«Il Paese non vuole un governo rosso-verde »

«Il Paese non vuole un governo rosso-verde » Schaeuble: perché vinceremo «Il Paese non vuole un governo rosso-verde » BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Onorevole Wolfgang Schaeuble, lei è il delfino designato di Helmut Kohl. Si parla molto, in questi giorni, di Grande Coalizione fra Cdu e Spd. E' favorevole a un'ipotesi che la porterebbe a collaborare con l'Spd, considerato il «no» di Kohl a un'alleanza con i socialdemocratici? «Anche se in linea di principio i partiti democratici possono collaborare, e dopo il voto bisognerà accettare il risultato, una grande coalizione non è di per sé una soluzione ragionevole. La democrazia infatti ha bisogno della concorrenza fra partiti, e in una grande coalizione questa sfida mancherebbe: i due grandi partiti avrebbero insieme oltre il 70% dei seggi. Le avance di Schroeder sono una danza dei veli, un tentativo di confondere gli elettori e nascondere che la vera alternativa, in caso di una nostra sconfitta, sarebbe un governo rosso verde. La scelta della vecchia sinistra. Ma credo che abbiamo ottime possibilità di farcela». La Cdu ha certo guadagnato terreno, e le elezioni in Baviera sono state un tonico. Ma la svolta non c'è stata. «I sondaggi indicano che l'adesione degli elettori ai contenuti programatici dell'Spd è in continuo calo: gli elettori si accorgono che quel programma è privo di sostanza. E si accorgono che l'alternativa a un governo Kohl è un governo rosso-verde, che oltre il 50% degli elettori non vuole. Sarebbe l'ingresso in un'altra Repubblica: un governo del genere solleverebbe molte preoccupate domande sull'affidabilità del nostro Paese». Nonostante il suo ottimismo, tuttavia, la gente è stufa di Kohl anche se non manifesta particolare entusiasmo per l'Spd. Non è proprio Kohl il più grave problema della Cdu? «Al contrario. Il Cancelliere è garanzia di affidabilità, autorevolezza, competenza, tolleranza. Basta pensare alla decisione sull'Unione monetaria, presa a 4 mesi dalle elezioni tedesche: non so quanti altri uomini politici avrebbero avuto il coraggio di fare lo stesso, mentre la popolazione era spaventata dall'abbandono del Marco. L'Spd dice che 16 anni sono troppi? Tutto è relativo e francamente 16 settimane di governo rosso verde sembrerebbero molto più lunghi di 16 anni di governo Kohl. Il problema vero è un altro: qual è la via migliore per risolvere i problemi?». Ma le incertezze restano Perché la Cdu non ha detto chiaramente che in caso di vittoria Kohl avrebbe ceduto a lei il testimone, dopo 2 an ni? «Non sarebbe stata una decisione intelligente: ho un rapporto mol to stretto con il Cancelliere, è vero. Ma la sua leadership non è in discussione». L'Spd ha comunque un van taggio elettorale: ((Le facce nuove le abbiamo noi», dice. «La campagna dell'Spd si appoggia a un apparato professionale e all'aiuto di molti esperti americani. Ma tanto impegno mediatico fa il pari con la rinuncia ai contenuti, e sono gli stessi mass media a sottolinearlo. Pensiamo alla squadra Spd: qualsiasi confronto fra il governo Kohl e il governo ombra di Schroeder si risolve in un disastro per loro. Per questo non lo si è visto, quel "governo", in campagna elettorale. Sarà una domanda a decidere le elezioni: vale di più la sceneggiata mediatica o i contenuti?» Non crede comunque che dopo 16 anni un cambio sare bbe un guadagno per la democrazia? «La democrazia non dipende dal cambio ma dalla possibilità di realizzare un cambio. E questa possibilità c'è, ogni 4 anni». Kohl si presenta come il Cancelliere della grande politica internazionale. Ma il governo tedesco non ha rischiato troppo nei confronti della Russia, accordando crediti troppo facili e senza cautelarsi abbastanza? «Non dimentichiamoci della riunificazione e del ruolo giocato da Mosca. E non dimentichiamoci del nostro interesse affinché il ritiro delle truppe sovietiche dal nostro territorio avvenisse nella stabilità. Pensiamo infine ai benefici per le relazioni internazionali. Che alternative c'erano, a quegli aiuti?». Voi siete al governo da 16 anni: perché avete aspettato tanto ad avviare la riforma fiscale dalla quale adesso fate dipendere il rilancio del Paese? «Nei primi 8 anni abbiamo realizzato una riforma fiscale con sgravi per oltre 40 miliardi di marchi : una delle ragioni per le quali per 7 anni c'è stata crescita continua con una eccezionale stabilità dei prezzi. Poi c'è stata la riunificazione e abbiamo dovuto concentrarci su quella sfida. Ma in questa legislatura abbiamo raddoppiato il minimo vitale esentasse e aumentato lo sgravio delle famiglie per un volume di 35 miliardi di inarchi. Nel '97 abbiamo approvato la grande riforma fiscale ma l'Spd l'ha bloccata al Bundesrat: se fosse entrata in vigore avrebbe danneggiato le possibilità elettorali di quel partito. Queste elezioni saranno anche un referendum sulla riforma fiscale». L'Est volta le spalle a Kohl: perché il suo governo non ha mantenuto le promesse o perché la gente all'Est non vi è abbastanza riconoscente? «All'Est la gente aveva speranze che non sono state completamente soddisfatte. D'altro canto, all'Est la gente oscilla fra i partiti molto più che all'Ovest: il legame con i partiti è molto più debole che all'Ovest. Ma la gente all'Est sa benissimo che le cose vanno molto meglio adesso, che i cambiamenti sono stati enormi». Qual è lo scenario Cdu del dopo Kohl? «Lo scenario è che Kohl si è candidato alle elezioni e ci battiamo perché vinca, non per speculare I che cosa potrebbe succedere in futuro». Ma non temete il caos in caso di sconfitta? «Se perdiamo il caos nascerà dal fatto che ha vinto il rosso-verde e che al Bundesrat non ci sarà più nessun correttivo. Per la Cdu vale quel che si dice della Chiesa cattolica, "semper reformanda": abbiamo sviluppato un'ottima stmltura dirigente nei Laender, e la nostra scala di età è molto armonica. Fra i dirigenti dell'Spd non ci sono quasi differenze di generazione, non c'è ricambio». In caso di vittoria Spd, la grande maggioranza dei governi europei sarà controllata dai socialisti. Non teme l'assedio? «I governi socialdemocratici non sono tutti uguali, in Europa. I governi olandese, inglese, italiano sono riformatori e innovatori proprio come il governo Cdu. Hanno ben poco in comune con Lafontaine». Arriva la Repubblica di Berlino: con quali conseguenze sulla politica tedesca e l'immagine della Germania? «La politica tedesca non cambierà con lo spostamento del governo: la posizione della Germania nel mondo è cambiata semmai con la caduta del Muro. A Berlino, piuttosto, si rafforzerà la "presenza della politica" nella città, il collegamento con il mondo estemo e i suoi problemi. La cultura politica tedesca riceverà nuovi impulsi: qui a Bonn l'intera macchina politica è riunita in questo quartiere governativo fra i prati e il Reno. E' piacevole, comodo, ma ha molto poco a che vedere con la vita di questa piccola città. Sono due mondi divisi». «La grande coalizione? Possibile ma non sarebbe una soluzione ragionevole. Le avances di Schroeder vogliono soltanto confondere gli elettori» «La domanda che deciderà le elezioni sarà: vale di più il bluff mediatico dell'Spd o il nostro programma fatto di solide proposte?» S« IL DELFINO DEL CANCELLIERE

Luoghi citati: Baviera, Berlino, Bonn, Europa, Germania, Mosca, Russia