L'Europa di Schroeder seduce Londra di Fabio Galvano

L'Europa di Schroeder seduce Londra Al congresso di Blackpool la piena integrazione ora è considerata un'ipotesi più concreta L'Europa di Schroeder seduce Londra Entusiasmo tra i laboristi BLACKPOOL DAL NOSTRO INVIATO Una dura requisitoria contro i sindacati e contro chi dal governo laborista vorrebbe cambiamenti di rotta per tappare a breve le possibili falle di una recessione annunciata; ma nell'appassionato discorso di Gordon Brown al congresso laborista, in attesa del rancie affresco politico che dipingerà oggi Tony Blair, soltanto una battuta è stata dedicata alla vittoria elettorale di Schroeder in Germania. «Sono lieto • ha detto il Cancelliere dello Scacchiere volgendo il pensiero al Cancelliere tedesco - che a unirsi a noi nella lotta contro la disoccupazione in Europa sia il nuovo governo Spd in Germania)». Un mormorio ha percorso i più di mille delegati , che fra gli stucchi dorati dei Win| ter Gardens cercavano di dimenticare il grigiore di Blackpool. Perchè in realtà è stata la nuova Germania, ieri, il convitato di pietra alle assise del New Labour. Improvvisamente ò come se Londra si sentisse rimessa in gioco sul piano europeo - dalla vit¬ toria di Schroeder. Emarginata da Kohl e dal suo dialogo preferenziale con Parigi, vede l'elezione del nuovo cancelliere come un colpo di spugna sui giochi europei a lei sfavorevoli. Lo ha detto chiaramente, ieri, il ministro degli Esteri Robin Cook: «Schroeder egli ha affermato - non fa parte dell'asse franco-tedesco che ha guidato l'Europa attraverso i stioi primi anni. E' molto più aperto a una Gran Bretagna membro di ugual peso». Che l'Inghilterra laborista cerchi di sostituire l'asse con un triumvirato? Sognare non costa; e lo stesso Cook risponde: «La vittoria di Schroeder farà della Gran Bretagna un Paese con peso, rispetto e influenza in Europa pari a quelli di Francia e Germania». Al di là delle polemiche spicciole sul perché della gaffe con cui Cook - come Blair domenica sera - ha dimenticato di inserire l'Italia nella lista dei motori di centro-sinistra della nuova Europa, l'entusiasmo del New Labour è facile da comprendere. Con l'elezione di Schroeder altra acqua viene portata al mulino della «terza via» di Blair, che già parla di «nuove opportunità» per la costruzione di un'Europa «prospera e altamente concorrenziale, ma con un forte impegno per la giustizia sociale». Cook si cautela, quasi a voler placare le improvvise ansie di Parigi e di mi Jospin che teme in Schroeder tm partner naturale di Blair: «Voglio sottolineare che quella con la Germania non sarà mai un'alleanza a esclusione della Francia». Ma neppure Londra, dietro le espressioni di entusiasmo, è completamente tranquilla. Avanti tutta con Schroeder, sembra essere la parola d'ordine; ma fino a qual punto, si domandavano ieri molti delegati al congresso del Labour, il «Blair tedesco» è tm vero Blair? Fino a che punto crede davvero nella «terza via» come alternativa al capitalismo selvaggio e al socialismo statalista? Non è per caso un modernizzatore di facciata, costretto poi dalla Realpolitick a praticare una linea vetero-socialista più in sintonia con Lionel Jospin? Nella campagna elettorale, ricordavano ieri alcuni fra i maggiori consiglieri di Blair, Schroeder ha adottato molti dei cavalli di battaglia del primo ministro britannico; ma potrebbe essere stata una scelta tattica. L'«Economist» ha osservato che Schroeder è partito con un'«immagine nuova e attraente» ma ha poi «vacillato e parlato a vanvera» su molti temi, dalle pensioni alle tasse, subendo l'influenza del presidente del partito Lafontaine, «paladino della vecchia guardia socialista». Certo è che, dietro le quinte congressuali, l'elezione di Schroeder ha portato nuovi fermenti. Rinnovata attenzione, quindi, all'odierno discorso di Blair: anche se gli altri volti del centro-sinistra europeo sono stranamente assenti ai Winter Gardens (due anni fa, con l'Ulivo appena eletto, vemie Veltroni); ma in fondo è del Labour che in questo congresso si celebrano i fasti. Stabilità, dice Brown, nervi saldi, nessuna concessione a politiche popolari ma di breve periodo (delizia del vecchio Labour marxista); e nel rito di Blackpool la Germania sembra lontana. Fabio Galvano