PICCOLI MOSCHETTIERI

PICCOLI MOSCHETTIERI PICCOLI MOSCHETTIERI tro miracolo. Andrea Gaudenzi, Davide Sanguinetti, soprattutto lui, e Diego Narciso hanno regalato un sogno ai fedeli della racchetta: adesso tutti si aspettano l'ultima magia, una voice vincente nella tinaie del 4-6 dicembre contro la Svezia che si giocherà per la prima volta in Italia e quasi certamente a Milano. C'è per la verità qualcosa di sorprendente, per non dire di strano, nei nostri eroi, timide pecorelle nei tornei e leoni ruggenti in Coppa Davis, quando indossano la maglia azzurra e si avvolgono nella bandiera tricolore. 1 motivi della metamorfosi, che sta diventando una gradita abitudine dopo le due semifinali raggiunte (e perse) nel 1996 e 1997, sono numerosi e non rutti spiegabili con l'attermazione, generalmente condivisa, che la Coppa Davis è una manifestazione speciale dove lo spirito di gruppo e la volontà di battersi per una causa comune sono più forti delle esigenze, spesso legate esclusivamente al denaro, degli impegni singoli, dove le colpe e i meriti non vanno divisi con nessuno. La bandiera, in primo luogo, senza però dimenticare che la Coppa Davis, con la sua intensa e partecipe copertura televisiva e giornalistica, rappresenta se non l'unica, di certo la vetrina più importante per giocatori che nel grande tennis non hanno un luminoso posto al sole. Poi ci sono i quattrini, magari un piatto di lenticchie per le grandi stelle, ma un boccone assai appetibile per gli eroi azzurri: il successo sugli Usa, aggiunto ai due conseguiti in precedenza quest'anno vale infatti 1,5 miliardi da dividersi fra i giocatori (che diventeranno 1 miliardo e 800 milioni in caso di vittoria finale). Carlo Coscia

Persone citate: Andrea Gaudenzi, Carlo Coscia, Davide Sanguinetti, Diego Narciso

Luoghi citati: Italia, Milano, Svezia, Usa