«Le rogatorie con la Svizzera non sono un baratto» di Enrico Martinet

«Le rogatorie con la Svizzera non sono un baratto» Convegno a Courmayeur: «Entro l'anno ci sarà la firma per colpire in Europa il riciclaggio del denaro sporco» «Le rogatorie con la Svizzera non sono un baratto» Flick difende il nuovo accordo contro il crimine internazionale COURMAYEUR DAL NOSTRO INVIATO Arriva da Berna e fa di corsa le scale del Palacongressi che ospita l'ultimo giorno di colloquio internazionale sulla criminalità organizzata. Da quel microfono il ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, dice degli accordi internazionali contro il crimine, di quelli tra Svizzera e Italia sulle rogatorie (ecco il perché del viaggio Roma-Berna-Courmayeur), dei futuri incontri per l'area del Mediterraneo (con Francia e Spagna) e per rendere più agile ed efficace l'applicazione della legge. «Contro un crimine transnazionale non si può che rispondere con intese tra Paesi e in modo globale», dice. Davanti a un'assemblea che ha appena finito di ascoltare i guasti del crimine attraverso l'informatica e dei miliardi di dollari protetti dai paradisi fiscali, tuona contro l'opposizione in Parlamento: «Qualcuno ha visto questo accor¬ do con la Svizzera come un baratto. L'Italia avrebbe barattato la firma sulle rogatorie con gli accordi per respingere i clandestini alle frontiere e quelli tra polizie. E' un modo di vedere le cose molto, molto provinciale. Pensare che un ministro vada in Svizzera per sollecitare una rogatoria vuol dire che potrebbe anche andarci con lo scopo contrario, per fermarla. E invece è anche questo il modo per lavorare, per sconfiggere i criminali, gli accordi bilaterali. In Svizzera vi sarà un ufficio per le rogatorie». Significa procedure più semplici, soprattutto più rapide. La firma del protocollo e di qualche giorno fa, a Roma. Anche l'Austria ha firmato. E sulla collaborazione europea per la lotta alle truffe fiscali, per le confische di beni proventi di illeciti, si è ammorbidito pure il ministro lussemburghese. Ci è voluto una «pausa di riflessione» di un'ora e un incontro tra ministri per strappargli il «sì». Il pro¬ getto va avanti. «Il protocollo con la Svizzera - dice Flick - è un accordo fondamentale per la cooperazione giudiziaria che anticipa quanto sta avvenendo in Europa. Entro l'anno ci sarà la firma per colpire nell'Unione il riciclaggio e sancire l'intesa sul sequestro dei beni e la confisca di beni come contravalore». Il ministro arriva a Courmayeur «inseguito» dalla preoccupazione suscitata dalla riforma del diritto societario. Non è il caso Ghitti a impensierire il pool di Mani pulite, ma la nascita di una «giustizia specializzata», con magistrati affiancati da tecnici per seguire le questioni di alta finanza, delle imprese. Al congresso ci sono Ilda Boccassini, Francesco Greco e Paolo Ielo. Ieri è rimasto Greco a seguire l'intervento del ministro. All'ingresso della sala parla con il portavoce del ministro che gli dice: «E' un equivoco, la materia penale non c'entra, la riforma riguarda questioni civili, non i rea¬ ti». Il concetto è di rendere più efficace e più veloce la decisione del magistrato che può avvalersi subito del consulente senza dover nominare un perito e aspettare poi mesi la risposta. C'è tuttavia già stata una modifica per il reato di «insider trading», una frode nel campo dell'alta finanza per indirizzare l'acquisto di azioni, che è passata di competenza pretorile, mentre prima l'inchiesta spettava alle procure distrettuali, che si occupano di criminalità organizzata. Proprio in materia di crimine finanziario l'Italia conduce per l'Ue lo studio su come colpire i paradisi fiscali, i luoghi dove si possono nascondere miliardi senza timore di essere scoperti. Flick annuncia «il "Progetto Falcone", finanziato dall'Europa, uno dei primi studi sull'off-shore». Proprio dal convegno di Courmayeur emerge un mondo bancario sommerso. Nella sola isola di Antigua (Piccole Antille) negli ultimi due anni sono state aperte 27 banche off-shore. Nascondere il denaro altrui è diventato per molti Paesi attività economica di primo piano, in grado di incrementare il pil. Un fenomeno di cui si occupa anche l'Onu, dopo aver affrontato quello della coltivazione del papavero da oppio in Sud America. E la soluzione è analoga: cercare di creare alternative economiche. Enrico Martinet

Persone citate: Flick, Francesco Greco, Ghitti, Giovanni Maria Flick, Greco, Ilda Boccassini, Paolo Ielo