Ciampi: la Finanziaria non è pro-Bertinotti

Ciampi: la Finanziaria non è pro-Bertinotti Il Superministro a Vienna col Governatore Bankitalia che ha ancora timori per inflazione e lira Ciampi: la Finanziaria non è pro-Bertinotti Fazio: sul tasso di sconto non posso fare promesse VIENNA DAL NOSTRO INVIATO «Bertinotti? La Finanziaria non l'abbiamo fatta per convincere nessuno, ma perchè crediamo in queste cose; ci poniamo degli obiettivi di lungo periodo per il Paese, non solamente obiettivi di breve periodo per risolvere problemi di carattere contingente». Carlo Azeglio Ciampi risponde così alle critiche del leader di Rifondazione il giorno dopo il varo della legge di bilancio da parte del governo. E il ministro delle Finanze Vincenzo Visco, anche lui a Vienna per la riunione dell'Ecofin, difende la manovra dalle critiche che arrivano dall'opposizione: «Chi dice che le tasse non climinuiscono non sa fare le addizioni; basta leggere e si vede che c'è una riduzione di imposizione di oltre seimila miliardi in tre anni di cui oltre quattromila subito». Ma l'osso più duro per il governo, più che Bertinotti o Berlusconi, è forse proprio quel signore che siede sorridente accanto a Ciampi e Visco, il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Da mesi ministri e imprenditori aspettano da lui un calo del costo del denaro. Da mesi lui pensa che sia meglio lasciare il tasso di sconto, che il 21 aprile ha portato al 5%, dove è ora e si comporta di conseguenza. Così anche adesso, dopo l'appello di martedì scorso del presidente della Banca Centrale Europea Wim Duisenberg che invitava quattro Paesi - Italia, Irlanda, Spagna e Portogallo - ad abbassare gradualmente i loro tassi a breve, dato che dal 1° gennaio '99 dovranno comunque allinearsi su un unico livello, la risposta di Fazio non suona del tutto convinta; di sicuro il governatore non fa promesse, anzi sembra voler difendere fino in fondo i suoi ultimi novanta giorni di autonomia sulla politica monetaria e difendere le sue buone ragioni per una politica monetaria «stretta». «C'è la fiducia che il tasso d'interesse dell'Euro sia quello di Francia e Germania (oggi al 3,30%, ndr) ed anche io ho espresso questo auspicio, spero di convergere sui valori più bassi - dice Fazio -. E chiaro che se un Paese ha bisogno di tenere i tassi di interesse molto più alti degli altri rivela delle condizioni di convergenza non adeguate. Ciò detto Duisenberg mi ha risposto che posso farlo anche all'ultimo giorno». Sarà questa la scelta del Governatore, un brusco calo il 31 dicembre? No, risponde lui, «io auspico un ribasso graduale». «E' ov¬ vio - dice ancora - che il 1° gennaio 1999 ci sarà un'unica moneta e un unico tasso d'interesse. Ma fino al giorno prima teoricamente i tassi d'interesse potrebbero essere diversi, e non è detto affatto che non si possano avere delle differenze limitate. Ciò che è importante è che a una certa ora del 31 dicembre il tasso di cambio effettivo sia eguale a quello teorico». Insomma, sembra spiegare Fazio, la sua riluttanza a calare i tassi potrebbe dipendere dalla necessità di sostenere il corso della lira, già con un posto prenotato nella sicura casa comune dell'Euro ma ancora non avvitata ai cambi fissi, contro eventuali attacchi della speculazione. Ma oltre a questa preoccupazione, Fazio sembra temere anche una ripresa dell'inflazione: di liquidità in giro per il mondo ce n'è troppa, sostiene, e «per quanto riguarda l'Italia le condizioni monetarie sono terribilmente espansive: abbiamo un'espansione monetaria del 10% rispetto ad un obiettivo del 5%» a cui «abbiamo aggiunto la liberazione della riserva obbligatoria delle banche» che da giugno ha messo in circolo altri 49 mila miliardi. E in questa situazione di alta liquidità non è nemmeno detto che l'attuale obiettivo del tasso-Euro al 3,3% possa essere raggiunto: «Per la politica monetaria tre mesi rappresentano il medio periodo», chiosa Fazio. Gli enigmi del Governatore dovranno necessariamente sciogliersi entro novanta giorni. Un altro enigma che andrà invece risolto perchè la Finanziaria non incorra nelle ire di Bruxelles è la compatibilità degli sgravi fiscali previsti per il Sud con gli orientamenti comunitari. Ieri, il Commissario al mercato interno Mario Monti ha spiegato che spetta al suo collega responsabile della Concorrenza, Karel Van Miert, passare al vaglio le misure italiane, ma ha ricordato anche come una lettera firmata proprio da Van Miert e da lui abbia indicato in luglio a Visco quali incentivi non siano considerati accettabili dall'Ue. «La Commissione valuterebbe negativamente - recitava quella missiva - incentivi di natura fiscale che non fossero legati a nuovi investimenti o alla creazione di posti di lavoro». Ma in ogni caso l'Italia conta di passare l'esame comunitario proponendo aiuti fiscali «miiiimi» che arrivino al massimo a 100 milioni di ecu (circa 190 miliardi di lire) in tre anni per ogni azienda. Si tingono di giallo, intanto, le previsioni sulla crescita del Pil italiano nel '98. Venerdì il governo le ha riviste al ribasso, dal 2,5 all'1,8%. Ma ieri in ambienti vicini alla delegazione italiana trapela che i servizi della Commissione sarebbero più ottimisti, prevedendo che a fine anno l'Italia arriverà al 2,1%. Un'indiscrezione che non trova per ora conferma nel Commissario agli Affari monetari Yves Thibault de Silguy, il quale si limita a dire che «ci sono molti fattori che indicano che la crescita italiana sarà più forte nella seconda metà dell'anno», ma senza spiegare quale sarà il risultato finale secondo Bruxelles. Francesco Manacorda PUNTO PER PUNTO & FAMIGLIE - L'effetto-rientro è calcolato in 780 mila lire: potrebbero tornare, in media, nelle tasche dei |20 milioni di famiglie italiane grazie agli sgravi 1 fiscali e alle misre di sostegno. Più difficile calcolare -quanto ne uscirà per colpa di carbon tax e aumento dei carburanti. Le prime stime sul risparmio fiscale indicano un recupero di 220 mila lire a famiglia nel prossimo anno, più 561 mila lire «regalate» dagli sgravi Irpef (se la caccia all'evasore darà i frutti sperati: 10 mila miliardi da aggiungere al gettito fiscale). Di cerio, gli italiani si vedranno restituire il 60% dell'Eurofassa (poco meno di 3 mila miliardi), avranno maggiori detrazioni sulle pensioni basse (per 1260 miliardi) e rìsparmieranno 171 miliardi grazie all'abolizione di bollo passaporto e patente nautica. Dal 2000 in poi il conto è difficile: oltre ai benèfici già acquisiti, entrerà nei calcoli anche lo sconto sull'affitto della prima casa, oltre all'effetto dei nuovi recuperi di evasione. JMPRESE - Per le aziende, il risparmio già calcolato sarà di 3 mila miliardi sull'lrpeg per effetto della Dual I income tax che favorisce chi reinveste gli utili, In più, Ì6 mila miliardi di alleggerimento grazie all'lrap e -alla soppressione dei vari tributi. Per il rimborso della tassa di concessione governativa per l'iscrizione nel registro delle imprese (abolita nel '93), lo Stato emetterà titoli per 2500 miliardi di lire nel 1999. La bozza del provvedimento chiarisce che la tassa era dovuta per gli anni dal 1985 al 1992 nella misura di 500 mila lire per l'iscrizione dell'atto costitutivo e in misura variabile (da 80 mila a un milione di lire) a seconda del tipo di società e degli anni. Le società che hanno versato somme superiori a questi importi potranno ora chiedere il rimborso della differenza, sempre che abbiano presentato la domanda nei termini previsti dalla legge. CREDITI INPS - All'istituto mancano 60 mila miliardi di versamenti contributivi: 17.236 sono già dichiarati inesigibili, 12.200 sono dichiaratamente esigibili, 21.500 sono da verificare. La Finanziaria prevede di recuperare nel '99 almeno 8 mila miliardi grazie alle nuove procedure. LAVORO SOMMERSO - Il governo ha pronte le misure \per favorire la regolarizzazione del lavoro nero. Le (imprese che decideranno di aderire dovranno versare una quota forfettaria di contributi (25% dei contribuì) calcolati sulla retribuzione minima). In pratica, circa 5 milioni l'anno per dipendente. L'importo complessivo potrà essere pagato in 10 anni con 40 rate. Il Fisco non chiederà nulla: applicando infatti la stessa forfettizzazione alle imposte sui redditi si ottiene una cifra al di sotto della soglia imponibile. PARADISI FISCALI - Tempi duri per artisti, piloti, tennisti e finanzieri che hanno scelto la residenza all'estero (Montecarlo è l'esempio). Dal prossimo anno dovranno dismostrare non solo che risiedono fuori dai confini, ma anche che non hanno «interessi familiari e sociali» in Italia. E non sarà il ministero a dover produrre le prove, spetterà a loro dimostrarlo. ^s^l; < CARBON TAX - La nuova imposta sui combustibili •viiMmi*^:.: i i x -i-i- i • - i !..:. (carbon tax) è stata istituita per colpire le emissioni | nocive e finanziare una serie di provvedimenti: induzione degli oneri sociali sul costo del lavoro, 'abolizione progressiva del superbollo diesel entro ' il 2005, taglio dell'imposizione sul gasolio da riscaldamento nei Comuni non metanizzati e di montagna e concessione del credito d'imposta agli autotrasportatori (pari all'aumento dell'imposta sul gasolio). BENZINA - Primo effetto della Carbon tax sarà | l'aumento di tutti i carburanti: per la super potrebbe A essere di 10 lire e di 30-50 per la verde; 30-35 lire I per il gasolio e 115 per il metano. Le tabelle fissano /per la super, di qui al 2005 (quando sarà sicuramente 'fuori commercio), un rincaro di 37 lire. La verde dovrà arrivare allo stesso prezzo, quindi aumenterà fino a 137 lire. Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco con il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio