La sfida al Gran Cancelliere

La sfida al Gran Cancelliere Gli ultimi sondaggi confermano che il distacco tra Cdu e Spd è esiguo La sfida al Gran Cancelliere La Germania decide se vuole prolungare «Vera Kohl» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Variazioni lievi, frazioni di punto mobili: l'ultimo sondaggio, pubblicato dalla «Welt» 24 ore prima delle elezioni tedesche di stamane, smuove di poco le precedenti indicazioni, e spande altra incertezza, confusione. Spd stabile al 40,5 per cento, dice l'indagine dell'Istituto «Campo-Data»; Cdu in lieve calo dal 38,6 al 38,3 per cento; Verdi in lievissima rimonta dal 6,4 al 6,5 per cento, liberali dell'Fdp sempre sul filo del rasoio (dal 5,6 al 5,5), neocomunisti della Pds sempre al di sotto del quorum del 5 per cento necessario per entrare in Parlamento (sono scesi dal 4,4 al 4,3 per cento) ma sempre condizionati dalla fondata speranza di ottenere almeno tre mandati diretti, a Berlino e all'Est, che garantirebbero comunque l'ingresso al Bundestag. Nessuna indicazione che i giochi siano fatti, dunque: in questi sondaggi il margine di eri-ore ò superiore al 3 per cento, e la quota di indecisi resta molto alta, almeno un quinto e forse un terzo dei possibili elettori: come dire che fra 12 e 20 milioni di tedeschi non sanno ancora per chi, e soprattutto se, voteranno. E' un altro segno dell'eccezionalità di elezioni avviate forse a riservare sorprese, ma destinate comunque a lasciare una traccia profonda nel Paese. Perché saranno le ultime a svolgersi all'insegna del marco, la moneta nazionale diventata simbolo della prosperità e dell'orgoglio della Germania nel secondo dopoguerra, alla vigilia della sua fusione nell'Euro. E perché concluderanno la «Repubblica di Bonn» e introdurranno la «Repubblica di Berlino», il trasferimento del Bundestag e della Cancelleria dalla rassicurante nicchia in riva al Reno alla metropoli centroeuropea, più vicina a Varsavia che a Parigi o a Londra. Queste elezioni - dominate dalla vaghezza dei programmi, dalla estrema personalizzazione della campagna che le ha precedute, e dall'assenza di reali novità nelle proposte politiche dei due maggiori partiti - potrebbero passare alla storia anche per la paradossalità dell'esito: complice un complesso meccanismo elettorale che prevede la possiblità di aumentare ogni volta il numeri) dei 656 seggi «di base». Una metà dei deputati viene infatti eletto direttamente, con il «primo voto»: vince chi ha più suffragi. Gli altri vengono eletti indirettamente, e con un meccanismo propozionale, da liste nominali preparate dai partiti. E' il «secondo voto», il più importante: quello decisivo per la formazione di una coalizione di governo. Considerata anche la possibilità di mandare rappresentanti al Bundestag conquistando tre mandati diretti, i possibili scenari che si presenteranno stasera sono ancora più complessi. Se infatti la Pds ce la farà nonostante la mancanza del quorum, formare un governo sarà più difficile: a una coalizione rosso-verde o a una coalizione di centro-destra occorrerebbe una maggioranza di almeno 5 punti percentuali. Ma secondo i sondaggi di ieri, questo margine è di poco superiore ai 2 punti. Considerato che né Spd né Verdi intendono accettare il sostegno della Pds, la soluzione sarebbe in questo caso una Grande Coalizione fra Cdu e Spd. Con due varianti: Spd primo partito, con Schroeder Cancelliere e Wolfgang Schaeuble vice cancelliere; Cdu primo partito, con Schaeuble Cancelliere e Oskar Lafontaine vice («Resterò a Bonn soltanto da cancelliere», ha garantito Schroeder). Il meccanismo elettorale prevede la possibilità di spartire i due voti: ne hanno approfittato, in passato, i piccoli partiti come l'Fdp. Il loro ingresso al Bundestag, 4 anni fa, fu garantito dal secondo voto di elettori che avevano dato il primo alla Cdu o alla Csu. Questa volta la Cdu, in difficoltà, chiede per sé entrambi i voti: ma se i liberali uscissero di scena, Kohl ne sarebbe comunque danneggiato. Rischierebbe di ripetere la finta vittoria di 22 anni fa, quando la Cdu da lui guidata divenne il primo partito con il 48,6 per cento dei voti ma rimase all'opposizione. Allora si allearono con l'Spd i liberali, oggi potrebbero essere i Verdi a farlo. Un ultimo elemento decisivo sono i cosiddetti «seggi aggiuntivi»: se, in seguito alla differenziazione fra i due voti, uno dei due grandi partiti vince in un Land più mandati diretti di quelli che gli spetterebbero in base al secondo voto, ottiene un seggio supplementare. Grazie a questo meccanismo, quattro anni fa l'Spd ebbe 4 seggi in più ma la Cdu 12, che consentirono a Kohl di governare con una maggioranza di 10 seggi. [e. n.) Il risultato della Pds, gli ex comunisti dell'Est, potrebbe essere decisivo e rendere indispensabile la grande coalizione Queste saranno le ultime elezioni con il marco come moneta nazionale e prima dello spostamento della capitale a Berlino Abiti: su misura da un misterioso sarto di Berlino Piatto preferito: il Saumagen, ventre di scrofa ripieno Ristorante preferito: a Bonn frequenta il Sassella Musica preferita: Vivaldi, Mozart, Joe Cocker. Hobby: colleziona monete antiche, che espone sulla sua scrivania in Cancelleria. Non fuma, ma tiene sempre in ufficio delle praline. Film preterito: «Mezzogiorno di fuoco» Frase celebre: «Chi crede di offendermi gridandomi nonno si sbaglia».