Agguato in autostrada per un'eredità

Agguato in autostrada per un'eredità Palermo: lui è morente, lei stroncata dallo spavento. La pista in un documento in tasca della vittima Agguato in autostrada per un'eredità Nel mirino due insegnanti in pensione PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Giallo in autostrada in Sicilia, sulla Al 9 Palermo-Catania. Marito e moglie, Filippo Minacapelli e Silvia Tudisco, di 74 e 64 anni, insegnanti in pensione, sono stati aggrediti in una piazzuola di sosta, all'altezza dello svincolo Tre Monzelli, subito dopo l'uscita da una lunga galleria. Lui è moribondo in ospedale, dopo aver ricevuto due colpi di pistola in faccia. Lei, invece, è morta di crepacuore. Il medico legale ha infatti escluso che le due ferite rilevate sul corpo della donna (a un braccio e a un fianco) siano state letali e ha concluso che il decesso dev'essere stato provocato dallo spavento. La polizia sta seguendo una pista precisa, quella dei motivi di interesse, dovuti a dissidi in famiglia per alcuni appartamenti e due appezzamenti di terreno a Piazza Armerina, vicino a Enna, da dove la coppia, anni fa, era partita per trasferirsi in Campania, a Torre Annunziata. Qui, Minacapelli, figlio del proprietario di un bar a Piazza Armerina, aveva insegnato materie tecniche. La moglie, invece, era stata maestra elementare. La polizia, che ha interrogato le due figlie della coppia, di 30 e 36 anni, sta valutando la posizione di alcuni parenti, tra i quali un sottuffi- ciale dell'esercito. Secondo le prime indiscrezioni, Filippo Minacapelli aveva a cuore la sorte di un nipote con problemi psichici, per il quale è in corso un contenzioso per la sua interdizione. Chi ne sarebbe stato il tutore, se il giudice civile di Enna si fosse pronunciato per l'interdizione? Forse Minacapelli, che ieri, in tasca, aveva un documento giudiziario proprio su questa vertenza? Gli inquirenti non lo escludono e così stano interrogando famigliari e amici dei coniugi caduti nell'imboscata sull'autostrada. Comunque, non viene scartata l'ipotesi della rapina, messa a segno da banditi che, facendo credere di aver bisogno di aiuto o di informazioni, avrebbero accostato la Ford Escort dei Minacapelli, invitandoli a fermarsi nella piazzuola. Tuttavia non sembra che a marito e moglie siano stati rubati i soldi o i pochi oggetti preziosi che aveva¬ no con se. Gli inquirenti stanno ricostruendo una vicenda che presenta ancora dei lati oscuri. Di certo, la coppia era giunta a Palermo da Napoli alle sette di ieri mattina sul traghetto di linea «Domiziana» della Tirrenia. E, dopo aver imboccato l'autostrada, il professor Minacapelli si era diretto verso Enna. Da qui avrebbe proseguito per Piazza Armerina, in tutto una ventina di chilometri. Alle 8,30 l'agguato, gli spari (cinque bossoli di pistola calibro 7,65 sono stati recuperati dalla polizia scientifica), la morte. L'assassino (o gli assassini) ò fuggito immediatamente. L'allarme è stato lanciato quasi subito da alcuni automobilisti. Qualche minuto appena e la prima autoradio del distaccamento di Buonfornello della polizia stradale ha raggiunto la piazzuola. Minacapelli era agonizzante sull'asfalto accanto all'auto, mentre la moglie era già morta, riversa sul sedile, con una smorfia di dolore sul volto. Minacapelli ò stato trasportato a Palermo, nel centro di rianimazione dell'ospedale civico. Le sue condizioni sono disperate. La polizia ha diffuso un appello, invitando eventuali testimoni a collaborare alle indagini. Antonio Ravidà Ore 7. la coppia di insegnanti sbarca a Palermo dal traghetto della Tirrenia proveniente da Napoli. A bordo di una «Fiesta» lascia il porto Ore 7,30: Filippo Minacapelli e la moglie imboccano l'autostrada Palermo Catania. Sono diretti a Piazza Armerina Ore 8,30: la coppia di insegnanti si ferma^ su una piazzuola di sosta allo svincolo «Tre Monzelli», direzione Catania: qui cadono nell'agguato Autostrada Palermo-Catania: i primi rilevamenti della polizia intorno all'auto subito dopo l'agguato compiuto contro una coppia di insegnanti in pensione

Persone citate: Antonio Ravidà, Filippo Minacapelli, Silvia Tudisco