Nasce Ia Germania di Schroeder

Nasce Ia Germania di Schroeder L'Spd porta a casa il 41% dei voti, la Cdu-Csu si ferma vicino al 35% Nasce Ia Germania di Schroeder Ma la maggioranza è debole: solo cinque seggi DAL NOSTRO INVIATO La Germania scoglio Gehrard Schroodcr alle sei della sera, quando lo urne si chiudono e con loro si chiude la carriera di governo di Helmut Kohl, padre - da ieri pensionato - della Patria, che per sedici anni ha dominato la politica tedesca. Mentre le cifre delle ultime proiezioni di ieri sera isegnano già una coalizione che ha come elemento base il rosso dei socialdemocratici e che adossso potrebbe stingere - ma sasrà difficile - al rosa in caso di una «Grosse Koalition» o con più probabilità virare decisamente al verde degli ecologisti, il primo messaggio che il Cancelliere uscente affida alle telecamere è che non si ricandiderà alla guida della Cdu. I numeri del resto non lasciano scampo. Quella che annunciano non è solo o non ò tanto una vittoria dei socialdemocratici, quanto una debacle dei democratici cristiani che già apro polemiche amare nel partito. Nella prima elozione nella storia della Repubblica federale in cui il candidato dell'opposizione arriva alla Cancelleria, l'Spd porta a casa oltre il 41% dei voti (nel '94 ebbe il 36,4%)e la Cdu-Csu si ferma attorno al 35% (il 41,4% nel '94), mentre i sondaggi più accreditati della vigilia la davano attorno al 38%. Sei punti o più di distacco tra il fumo del sigaro del neoCancelliere e l'aroma del «Saumagen», lo stomaco di maiale farcito amato da Helmut; sei punti tra la prospettiva della «terza via mondiale» che fa esultare Tony Blair e Bill Clinton e quel contratto sociale che ha garantito alla Germania decenni eli crescita con il motore diesel, costante e sicura, lino a quando non si e trovato quattro milioni di disoccupati a inceppare gli ingranaggi; sei punti che allargano il sorriso sulla faccia di cuoio di Schroeder e gettano un peso insopportabile sulle spalle di Kohl. E il ciclone Schroeder sembra aver fatto qualche danno anche nelle aree a lui più vicine dal punto di vista politico. E' il caso dei Velili, candidati al governo con la Spd, che non guadagnano pero terreno; le proiezioni gli assegnano anzi il 6,6% dei suffragi contro il 7,3% delle elezioni del '94. Ma non sarà questo risultato e qualche deputato in meno a guastare la festa a Joschka Fischer, leader del movimento ecologista che brinda alla fine politica di Kohl davanti all'esultanzaa dei suoi elettori. E in ogni caso i Gruenen si confermano il terzo partito tedesco, davanti ai liberali della Fdp - partner di Kohl nel governo uscente - che calano dal 6,9 al 6,2%. Sorprese, invece, allo due ali estreme. 1 parliti della destra xenofoba e la sinistra post-comunista hanno conquistato voti particolarmente nei Laender del vecchio Est - dove la disoccupazione è al 17,1% contro una inedia na- zionale del 10,6% e dove la Cdu ha subito la sconfitta più bruciante - ma con esiti finali completamente diversi. Trionfa il Partito del socialismo democratico, erede diretto del regime della Ddr, che per la prima volta riesce a superare la soglia di sbarramento del 5% e potrà quindi portare al Bundestag i 35 deputati che gli assegnano le stime. Restano invece al palo i tre partiti della destra: l'Unione del popolo tedesco dell'editore Gherard Frey, il Partito nazionale tedesco e i Republikaner non riusciranno a entrare in Parlamento visto che la soglia del 5% rimane per loro inesorabilmente troppo alta. Estratte le carte della nuova scena politica, la scommessa adesso è su come verranno giocate. La coalizione rosso-verde aveva ieri sera, in base alle proiezioni, 333 seggi che le darebbero una maggioranza, per quanto risica- ta, al Bimdestag. Ma Schroeder ha ricordato appena eletto i tre punti base che guideranno la sua politica: lotta alla disoccupazione, continuità nella politica estera e sicurezza interna. Un chiaro messaggio proprio ai Verdi, gli alleati hi pectore che sulla politica estera hanno espresso durante la campagna elettorale posizioni talvolta imbarazzanti per la Spd, come la richiesta dello scioglimento progressivo della Nato, per non parlare di progetti economico-ecologici come quello di triplicare il prezzo della benziana in dieci anni. E in effetti è sui Verdi che, dopo la chiusura delle urne, si concentra buona parte dell'attenzione: il futuro Cancelliere ha spiegato fin dall'inzio che non vorrebbe gì vernare con una maggioranza risicata come quella che gli garantirebbe appunto un'alleanza Spd-Verdi e che l'intesa con questi ultimi non si farà «a qualsiasi costo». Inoltre un'intesa rosso-verde dovrebbe quasi automaticamente affidarsi alla non-belligeranza del Pds. Ma sia i post-comunisti, sia lo stesso Schroeder escludono qualsiasi tipo di collaborazione: gli uni non accetterebbero di dare un sostegno estreno a un governo che considerano irrimediabilmente liberista; l'altro teme l'«effetto Bertinotti». Anche per tenere sulla corda i Verdi e cercare di placarne le frange più estremiste Schroeder fa gli occhi dolci alla Cdu-Csu, tentandola con l'idea della «Grosse Koalition» che unisca i due maggiori partiti al governo con una maggioranza che sarebbe di tipo bulgaro. Ancora ieri sera Kohl e il ministro delle Finanze uscente Helmut Waigel, che è anche il leader della bavarese Csu, gli hanno risposto.picche, «Una grande coalizione nella quale saremo dei partner di secondo ordine non è nemmeno in discussione», dice Waigel. Ma i sondaggi della rete televisiva Zdf mostrano che la maggiornaza degli elettori vede questa soluzione come la migliore: il 28% sogna la «Grosse Koalition» contro un 25% che vedrebbe bene l'allenaza rosso-verde. La Germania, insomma, cambia Cancelliere ma chiede ancora, sempre e soprattutto sicurezza. Francesco Manacorda Candidati al governo i verdi non guadagnano terreno ma si confermano il terzo partito Gli elettori secondo i sondaggi vedono con favore una «grande coalizione» Da sinistra Oskar Lafontaine Gerhard Schroeder Franz Muentefering e Rudolf Scharping Nell'altra pagina Schroeder con la moglie Da sinistra, Oskar Lafontaine, Gerhard Schroeder, Franz Muentefering e Rudolf Scharping. Nell'altra pagina Schroeder con la moglie

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