L'Europa candida Ciampi all'Fmi

L'Europa candida Ciampi all'Fmi L'Europa candida Ciampi all'Fmi II ministro: «Troppo sfilacciamento frena il pil» VIENNA DAL NOSTRO INVIATO La Finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri - anche se dovrà passare lo scoglio rappresentato da Fausto Bertinotti - e la candidatura ufficiale dell'Europa per il Comitato interinale del Fondo Monetario internazionale. Per il ministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi quella di ieri è una giornata che porta almeno due buone notizie. «E' inutile schermirsi - risponde a chi chiede notizie della sua prossima nomina a quello che è un po' il consiglio di amministrazione del Fmi - il presidente austriaco Rudolf Edlinger ha proposto il mio nome e nessuno ha detto nulla, c'è stato solo un applauso». Un'investitura unanime dai partner europei che si tradurrà senza dubbio nella nomina, visto che tradizionalmente il posto spetta al Vecchio Continente. Ma al di là della «promozione» internazionale, i crucci di Ciampi vengono dalla revisione al ribasso del Pil per quest'anno. Dal 2,5% di crescita che il governo contava di toccare quest'anno la previsione è stata ribassata ieri all'1,8%. «Io sono fiducioso, ma non ottimista a tutti i costi - commenta il ministro - la crescita nel primo semestre tasso di crescita particolarmente elevato. E sebbene pensiamo che ci possa essere un'accelerazione non riteniamo che ci consentirà di arrivare a quel livello». Ma quello che Ciampi rivendica è invece l'assoluto rispetto degli obiettivi di finanza pubblica: «Quest'anno avremo un rapporto tra l'indebitamento nella pubblica amministrazione e il Pil del 2,6% e tre punti in meno nel rapporto tra debito e Pil». Il rallentamento dell'economia porterà anche a un calo nel surplus previsto delle entrate fiscali. Lo preannuncia il ministro delle Finanze Vincenzo Visco: «Avremo un surplus, ma minore di quello che prevedevamo in agosto - spiega - confermiamo le previsioni che abbiamo fatto all'inizio dell'anno, ma allo stesso tempo abbiamo anticipato un abbassamento dell'imposizione sulle attività produttive». Rimborso sicuro, infine, per l'Eurotassa, assicura invece il ministro, smentendo le dichiarazioni un po' allarmistiche che giovedì sono venute da Palazzo Chigi. Se a dicembre, quando le aziende dovranno rimborsare i loro dipendenti, la Finanziaria non dovesse essere ancora approvata, spiega Visco, «vuol dire che faremo un decreto legge a perdere» per consentire l'operazione, [f. man.] Con le gioie i crucci: «Ormai impossibile il 2,5% di crescita» del '98 ha avuto un andamento meno positivo di quello che ci attendevamo». E se uno dei due fattori che prevedibilmente cita per spiegare il rallentamento dell'economia è l'effetto delle crisi finanziarie internazionali, è l'altro che gli lascia l'amaro in bocca: «In Italia c'è stato un andamento meno buono di quello che si sperava, un certo sfilacciamento della situazione, che è dipeso da cause in gran parte extraeconomiche». Quali? «L'esito non positivo della Bicamerale, poi la situazione politica». Le turbolenze politiche, insomma, contribuiscono ad abbattere una fiducia che in Italia è già più debole che in altri Paesi e «di questo vediamo l'influenza in parte sugli investimenti, ma soprattutto sui consumi, che nel '98 in termini reali avranno una crescita inferiore a quella del '97». Ecco perché «il 2,5% di crescita è inutile ormai starlo a considerare come posibile, perché presupporrebbe nella seconda parte del '98 un

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Fausto Bertinotti, Rudolf Edlinger, Vincenzo Visco, Visco

Luoghi citati: Europa, Italia, Vecchio Continente, Vienna