La Telecom vuole tagliare 8000 posti

La Telecom vuole tagliare 8000 posti Il piano: fatturato più 7% l'anno, una lira su tre verrà dall'estero. In vista Cable e Unisource La Telecom vuole tagliare 8000 posti Investirà 25 mila miliardi in tre anni MILANO. Quella del futuro, promette Gian Mario Rossignolo, sarà una Telecom più internazionale, che fra tre anni fatturerà una lira su tre oltre confine. Sarà un'azienda più sofisticata, grazie ad alleanze e acquisizioni che consentiranno di arricchire il portafoglio prodotti: telefoni mobili (nel 2002 ci saranno 30 milioni di cellulari nel nostro Paese) ma anche Internet, di cui Telecom mira a controllare almeno il 50 per cento di accessi e connettività, pay tv, servizi dati e tanta informatica. I servizi innovativi, nel 2001, dovranno generare un fatturato superiore ai 10 mila miliardi, contro i 4 mila di oggi. Sarà, però, anche un'azienda più magra: si faranno sì almeno 6 mila nuove assunzioni, ma, alla fine del triennio, nel gruppo ci saranno comunque 8 mila posti in meno. Un «decremento netto» da contrattare azienda per azienda con azioni mirate (cessione all'esterno di servizi e di attività sussidiarie), che investirà perciò 14 mila persone, al fine di assicurare «un forte cambiamento del mix professionale». Non è certo facile sintetizzare il mastodontico piano industriale che Gian Mario Rossignolo ha presentato al consiglio nella sera di venerdì, dopo un'attesa durata mesi. Né si può dire che il documento, «che ha ricevuto - sottolinea una nota aziendale - il vivo apprezzamento dell'intero consiglio», soddisfi tutte le curiosità. Ma qualche indicazione è arrivata. Innanzitutto, Rossignolo ha scelto la strada del «global player» internazionale. L'obiettivo è di far crescere, nel giro di tre anni, la quota estera del fattu rato fino al 30%, contro il 9% di fine '97. Per raggiungere questo risultato ci saranno nuove acquisizioni, come quelle effet tuate in Brasile nei mesi scorsi che hanno fatto già salire la quota estera del gruppo al 15% Ma, soprattutto, Telecom dovrà recuperare il terreno perduto sul fronte delle alleanze tecno¬ logiche e delle iniziative congiunte con partner che dispongano di reti e servizi che possano arricchire l'offerta Telecom. Di qui l'accelerazione dei «colloqui positivi» con Cable & Wireless e Unisource, così come vuole Rossignolo e come, al contrario, almeno fino a ieri sembrava non piacere ad alcuni azionisti, perplessi di fronte alla prospettiva di allearsi ad una parternship, Unisource, fortemente indebolita dopo l'intesa At&t e Bt, oppure di stringere patti con C&W, indebolita dalle difficoltà che attraversa uno dei suoi gioielli, la Hong Kong Communications. Ma la strategia di Rossignolo guarda al di là delle bufere di questi mesi. Per far fronte alla crescita della concorrenza (e, di riflesso, al calo dei guadagni) nei servizi tradizionali, Telecom non può che guardare ai servizi innovativi, trasformandosi da monopolio ad azienda mirata alle esigenze del cliente, e capace di inseguire i profitti su ogni scacchiere geografico. Certo, ci vorranno montagne di quattrini. Il piano, infatti, prevede che, a fine triennio, gli investimenti industriali ammonteranno a 25 mila miliardi, contro i 12.400 a fine '97, mentre quelli finanziari, a supporto dell'espansione del gruppo, toccheranno i 15 mila miliardi (contro 4700). Ma la società, confida Rossignolo, saprà gene rare un flusso di cassa sufficiente ad assicurare l'integrale co pertura degli investimenti. Tanta fiducia si traduce nella previsione di una crescita annua del fatturato attorno al 7%, nonostante il prossimo arrivo della concorrenza. Rossignolo confida che l'azienda saprà di fendersi bene anche in casa grazie alla rivoluzione della mentalità informatica e, soprat tutto, un'offerta più agguerrita attraverso nuovi accessi a ban da larga per le aziende: oltre 3 milioni di linee Isdn 20 mila ac cessi a fibra e Adsl (ovvero la nuova strategia per la cablatu ra). Ma l'arma segreta, comun que, resta il telefonino assieme alla possibile, lieta sorpresa di Internet: grazie al portatile e alla «rete delle reti», confida Rossignolo, il volume di traffico crescerà del 10% annuo almeno. Queste, in sintesi, le linee portanti di un piano che prevede pure economie di scala, asse¬ gnazione all'esterno di molti servizi e un uso più efficiente del patrimonio. A questo scopo anche Telecom si avvia a rivoluzionare il suo patrimonio immobiliare. Verranno cedute, oltre a singole unità, quote della Emsa, la società dov'è concen¬ trata la maggior parte del patrimonio. Ora, archiviata la fase dei programmi, si tratta di centrare gli obiettivi messi a fuoco dall'interminabile consiglio (che non ha risolto però la pratica dell'amministratore delegato e della ripartizione dei compiti al vertice). Il primo esame è vicino: entro il 5 ottobre Rossignolo dovrà trovare l'intesa con la Rai e Murdoch per dare, sul fronte della pay tv, un futuro a Stream. Ugo Bertone Gian Mario Rossignolo presidente della Telecom e Antonio Maccanico ministro delle Comunicazioni

Luoghi citati: Brasile, Hong Kong, Milano