«La Deutsche, una sfida Anche questa è Europa»

«La Deutsche, una sfida Anche questa è Europa» TANCREDI BIANCHI EX PRESIDENTE ABI «La Deutsche, una sfida Anche questa è Europa» E FI MILANO importante che le banche di un dato Paese aumentino la loro penetrazione nei vari Stati dell'Unione Europea. E, aggiungo, sarebbe opportuno che anche le banche italiane ponessero la stessa attenzione al problema». Tancredi Bianchi, ex presidente dell'Abi fino alla scorsa primavera e dunque espertissimo di banche e di credito, dà una lettura positiva dell'ingresso di Deutsche Bank nell'azionariato Comit. E ricorda come, nelle sue relazioni annuali all'Abi («che, a volte, sospetto di aver letto solo io») abbia da anni previsto questo movimento. Una marcia verso le grandi fusioni? «Scrivevo: attenzione, quando saremo Unione Europea avremo bisogno di qualche banca che abbia status europeo, che sia presente direttamente o in via mediata in tutti gli undici Stati membri. Deutsche in Italia aveva una controllata che, tuttavia, non ha l'importanza di una Comit. Partecipare alla Comit significa avere un punto di osservazione su tutta l'economia. Tendenze monetarie e Tendenze reali, le due pubblicazioni leader dell'ufficio stampa Comit, risalgono ai tempi di Toeplitz, in Comit esiste una tradizione di attenzione culturale ai mercati e alle innovazioni che nessuna altra banca italiana aveva, almeno fino a epoche recenti. Inoltre la Comit ha una situazione interessante». In che senso? «E' l'unica grande banca non controllata da fondazioni, squisitamente privata, con una reputazione e una visibilità internazionale particolari. Non si può vedere con sfavore questo ingresso di Deutsche che, se gestito bene nel quadro di nuove alleanze, sarà proficuo all'intero sistema. Del resto, la Borsa ha premiato l'operazione. Anche perché vi ha visto un cambiamento del sistema nel senso di internazionalizzazione e partecipazione ai mercati integrati». Tuttavia, non più tardi di luglio, un altro straniero è sta- to «fermato»: il Crédit Suisse che voleva entrare in Bnl... «Ma intanto il Crédit Suisse è un istituto svizzero e la Svizzera non fa parte degli undici Paesi dell'Euro. Poi il Crédit Suisse chiedeva di entrare nel nocciolo duro...». Ma lei esclude che il colosso Deutsche abbia disegni più ampi sulla Comit, che vanno oltre l'attuale 4,5%? «Non lo so. Ma posso immaginare che la Deutsche abbia compreso che, se non interveniva in questa fase, non sarebbe più rientrata in gioco». Tancredi Bianchi ex presidente dell'Abi invita le banche italiane a muoversi in Europa

Persone citate: Tancredi Bianchi, Toeplitz

Luoghi citati: Europa, Italia, Milano, Svizzera