Clinton frusta il Congresso

Clinton frusta il Congresso Galvanizzato dai sondaggi il Presidente ritrova la grinta. In vista un accordo con Paula Jones che eviterebbe l'impeachment Clinton frusta il Congresso «Basta scandali, pensi a lavorare» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Fallito ogni tentativo di giungere rapidamente ad un accordo per evitare l'impeachment, Bill Clinton torna a guidare l'assalto dei democratici contro i repubblicani in vista delle elezioni congressuali del 3 novembre. Ieri mattina, prima di partire per un giro elettorale nel West, il Presidente si è fermato un attimo davanti all'elicottero che lo aspettava sul prato della Casa Bianca appena il tempo di lanciare un attacco durissimo al Congresso repubblicano, colpevole «di aver rinunciato alle sue responsabilità primarie» pur di trascinare all'infinito la vicenda Lewinsky. Il «nuovo» Clinton, galvanizzato dai sondaggi favorevoli, è partito all'attacco dei repubblicani nel giorno in cui hanno ripreso a circolare voci molto concrete su un possibile patteggiamento del Presidente con Paula Jones per chiudere definitivamente un capitolo che continua a insidiare la sua difesa contro l'impeachment. La Jones accusa Clinton di averla molestata in un albergo a Little Rock quando era ancora governatore - dice che la fece salire in camera e poi si lasciò cadere i pantaloni - ma la primavera scorsa il giudice Susan Webber Wright archiviò il caso. Nel frattempo la Jones ha fatto appello. E gli avvocati di Clinton sono tornati a trattare per evitare spiacevoli sorprese nel giudizio di secondo grado. Il caso Jones e quello Lewinsky sono strettamente collegati: fu nell'ambito del caso Jones che Clinton disse sotto giuramento di non avere avuto «relazioni sessuali» con Monica Lewinsky. Molti giuristi sostengono che l'aver commesso spergiuro in un caso archiviato è un reato molto meno grave - e comunque non tale da giustificare un impeachment - di quanto non lo sarebbe se il caso venisse alla fine giudicato. Clinton, dunque, vuole evitare di arrivare all'appello. Ed ha istruito l'avvocato Robert Bennett di trovare una soluzione. Al- cune fonti dicono che la Jones vuole un milione di dollari e non un centesimo di meno. Altre fonti, citate ieri mattina dal «New York Times», dicono che Bennett ha fatto una contro-proposta di mezzo milione di dollari. Ma la novità, che ha facilitato la ripresa della trattativa, non riguarda i soldi: la Jones non pretende più che il Presidente le chieda scusa. La prospettiva di dover sborsare altri soldi certo non rallegra il Presidente, dicono alla Casa Bianca. I Clinton hanno accumulato debiti che alcuni stimano in 6 milioni di dollari - in larga misura parcelle legali. Non solo: un eventuale compromesso con il Congresso per evitare l'impeachment - compromesso che potrà essere negoziato solo dopo le elezioni di novembre - includerà quasi certamente un'ammenda cospicua (alcuni parlano addirittura di 4 milioni di dollari, tanto quanto è costata l'indagine di Kenneth Starr dallo scorso gennaio, quando il Presidente mentì sulla sua relazione con la Lewinsky). Solo se Clinton eviterà l'umiliazione di dover abbandonare la Casa Bianca potrà mai sperare di ripagare i suoi debiti (libri, conferenze, consulenze a peso d'oro). E così, forte della sua nuova popolarità - ieri gli ultimi dati Cbs/New York Times confermavano che due terzi del Paese sostengono il Presidente e non vogliono l'impeachment - il Presidente è tornato a menar fendenti nella mischia pre-elettorale. «E' ora che il Congresso torni al lavoro», ha dichiarato con ritrovata sicurezza e senza l'ombra di quella contrizione che aveva sfoggiato in maniera quasi eccessiva le scorse settimane. «E' ora che la smetta di mettere la politica al di sopra degli interessi della gente». La risposta dei repubblicani non si è fatta aspettare. «Il nostro lavoro lo facciamo eccome», ha detto Trent Lott, leader della maggioranza al Senato. «E forse lui non se n'è accorto perché è distratto da altre cose...». Ma questo Congresso, a detta di quasi tutti gli osservatori, è stato uno dei più pigri e svogliati che si ricordi. E questo improvviso attivismo sulla vicenda Lewinsky - la commissione Giustizia ieri stava deliberando se e come diffondere altre 650 mila pagine di documenti - infastidisce gli elettori. Secondo il sondaggio Cbs/New York Times, il 78 per cento degli americani ritiene che il materiale scaricato dalla commissione Giustizia nelle ultime settimane - incluso il video del Presidente - non avrebbe dovuto essere dato in pasto al pubblico. Andrea di Robilant La ragazza ha chiesto un milione di dollari per non fare appello La Casa Bianca le ha offerto la metà <• t t t t t t / MIL BORSINO T I / [DEL SEXGATEIJ 1 CLINTON | 1 SONDAGGI jpTpoirnci "JJk i^WAUL STREET" Z^T" La conferenza stampa di Clinton alla Casa Bianca, alle sue spalle il segretario al Tesoro Robert Rubin

Luoghi citati: Little Rock, Washington