Arafat: a maggio lo Stato di Palestina di Andrea Di Robilant

Arafat: a maggio lo Stato di Palestina Ma Clinton spera ancora di convincerlo a rinunciare all'ultimo momento Arafat: a maggio lo Stato di Palestina Annuncio oggi alle Nazioni Unite WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per la prima volta da quando è scoppiato lo scandalo Lewinsky, Bill Clinton torna ad occuparsi in prima persona del pericolante processo di pace in Medio Oriente. E a sorpresa, le chances che un accordo-chiave venga raggiunto questa settimana appaiono improvvisamente buone. Oggi Clinton vedrà il premier israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca. Riceverà il presidente dell'Autorità palestinese Yasser Andai verso la metà della settimana. Al centro dei colloqui: il ritiro degli israeliani da un'area pari al 13 per cento della Cisgiordania, in cambio di un impegno convincente dei palestinesi a schiacciare i focolai del terrore. Dopo mesi di negoziati infruttuosi e frustranti, l'Amministrazione Clinton è fiduciosa che le due parti siano ormai pronte a sottoscrivere l'accordo che prevede tra l'altro la creazione di un parco naturale su un'area pari al 3 per cento della Cisgiordania. La schiarita ò venuta durante il fine settimana, dopo i colloqui che il segretario di Stato Madeleine Albright ha avuto a New York e a Washington sia con Netanyahu che con Arafat. Un successo della Albright sul complicato scacchiere mediorientale tornerebbe a far rifulgere la sua stella dopo mesi in cui la signora della diplomazia americana e parsa in ombra e in difficoltà. Ma c'è ancora una mina che potrebbe far saltare tutto, dicono fonti diplomatiche. Oggi Arafat farà un discorso alle Nazioni Unite e il leader palestine¬ se ha già fatto sapere che annuncerà - dunque prima di aver sottoscritto con Netanyahu il cosiddetto «accordo del 13 per cento» - la creazione a maggio dello Stato di Palestina. Un annuncio del genere avrebbe una pessima ricaduta politico-psicologica sulla parte israeliana, e potrebbe far deragliare tutto all'ultimo minuto (proprio il giorno in cui Netanyahu sarà alla Casa Bianca). Per questo gli americani sperano che Arafat non lo faccia. E buona parte dell'energia consumata dalla Albright nei giorni scorsi è stata usata per dissuadere il leader palestinese dal suo proposito. Ce l'ha fatta? Non lo dice. Ma ai giornalisti che le chiedevano come fossero andati i colloqui ha risposto sorridendo: «Bene». Sul fronte anti-terrorismo, gli americani assicurano di aver fatto progressi. Il capo della Cia in Israele ha fatto da mediatore tra israeliani e palestinesi per mettere a punto un memorandum d'intesa sulle misure di sicurezza che soddisfi il governo Netanyahu. Un accordo sul testo finale del memorandum ancora non c'è, ma il negoziato è a buon punto. Gli incontri alla Casa Bianca potrebbero fornire la cornice per chiudere la partita. E dare una boccata d'ossigeno a un Bill Clinton deciso a salvare la sua presidenza. Andrea di Robilant Il presidente dell'Autorità palestinese Yasser Arafat e nella foto piccola il segretario di Stato americano Madeleine Albright

Luoghi citati: Cisgiordania, Israele, Medio Oriente, New York, Palestina, Washington