LE RAGIONI PER NON DIRE NO di Mario Deaglio

LE RAGIONI PER NON DIRE NO LE RAGIONI PER NON DIRE NO di posti di lavoro; nel momento di avvio dell'Euro, una debolezza politica italiana potrebbe tradursi in posizioni e politiche sfavorevoli all'Italia. La quarta ragione è che le incertezze della politica stanno ritardando la riduzione dei tassi di interesse a breve, il che sottopone l'economia a un'ulteriore azione frenante. L'effetto combinato delle spinte negative e dei mancati stimoli derivanti da questo complesso di fattori si tradurrebbe sicuramente in un aumento piuttosto sensibiledelia disoccupazione, il che è l'esatto contrario di ciucilo che l'on, Bertinotti dichiara di volere. E qui si innesta la quinta ragione: i dati sull'occupazione a luglio sono abbastanza lusinghieri e, per quanto debbano essere confermati, indicano che forse il Mezzogiorno è ormai giunto al giro di boa e la sua disastrata economia può cominciare ad accennare a un recupero. Insomma, la minaccia di un'immediata paralisi della politica economica si materializza proprio quando le cose sembrano avviarsi per il verso giusto. Perché allora l'on. Bertinotti, un uomo al quale sarebbe arduo muovere l'accusa di spicciolo opportunismo politico, si ostina in un'opposizione cosi netta e dalle conseguenze potenzialmente cosi disastrose non solo per lo schieramento ora al potere ma, più generalmente, per l'andamento dell'economia? All'origine dell'insoddisfazione berti nottiana sembra esserci un rifiuto viscerale a riconoscere che l'economia italiana è un'economia di mercato inserita in un contesto internazionale di economie di mercato. La sua è una posizione di principio che, in uno schema ideologi- co dominato dalla lotta di classe, tende a considerare come negativo qualsiasi atto di politica economica, qualsiasi atto di governo di quest'economia che non abbia come fine la radicale e rapida trasformazione. In questo contesto, governare significa in ogni caso abbassarsi a compromessi pragmatici, significa «sporcarsi le mani», perdere la propria purezza ideologica. Il partito della Rifondazione comunista ha mostrato infatti una chiara incapacità anche solo a pensare in termini di partecipazione al governo del Paese, limitandosi al ruolo, anche tatticamente più facile, di voce critica della maggioranza. Con simili pregiudiziali, Bertinotti e i suoi possono sicuramente giocare un ruolo tra i movimenti di opinione, dove in ogni caso presentano istanze e illustrano situazioni di disagio degne di rispetto, ma sono scarsamente a loro agio nelle aule parlamentari. Indipendentemente dalle sorti del governo, che potrebbero essere affrontate separatamente, l'approvazione di una legge finanziaria nei tempi previsti dovrebbe essere considerata una sorta di «atto dovuto» di questo Parlamento nei confronti dell'economia del Paese. Troppo spesso in passato le ragioni dell'economia sono state calpestate dai politici, e questo proprio in occasioni di legge finanziarie dominate da preoccupazioni clientelari; è opportuno che un'economia che sta muovendosi con molto sforzo verso la normalità e il recupero della disoccupazione non venga risospinta nel mare della precarietà e dell'incertezza. Mario Deaglio

Persone citate: Bertinotti

Luoghi citati: Italia