Il Pontefice «Dio sta con i poveri»

Il Pontefice «Dio sta con i poveri» Monito all'Angelus Il Pontefice «Dio sta con i poveri» a a u CASTEL GANDOLFO. Rassegnarsi è immorale: Papa Wojtyla nell'ultimo Angelus della stagione a Castel Gandolfo spara a zero contro l'egoismo e il disinteresse del mondo ricco verso la gran massa dell'umanità che vive in condizioni drammatiche. Ha ricordato San Vincenzo de' Paoli, il patrono di tutte le associzioni di carità, la cui memoria la Chiesa celebrava ieri; e ne ha preso lo spunto per un'invettiva dai toni appassionati. «Non possiamo non rivolgere la nostra attenzione ha detto - ad una delle grandi sfide che chiamano in causa la nostra coscienza: al contrasto, davvero intollerabile, tra quella porzioni di umanità che gode di tutti i vantaggi del benessere economico e del progresso scientifico e la massa enorme di quanti vivono in condizioni di estrema indigenza». Nei mesi passati, i cattolici e i cristiani erano stati invitati a riempire le celebrazioni del Giubileo con gesti concreti. Il Papa ha scritto una «Lettera apostolica», una «Circolare» a tutti i cattolici, la «Tertio Millennio Adveniente», insistendo affinchè «l'impegno per la giustizia e per la pace sia un aspetto qualificante» del Giubileo. Cominciamo a tirare i conti, ha detto ieri: «Nella prospettiva dell'Anno Santo ormai imminente è pertanto doveroso chiederci: a che punto siamo con questo nostro impegno?». Non troppo bene, evidentemente, se subito dopo ha proposto ai suoi ascoltatori la parabola del povero Lazzaro e del ricco Epulone. «Essa proclama con chiarezza che, nello stridente contrasto tra ricchi insensibili e poveri bisognosi di tutto, Dio sta dalla parte di questi ultimi». I cattolici devono agire: «Non è lecito rassegnarsi all'immorale spettacolo di un mondo in cui c'è ancora chi muore di fame, chi non ha casa, chi manca della più elementare istruzione, chi non dispone delle cure necessarie in caso di malattia, chi non trova lavoro. E questa lista di vecchie e nuove povertà potrebbe allungarsi a dismisura». Rassegnarsi, lascia capire Giovanni Paolo II, significa anche demandare a qualcun altro la battaglia: «Su alcuni problemi, come quello del debito internazionale dei Paesi poveri, occorre una risposta concertata da parte della comunità delle nazioni. Tuttavia, solo se la cultura della solidarietà crescerà all'interno delle persone e delle famiglie, si potrà giungere in modo efficace a risolvere le grandi sfide dell'indigenza e dell'ingiustizia sociale». Il Papa sembrava in buona forma. Venerdì prossimo partirà per la Croazia, per visitare un santuario mariano e beatificare il cardinale Aloisio Stepinac; troppo «morbido» verso gli ustascia, secondo i suoi critici, una vittima del regime comunista per il Vaticano. Da oggi il Pontefice è di nuovo in Vaticano, la permanenza estiva a Castel Gandolfo per quest'anno è finita. [m. tos.l

Persone citate: Aloisio Stepinac, Giovanni Paolo Ii, Paoli, Papa Wojtyla

Luoghi citati: Castel Gandolfo, Croazia