«Noi annaspavamo I libici guardavano»

«Noi annaspavamo I libici guardavano» Mazara: il racconto dei naufraghi del motopesca «Noi annaspavamo I libici guardavano» MAZARA DEL VALLO. «Ci siamo gettati in acqua per sfuggire alle fiamme e al fumo. I libici erano li, ci guardavano, ma non si muovevano». E' ancora sotto choc Lotfi Kachem, 26 anni, uno dei quattro marittimi tunisini superstiti con i cinque siciliani dopo lo speronamento del motopeschereccio di Mazara del Vallo, Orchidea, da parte di una vedetta libica nel Golfo della Sirte nella notte tra mercoledì e giovedì. Ed è furente con i libici: «Perché non si sono mossi, nonostante in mare si sia tutti fratelli e noi siamo musulmani come loro». Il giovane è sbarcato ieri verso mezzogiorno sul molo del porto-canale mazarese dalla nave Tulipano, uno dei battelli accorsi l'altra notte sul luogo dello scontro. E a casa il Tulipano ha mestamente riportato anche il corpo del motorista Gaspare Margiotta, 52 anni, la tempia sinistra squarciata. Si era tuffato in mare assieme agli altri nove uomini dell equipaggio, perché a bordo era divampato un incendio. Margiotta ha battuto violentemente il capo forse contro una delle tavole scagliate in acqua dai suoi compagni per restare a galla. I funerali del macchinista saranno celebrati oggi alle 15. Ieri oltre mille persone hanno atteso sulle banchine del porto l'arrivo dei marinai. Il sindaco Giovanni D'Alfio ha proclamato il lutto cittadino. Vito Giacalone, il comandante e comproprietario dell'Orchidea è ricoverato con un forte trauma e varie lesioni nell'ospedale «Abele Aiello» di Mazara del Vallo. Lo hanno trasportato lì con un elicottero del Sar di Trapani che l'ha prelevato direttamente dal «Berenice», una delle navi che lentamente sta trainando il battello danneggiato verso la costa siciliana. «Abbiamo danni per almeno un miliardo» ha detto Giacalone che lino a sera è stato interrogato dalla polizia. Da Tripoli non è giunta ancora alcuna scusa ufficiale, ma all'ambasciatore d'Italia Fabio Migliorini è stato espresso il «rincrescimento» della Libia. Sempere ieri c'è stata riunione del consiglio dei ministri alla quale ha partecipato il presidente della Regione siciliana Giuseppe Drago. Prodi ha assicurato che il governo tutelerà gli interessi italiani per la conclusione degli accordi di pesca con gli altri Paesi del Mediterraneo. Un problema questo che Lega Pesca e Federpesca hanno riproposto in termini da ultimatum al ministro degli Esteri Lamberto Dini. E parlano di atto di pirateria la parlamentare di Forza Italia Cristina Matranga e la presidentessa della Provincia di Trapani, Giulia Adamo, anche lei forzista. «E' superficiale pensare di fermare queste azioni con note di protesta: Gheddafi alleva pirati, non diplomatici» ha detto Cristina Matranga. Antonio Ravidà L'arrivo della salma del pescatore di Mazara del Vallo morto nel naufragio al largo del Mediterraneo

Luoghi citati: Italia, Libia, Mazara Del Vallo, Sirte, Tripoli