Kosovo, agguato al vice di Rugova Il monito Onu non ferma i serbi

Kosovo, agguato al vice di Rugova Il monito Onu non ferma i serbi EX JUGOSLAVIA Sabri Hamiti è grave. Cadono le ultime roccaforti albanesi Kosovo, agguato al vice di Rugova Il monito Onu non ferma i serbi ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Un nuovo attentato ha insanguinato la scena politica kosovara. Lo scrittore albanese Sabri Hamiti è stato colpito da tre proiettili, giovedì sera davanti al portone di casa. Come nell'agguato di tre giorni fa a Tirana, in cui ha perso la vita il ministro della Difesa kosovaro in esilio, Ahmet Krasniqi, i killer hanno approfittato del buio per sparare e dileguarsi nelle vie deserte di Pristina. In condizioni gravissime Hamiti è stato trasportato all'ospedale centrale dove i medici stanno lottano per la sua vita. Finora nessuno ha rivendicato l'attentato. «L'attentato a Sabri Hamiti è un tentativo di distogliere gli albanesi dalla via dell'indipendenza» ha dichiarato ai giornalisti il capo della lega democratica del Kosovo Ibrahim Rugova. Intellettuale di riguardo, segretario del Pen Club del Kosovo, Sabri Hamiti era uno dei collaboratori più stretti del moderato Rugo¬ va. ((Approviamo la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Orni e la prontezza della Nato a difendere il Kosovo» ha aggiunto Rugova. Poche ore prima un portavoce dell'esercito di liberazione del Kosovo aveva affermato che la risoluzione dell'Orni «non serve a nulla». Da parte sua il presidente jugoslavo Milorevic ha risposto che la Jugoslavia non è pronta a concessioni di alcun genere per quanto riguarda il Kosovo. «Non ci saranno concessioni malgrado le pressioni concentrate su Belgrado» ha dichiarato Milosevic che si è incontrato ieri con il segretario generale dell'Alto commissariato per i profughi dell'Orni Sadako Ogata. Benché le autorità jugoslave abbiano dichiarato di aver terminato l'operazione di polizia nel Kosovo, fonti indipendenti affermano che si spara tra Pristina e Kosovska Mitrovica e che dai villaggi albanesi si mnalzano colonne di fumo nero. Ingrid Badurina