«Crimine impresa senza crisi» di E. M.
«Crimine impresa senza crisi» Lo dice Macchi «Crimine impresa senza crisi» AOSTA. Anno Duemila, Vienna, il mondo firma il protocollo per combattere la criminalità organizzata. Due anni, due anni ancora per definire quella che oggi è soltanto una bozza di convenzione. «Ma siamo vicini», dice Pino Arlacchi, vice segretario dell'Onu, direttore esecutivo per la lotta alla droga e la prevenzione contro il crimine. Lo scenario è questo: i cartelli della droga in Sud America e nell'ex «triangolo d'oro» del Sud-Est asiatico decimati, il mito dell'invincibilità delle mafie crollato, ma con un improvviso quanto diffuso fenomeno di «nuova schiavitù», con la tratta degli uomini per la manovalanza criminale e di donne e bimbi nel campo della prostituzione. Arlacchi parla al convegno organizzato dalla Fondazione Courmayeur e dall'Ispac, l'istituto delle Nazioni Unite che studia i fenomeni criminali e cerca di prevenirli e combatterli: «Non abbiamo sconfitto le mafie, ma il loro mito. Pensiamo a Cosa Nostra, ad esempio. Attenti però, oggi operano gruppi criminali più pericolosi di prima, più difficili da individuare. Sono medi o piccoli e hanno abbandonato lo stragismo e la sfida diretta allo Stato, adesso la loro è una strategia di più basso profilo, basata sulla corruzione. E sono gruppi che si nascondono dietro forme societarie in apparenza legali». Inciso sulla legalizzazione delle droghe: «E' un'ingenuità, è dimostrato che non serve per sconfiggere le mafie». Quanti sono non si sa, Pino Arlacchi non cede a quello che definisce il «terrorismo dei numeri» e non offre cifre approssimative, smentisce però la tesi che ci possano essere pochi gruppi di potere criminale o una holding mondiale che possa dirigere i nuovi fenomeni criminosi, quali ad esempio le truffe telematiche. «Il loro giro d'affari è tra il 2 e il 5 per cento dell'intero prodotto interno lordo mondiale». Miliardi di dollari. [e. m.]
Persone citate: Arlacchi, Macchi, Pino Arlacchi
Luoghi citati: Aosta, Sud America, Vienna
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