La guerra delle due dame

La guerra delle due dame La guerra delle due dame Hannelore e Doris: opposte come i mariti first ladies a confronto BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Teorizza Hannelore Kohl, legata al Cancelliere da quando lui aveva 18 anni e lei 15: «Una First Lady deve sempre pensare alle conseguenze di quello che dice o fa. Deve essere disposta a continuare ad imparare. E ricordarsi che se è importante la parola giusta al momento giusto, altrettanto lo è la discrezione». Teorizza Doris Schroeder-Koepf, sposata al candidato Cancelliere dall'ottobre 1997: «Il centro dell'attenzione spetta a coloro che vogliono impegnarsi in politica. Non alle loro mogli. Non mi piacerebbe pensare che il successo di Gerhard dipende anche da me». Hannelore e Doris duellano così: a distanza, concedendosi l'allusione più sottile, parlando a sottintesi, scambiandosi con la complicità dei media lezioni sulla dignità del ruolo. Hannelore e Doris c'erano anche loro, nelle piazze e nelle fiere che Helmut e Gerhard hanno riempito una sera dopo l'altra dei lunghissimi, roventi mesi di campagna elettorale. Come associazioni d'immagine, almeno, come connessioni mentali che risvegliano un'idea di comunione, appartenenza. Hannelore con la sua sembianza di vivacità manierata e sempre all'erta, Doris con l'esitante perplessità di chi ancora non ha deciso se il momento è quello giusto. Hannelore con la sua esperienza quarantennale di fedeltà al marito, il suo ritegno ad «esibire la vita privata in pubblico», le sue competenze di presidentessa della «Fondazione per la riabilitazione dei feriti cerebrali» intitolata a lei. Doris con il suo orgoglio di giornalista politico e di nicchia, con il suo gusto di esibirsi abbracciata al marito sulla spiaggia o in trattoria; con la sua esperienza di giovane madre cattolica e single andata sposa a un uomo ar- rivato al quarto matrimonio portandogli in dote Klara, sei anni. Ma soprattutto, con la reciproca disponibilità a indossare l'abito collettivo e condiviso di una generazione, di una comunità che si è destinati à impersonare, esprimere, rappresentare. Hannelore - 65 anni e minuscola soprattutto per via della stazza di suo marito il Cancelliere - come condensato della Germania uscita dalla guerra impoverita e spaurita, ma capace di imporsi il recupero sofferto della dignità, di risalire il baratro. Doris - 35 anni e minuscola soprattutto per costituzione naturale - come emblema della Germania uscita dalle umiliazioni dell'immediato dopoguerra e liberata dai legami più grevi col passato. Hannelore come manifestazione delle virtù private, Doris come espressione delle virtù mediatiche. Ma se Hannelore e Doris hanno assolto il ruolo incomodo della proiezione impersonale, hanno imposto almeno una domanda imbarazzante alla riflessione del Paese, nei mesi del lunghissimo duello elettorale: è possibile in Germania una dominante femminile al vertice, è possibile alla «Erste Frau» diventare una «First Lady»? Se spesso Hannelore sembra parlare «al passato», Doris è una miscela di moder- La moglie del leader Cdu «Bisogna sempre ricordarsi che la discrezione conta» La moglie del socialdemocratico «Scelgo io volentieri le cravatte di Gerhard»

Persone citate: Doris Schroeder, Erste, Hannelore Kohl, Koepf

Luoghi citati: Germania