« Premiato il rinnovamento

« Premiato il rinnovamento « Premiato il rinnovamento Veltroni: un 'Europa più dinamica IL LEADER DELL'ULIVO WALTER Veltroni, vicepresidente del Consiglio, cosa significa la vittoria di Schroeder per la sinistra europea? «Siamo davanti alla grande vittoria di una sinistra che ha saputo rinnovarsi. In Germania è successo quanto già avvenuto negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed in Italia: dopo decenni di sconfitte l'evoluzione politico-culturale ha consentito di raggiungere la maggioranza. Ciò conferma che quando la sinistra sa cambiare se stessa e sa aprirsi a componenti diverse da quelle di appartenenza naturale può raggiungere grandi obiettivi. Oggi 13 Paesi europei su 15 sono governati da forze socialiste, negli anni Ottanta a Londra c'era la Thatcher, a Bonn c'era Kohl, a Roma c'erano Craxi ed Andreotti ed a Washington c'era Reagan. Ora la Germania si mette in sintonia con il grande cambiamento che dalla vittoria di Clinton ha attraversato l'intero Occidente». Comunque l'ipotesi della Grande Coalizione di fatto esiste. Ritiene che il precedente italiano di convivenza fra forze cristiane e socialista può essere di esempio? «Per la Germania può aver soprattutto senso il precedente tedesco, quando fra il 1966 e il 1969 vi fu la coalizione. Cristiani e socialisti tedeschi hanno in comune le scelte europee ma non bisogna dimenticare le differenze programmatiche che non sono di poco conto. La Spd dovrà verificare anche la possibilità della coalizione con i Verdi, che hanno posizioni più radicali di quelli italiani». Quale lezione viene dalla sconfitta di Helmut Kohl? «La sconfitta dimostra che i cicli si concludono quando alcune grandi questioni sociali non sono state affrontate e risolte. A Kohl bisogna rendere comunque un omaggio non formale. La Germania sotto la sua guida ha affrontato la difficile sfida dell'unificazione ed è diventata un grande Paese europeo. Ma c'è un'altra considerazione sul voto: contrariamente a molte previsioni la destra estrema è stata bat¬ tuta. Il voto di protesta è andato ai post comunisti e non alla destra nostalgica e xenofoba. Come lo stesso Schroeder aveva previsto quando ci incontrammo a Palazzo Chigi». Uno dei temi decisivi della campagna elettorale è stato l'Euro. Molti osservatori ritengono che la cautela di Schroeder sull'Europa abbia pagato. Cosa vi aspettate dal nuovo Cancelliere sull'unificazione europea? «Mi aspetto che la questione sociale faccia irruzione nell'agenda europea. Quando Prodi pose il problema due anni fa a Firenze fu difficile trovare ascolto in Major e .Tuppè, oggi lo si può trovare in Blair, Jospin e Schroeder. E' venuto il momento per i grandi Paesi dell'Europa di affrontare questo problema con passo diverso. Si può ragionevolmente immaginare un nuovo parametro di Maastricht sull'occupazione e sulla lotta alla diseguaglianza». Kohl accettava un raccordo europeo contro la disoccupa¬ zione ma nel rispetto delle politiche nazionali. Schroeder cambierà rotta? «Sì. Credo che si possa creare fra Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania una forte sintonia su questo tema. Questa è la grande emergenza europea e mondiale di fine secolo. La globalizzazione impone di mantenere sempre l'equilibrio fra crescita ed equità sociale». Che contributo potrà portare Schroeder al dialogo fra le forze progressiste europee ed i democratici di Clinton? In questo giorno triste, con sostenitori politici che mecolati ai giornalisti, lo inciano a resistere ritmando il amento dinamica li vicepremier italiano Walter Veltroni li vicepremier italiano Walter Veltroni