«Il cambiamento accelera Per l'Italia è una sfida» di Valeria Sacchi

«Il cambiamento accelera Per l'Italia è una sfida» «Il cambiamento accelera Per l'Italia è una sfida» L'INDUSTRIALE D'AMATO ■MILANO risultati tedeschi confermano la voglia di cambiamento espressa, del resto, nei giorni scorsi anche da molti tradizionali elettori della Cdu, preoccupati per una leadership così lunga nel tempo e per l'assenza di un piano di successione. E' un po' quello che è successo con la vittoria di Blair cho aveva avuto dalla sua una parte dell'elettorato moderato». E' questo il giudizio a caldo sui risultati elettorali tedeschi di Antonio D'Amato. Vicepresidente delia Confindustria per il Mezzogiorno e con interessi industriali in Germania, dove il suo gruppo Finseda (imballaggi alimentari) possiede uno stabilimento a Norimberga, D'Amato dà una lettura positiva dello storico risultato che chiude l'era Kohl e aggiunge: «La voglia di cambiamento è la prima chiave di lettura». È la seconda chiave? «Il secondo elemento è la forte necessità di accelerare il processo di crescita del Paese, di rimettere in moto l'occupazione con una politica fiscale e industriale aggressive. Su questo punto i successi di Kohl sono stati giudicati insufficienti rispetto alle aspettative e alle promesse, anche se personalmente ritengo che Kohl sia stato un grande leader e abbia fatto molto bene alla Germania». Lei quindi non è preoccupato per la vittoria dell'Spd? «Sono un po' preoccupato per gli elementi di confusione che il programma di Schroeder conteneva. Anche se, volendo pescare voti al centro, questo programma lasciava già aperta la porta a politiche che potrebbero essere utili per lo sviluppo. Ora è importante capire l'assetto della nuova coalizione». Si è ventilata una grande coalizione... «Se ci sarà una grande coalizione che comprenda anche la Cdu si sarà una svolta importante. Significherà grande stabilità e accellerazione del processo di crescita industriale». E se viceversa Schroeder dovrà pescare voti tra i comunisti? «Allora sarà un guaio. Ma potrebbe viceversa mettersi d'accordo con i liberali». Lei ritiene possibile la grande coalizione? «Parte dei tedeschi, e anche una parte della Confindustria tedesca, la giudica possibile. Già oggi la Germania ha un forte elemento di competitività. Se Schroeder saprà sciogliere le incertezze e fare una politica di ì centro, la competitività salirà». Quadi dovrebbero essere gli elementi di questa politica per lo sviluppo? «Abbassamento della pressione fiscale e ridefinizione dello stato sociale». Nel suo primo discorso dopo la vittoria Schroeder ha insistito sulla lotta alla disoccupazione. «Una che si può fare in due modi. 0 usando la leva del welfare, ma è un tasto sul quale i tedeschi sono molto cauti, o accellerando la competitività del Paese. Questa seconda mi sembra la scelta possibile, soprattut¬ to se terranno il timone al centro». Una Germania più competitiva sarà un problema in più per l'Italia? «Certo. La Germania oggi ha una grande spinta a recuperare competitività e leadership, e noi dovremmo fare i conti con questo mutamento. Anche perché il risultato di queste elezioni metterà certamente in moto il processo di crescita col risultato di rendere la Germania più stabile, più incisiva e più competitiva». Lei quindi è ottimista sulla nuova direzione politica?. «Penso che la nuova coalizione sarà più orientata sul centrodestra che sul centro-sinistra, anche se, ripeto, restano elementi di incertezza. Ma d'altra parte il cambio di guardia è un dato positivo, potrebbe essere la spinta verso una linea più incisiva». Valeria Sacchi «Con la riforma del welfare la Germania sarà più competitiva Purché nel governo non entri l'ex pc» L'industriale Antonio D'Amato