Maxi taglio alle tasse in Usa

Maxi taglio alle tasse in Usa Clinton s'oppone Maxi taglio alle tasse in Usa WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Camera dei rappresentanti, controllata dai repubblicani, approva tagli fiscali per 130 mila miliardi di lire in cinque anni - un'iniziativa clamorosa. Ma quante possibilità ci sono che diventi legge? Nessuna: Bill Clinton ha già fatto sapere che porrà il veto presidenziale. Il gesto della Camera ha comunque il merito di inquadrare bene il dibattito politico a un mese dalle elezioni congressuali - che determineranno in larga misura il destino di questa presidenza. I repubblicani fanno i repubblicani: il bilancio è tornato in attivo - dicono - e dunque è ora di ridurre le tasse e spartire l'avanzo con i contribuenti. Clinton e i democratici - almeno su questo il Presidente e il partito sono sulla stessa lunghezza d'onde - rispondono che ci sono cose importanti da fare prima di ridurre le tasse. A cominciare dal salvataggio del sistema delle pensioni (Social Security). La linea di battaglia, insomma, ó tracciata. E per un mese le due parti se le daranno di santa ragione: i democratici accuseranno i repubblicani di essere irresponsabili, i repubblicani accuseranno i democratici di essere spendaccioni. E così facendo elimineranno definitivamente ogni possibilità di arrivare a un accordo politico per evitare l'impeachment del Presidente prima delle elezioni. Si tornerà a parlare di compromesso | a novembre, sulla base dei nuovi ! rapporti di forza (nel frattempo il 1 Presidente avrà probabilmente patteggiato con Paula Jones) Il voto della Camera sul megatugliu fiscale ha fornito al Presidente nuove munizioni nella sua guerra contro il Congresso repubblicano - uno dei più pigri e mattivi che si ricordi, salvo per l'iperattivismo dimostrato in queste settimane nel diffondere i contenuti del Rapporto Starr all'opinione pubblica. E Clinton, rinvigorito dai sondaggi favorevoli, pensa di aver buon gioco accusando i congressmen repubblicani di aver rinunciato a fare il loro lavoro. L'obiettivo della Casa Bianca è di galvanizzare l'elettorato democratico, che i sondaggi descrivono come meno motivato di quello repubblicano. «E' indispensabile convincere ì nostri elettori a recarsi alle urne altrimenti noi democratici prenderemo un bagno):, spiegano alla Casa Bianca. E se i democratici - che fino a poche settimane fa speravano ancora di riconquistare la Camera il 3 novembre prossimo - davvero subiranno la grossa sconfitta che molti prevedeno, allora il partito avrà un motivo in più per prendere definitivamente le distanze dal Presidente. Per questo Clinton si e rimboccato le maniche e batte il Paese per venire in aiuto ai candidati democratici (anche se il suo aiuto non è sempre gradito). Da parte loro, i repubblicani guidati da Newt Gingrich cercano di aizzare la destra del partito, quella che tradizionalmente va in massa alle urne, promettendo non solo l'impeachment del Presidente ma adesso anche cinque anni di sgravi fiscali. [a. d. r.]

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Newt Gingrich, Paula Jones, Starr