I sindaci; uno scossone all'Ulivo di Enrico Singer
I sindaci; uno scossone all'Ulivo «Saremo meglio di un partito e pronti a sparare contro il quartier generale della politica» I sindaci; uno scossone all'Ulivo Rutelli e Bianco: contiamo sul 44% di elettorato potenziale ROMA. Non sarà il partito dei sindaci. Non sarà nemmeno il partito delle liste civiche. Ma qualche «cosa» di nuovo ha intenzione di affacciarsi nel panorama politico italiano. Parola di Francesco Rutelli e di Enzo Bianco che, ieri in un teatro romano, hanno annunciato la «fase nascente» di un progetto dai contorni organizzativi ancora sfumati e dai programmi ambiziosi. Dal palco e tra le poltrone s'intrecciano propositi combattivi: «dare uno scossone all'Ulivo», «evitare che sia un club di segretari di partiti», «sparare sul quartier generale» (della politica tradizionale, s'intende), «portare nuove energie nella vita pubblica». La voglia dichiarata è quella di trasferire al livello nazionale la formula sperimentata nelle città: appeal personale e buon governo per rastrellare consensi oltre gli schieramenti. Forti del sondaggio reso pubblico appena due giorni fa da Mamiheimer, Rutelli, Bianco «e chi sarà con noi» vogliono mettere a frutto quel 44% di «elettorato potenziale» che l'indagine gli assegna. Ma come? «Non faremo un partitino in più. Sarebbe troppo comodo per gli altri. Non sarà un "aggiungi un posto a tavola". Quando rivolgeremo la nostra proposta al Paese, si capirà che è meglio di un partito», dice Rutelli, avvertendo che per assistere al vero lancio dell'iniziativa «bisognerà attendere qualche settimana». Bianco rassicura subito i «signori dell'Ulivo» che non ci sarà competizione tra il nuovo «soggetto politico» e i partiti del centro-sinistra. «Noi ci rivolgiamo a mi elettorato che è sul crinale, che rischia di votare dall'altra parte o di non votare affatto, e voghamo portarlo nell'Ulivo perché non ci passa nemmeno per la testa di rompere il bipolarismo per rifare la De». Perché non ci siano dubbi, il sindaco di Catania sfoggia all'occhiello della giacca una spilla con tre foglie d'ulivo. «Me l'ha regalata ieri un artigiano. Sapeva che venivo qui. Questo è l'Ulivo che dà i suoi frutti...». Ma se i partiti dell'Ulivo non fossero di¬ sposti ad accogliere 1'«iniziativa» dei sindaci? «Andremo avanti lo stesso da soli». Meno di un anno fa - era il 13 dicembre del '97 - il partito dei sindaci era stato bocciato da D'Alema che lo aveva definito un «accampamento di cacicchi». E ancora oggi i progetti di «iniziative nazionali» di alcuni dei sindaci delle grandi città sollevano molti sospetti tra i big della politica. Adesso Rutelli rivela che il «partito dei sindaci» aveva, però, attratto anche dei parlamentari: «Tre diversi drappelli di deputati e senatori di varie parti politiche. Chi sono? Non lo rivelerò nemmeno sotto tortura. Ma vi assicuro che gli ho risposto di no, perché la nostra iniziativa deve nascere dal basso». Siamo alle soglie del Duemila, conclude Rutelli «e accanto ai partiti di questo secolo ci dovranno essere cose diverse». La platea del Teatro Nazionale applaude. Ma vorrebbe saperne di più. Sulle poltroncine ci saranno 300 persone. Tutti esponenti delle diverse liste civiche invitate al primo convegno nazionale organizzato con la benedizione di Rutelli e Bianco. Unici «osservatori», il Verde Luigi Manconi che fa gli auguri al movimento dei sindaci - «guai a snobbarlo» - e la coordinatrice del Movimento per l'Ulivo, Marina Magistrelli, che è soddisfatta: «L'Ulivo non si deve identificare soltanto con i partiti. I cittadini lo hanno capito più dei vertici». La prossima tappa? Si parla di un manifesto programmatico al quale starebbe lavorando anche il presidente di Legambiente, Realacci, grande amico di Rutelli e inventore di quello slogan - «pensare globalmente, agire localmente» che sembra la parola d'ordine perfetta per il nuovo soggetto politico. Enrico Singer Il sindaco di Roma Francesco Rutelli
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