Assassinato per un errore dei boss di Fulvio Milone

Assassinato per un errore dei boss Torre del Greco, il fabbro aveva appena lasciato l'amico camorrista, obiettivo dei killer. Centesima vittima dall'inizio del '98 Assassinato per un errore dei boss Sotto il fuoco cade un giovane incensurato NAPOLI. Cento omicidi di camorra dall'inizio dell'anno. E si allunga anche l'elenco delle vittime innocenti nella guerra fra i clan. L'ultima è Vincenzo Cardone, un fabbro di 25 anni, ammazzato come un cane sulla litoranea di Torre del Greco, un paesone cresciuto troppo in fretta e infestato dalle bande della mala vesuviana. A poche centinaia di metri dal luogo del delitto, cinque giorni fa, due anziani fratelli sono stati stroncati da infarto, l'uno a pochi minuti di distanza dall'altro, dopo avere assistito impotenti ad un furto. Cardone, dicono i carabinieri, viveva del suo lavoro. Con la camorra non aveva nulla a che fare, se non fosse stato per un'amicizia pericolosa: conosceva un uomo, un pregiudicato della zona di cui non è stato reso noto il nome. Quella frequentazione è stata fatale per il fabbro, che secondo gli inquirenti è rimasto vittima di uno scambio di persona. La vita di Cardone si è spezzata sull'asfalto illuminato dal- l'insegna al neon di un ristorante, a pochi passi dal mare inquinato di Torre del Greco. I sicari, due armati di pistole, hanno avvicinato la loro vittima appena scesa da una Vespa, e hanno celebrato il loro rito di morte. Hanno spianato le armi e fatto fuoco, poi sono fuggiti in moto. Probabilmente il fabbro non ha fatto nemmeno in tempo a guardare in volto i suoi assassini: si è accasciato sul marciapiede, senza un lamento. I carbinieri hanno imboccato subito la pista del regolamento di conti. E' vero, Cardone era un brav'uomo, uno che non avrebbe fatto male a una mosca e che viveva dignitosamente del suo lavoro. Ma era amico di un «guaglione» della mala, per di più imparentato con il capo di una delle bande che a Torre del Greco fanno affari indisturbate. Ricostruendo le ultime ore della vittima, gli investigatori hanno scoperto che Vin¬ cenzo aveva trascorso il sabato sera proprio con lui, il misterioso camorrista finito sul libro nero di un clan avversario. «I due si erano salutati pochi minuti prima del delitto - spiegano i carabinieri -. I sicari volevano colpire il pregiudicato, invece hanno ammazzato la persona sbagliata». E' stato un sabato maledetto per i paesi della costa a Sud di Napoli. Poco prima dell'omicidio di Cardone la morte è piom- bata in un vicolo di Boscoreale, un centro ai piedi del Vesuvio, non distante da Torre del Greco. Aveva le fattezze di tre assassini che, a bordo di un'auto, hanno affrontato Raffaele Del Sorbo e Dario Federico, due gregari della camorra che si trovavano su una Fiat Uno. La macchina è stata bloccata, i killer hanno aperto il fuoco con l'intento di ammazzare entrambi i rivali. Ma la loro missione di morte è riuscita solo a metà: se Raffaele. Del Sorbo è stato centrato in pieno dai proiettili, Federico è riuscito a fuggire. La polizia lo ha rintracciato poco dopo la sparatoria e interrogato. «Commissario, sta sbagliando, Del Sorbo non lo vedo da settimane», ha assicurato, ma quando gli hanno chiesto ragione di una vistosa ferita sulla fronte, ha borbottato un improbabile «non ricordo». A Torre del Greco la tensione è alle stelle. E' quasi palpabile in via Torretta Fiorillo, dove mercoledì scorso la paura dei ladri ha spezzato il cuore di Giovanni e Francesco Accardo. I vicini dei due fratelli morti hanno chiesto provocatoriamente al prefetto che dopo il tramonto le strade della zona siano sbarrate con i cancelli: «Qui ci rubano perfino la borsa della spesa». «Senza arrivare a questi estremi, è bene che la città sia pattugliata 24 ore su 24 da polizia e carabinieri», dice il presidente dei commercianti, Nello Reccia. Fulvio Milone Cinque giorni fa nello stesso luogo due fratelli erano morti d'infarto per aver assistito impotenti a un furto Torre del Greco è stata teatro dell'ennesimo agguato di camorra Il questore di Napoli Arnaldo La Barbera