La Cancelleria per un pugno di voti
La Cancelleria per un pugno di voti Domani si vota, le discordanze tra gli ultimi sondaggi confermano che la partita è aperta La Cancelleria per un pugno di voti Kohl-Scbroeder alfotofinish BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Helmut Kohl o Gerhard Schroeder? La «Sicurezza» o «La forza del nuovo»? Sfortunatamente per i 60,5 milioni di elettori tedeschi che domani eleggeranno il nuovo Bundestag, la scelta non è così netta, così marcata. Ma se le elezioni di domani sono le più confuse del secondo dopoguerra, la ragione è chiara: bisogna votare un partito ma la vera scelta è fra due uomini, il Cancelliere Kohl e il socialdemocratico Gerhard Schroeder. E nel caso di elezioni fortemente personalizzate come queste - nei quali i contenuti stanno sullo sfondo a beneficio dello scontro fra leader, appunto - il dilemma e l'imbarazzo degli elettori possono avere ripercussioni imprevedibili sul risultato. Che farà, per esempio, chi vorrebbe votare Cdu ma è stufo di Helmut Kohl? Che farà chi si sente attratto dalla novità di Schroeder ma teme che a governare per davvero sarebbe poi Oskar Lafontaine, l'ala tradizionalista della socialdemocrazia tedesca? E cosa farà chi vorrebbe restar fedele all'Spd, ma non se la sente di rischiare l'esperimento Schroeder, annunciato dalle spericolate evoluzioni «antisociali» del ministro ombra per l'Economia Jost Stolmmann? Alla vigilia di un voto che con una punta di civetteria i tedeschi considerano di grande rilevanza per l'Europa oltre che per la Gei-mania, queste domande restano senza una risposta, e spiegano l'alta percentuale di indecisi. I sondaggi più recenti confermano: fra un quinto e un terzo dei tedeschi non sanno ancora per chi votare e lamentano mancanza di chiarezza nell'offerta politica dei principali partiti. Anche le mdicazioni sulle intenzioni di voto ne risultano condizionate: gli ultimi sondaggi ribadiscono il vantaggio dei socialdemocratici sulla La comdel mecelettoralerenderei partiti plessità anismo potrebbe decisivi minori Cdu, ma con diversa rilevanza. Quattro punti e mezzo secondo l'Istituto Allesbach (40,5% all'Spd, 36% al partito di Kohl), 4 punti secondo l'Istituto Forsa (42 a 38), un punto secondo l'Istituto Emnid (40 a 39). Anche sull'evoluzione degli umori elettorali non c'è unanimità fra chi considera la tendenza stabile, chi indica un lieve ribasso della Cdu e chi sottolinea un leggero guadagno dell'Spd. Gli analisti avvertono del resto che il margine di errore è particolarmente alto, questa volta, fino a 3 punti e più, secondo il professor Peter Loesche: «Le differenze fino a quattro punti indicati dai sondaggi non sono dunque un indizio di vittoria o di sconfitta». Insomma la partita è aperta, e tutto lascia prevedere un testa a testa fra Spd e Cdu. Con quali conseguenze? A causa della complessità del meccanismo elettorale, molto dipenderà dai partiti minori attualmente rappresentanti al Bundestag, i Verdi, i liberali dell'Fdp e i neocomunisti della Pds: se nessuno otterrà il quorum del 5% (o tre mandati diretti, sui quali conta la Pds all'Est), ai grandi potrebbe bastare il 40% dei voti per ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento. Se la Pds ce la facesse, una coalizione fra Spd e il partito ecologista (che gli ultimi sondaggi danno fra il 5 e il 6%) potrebbe essere impossibile, e la via della Grande Coalizione sarebbe obbligata. Se i liberali - attuali alleati di Helmut Kohl e accreditati fra il 5 e il 6,5% - fossero esclusi, una grande coalizione diventerebbe di nuovo l'ipotesi più probabile. Guidata da chi? Paradossalmente per una campagna impostata sullo scontro KohlSchroeder, a guidarla potrebbero non essere nè l'uno nè l'altro: non Kohl, indisponibile a un'alleanza con l'Spd, ma Wolfgang Schaeuble. Non Schroeder ma Lafontaine, se l'Spd fosse partner di minoranza. Schroeder ha sempre garantito: «Resterò a Bonn soltanto da Cancelliere». (e. n.] La complessità del meccanismo elettorale potrebbe rendere decisivi i partiti minori Il Cancelliere Kohl (al centro) brinda con il ministro delle Finanze Waigel (destra) e il presidente bavarese Stoibei Il Cancelliere Kohl (al centro) brinda con il ministro delle Finanze Waigel (destra) e il presidente bavarese Stoibei IA GERMANIA AL VOTO
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