha perso un attimo: «Onesto lo ha dotto lui». In corto cose meglio non avere fretta. Augusto Minzolini «Un liberista come Stolmann ministro? Anche noi abbiamo Dini...» «La svolta tedesca può avvenire anche a livello europeo Più forza per i problemi del lavoro» «Schroeder è un uomo pragmatico con idee chiare Un politico a tutti gli effetti» Il segretario del Pds Massimo D'Alema