La mano rinasce in sala operatoria

La mano rinasce in sala operatoria La mano rinasce in sala operatoria Primo trapianto al mondo LIONE. Un altro traguardo por la medicina mondiale, un risultato «inseguito» da 30 anni. Mercoledì, all'ospedale Edouard Herriot di Lione, è stato portato a termine con successo il primo trapianto di una mano. L'equipe internazionale di chirurghi che ha realizzato l'intervento è guidata dal francese JeanMichel Dubernard e dall'australiano Earl Owen. Ne fa parte anche l'italiano Marco Lanzetta, responsabile del centro di chinirgia della mano dell'ospedale San Gerardo di Monza. Il primo bollettino medico ha sancito il successo dell'intervento: le condizioni del paziente trapiantato, Clint Hallam; neozelandese di 48 anni, sono «stabili e soddisfacenti». Lui, il «miracolato», al risveglio dall'anestesia, ha guardato la sua mano nuova ed ha pianto di gioia. Era menomato da 14 anni, da quel giorno che una sega elettrica gli aveva portato via la mano. Tra i primi a congratularsi con i medici, il presidente francese Jacques Chirac, che ha telefonato in ospedale dopo che sua moglie aveva assistito ad alcune fasi dell'operazione. Con questo trapianto si è aperta ima nuova frontiera della medicina: per la prima volta milioni di persone amputate per incidenti, infortuni, mine di guerra, oppine menomate dalla nascita hanno la speranza di recuperare in pieno la funzionalità di un arto che si credeva perduto, senza più ricorrere a protesi o avveniristici meccanismi bionici. Gli ingredienti del successo? I miracoli della microchirurgia e un'efficace cura antirigetto. La prima ha permesso di saldare ossa, vasi sanguigni e, cosa più difficile, i nervi. La seconda ha consentito all'organismo di accettare la nuova mano, senza lanciarle il primo, terribile, attacco del sistema immunitario. Il donatore della mano (la destra, con parte dell'avambraccio) è un uomo di 43 anni, del quale non è stato reso noto il nome, morto in una località un centinaio di chilo metri a Sud di Lione. Alle 4,30 di mercoledì l'equipe chirurgica è partita da Lione per raggiungere l'ospedale di Valence, dove alle 6 è cominciata l'operazione di espianto di parte dell'avambraccio destro, al di sotto del gomito, dal donatore. L'arto è stato raffreddato e trasportato in elicottero all'ospedale Edouard Herriot di Lione, dove è stato trattato chirurgicamente per adattarlo con precisione al ricevente. In pre cedenza la mano aveva sostenuto tutta ima serie di test tendenti a rilevare il preciso stato di ossa, mu scoli, tendini e vasi sanguigni e po ter così stabilire le compatibilità con il ricevente. L'intervento di trapianto è co minciato a mezzogiorno ed è terminato alle 23 di mercoledì sera. Nella prima fase sono state fissate le ossa dell'arto da trapiant 1 moncherino, con placche e viti. E' quindi cominciata la parte più delicata dell'operazione, ed è stalo il turno di Marco Lanzetta: la riattivazione della circolazione sanguigna con la sutura delle arterie radiale e cubitale, e di tutti gli altri piccoli vasi sanguigni. La parte dell'intervento che ha richiesto i tempi più lunghi è stata quella della sutura dei tre nervi principali dell'avambraccio. Ma la battaglia più diffìcile per Clint Hallam deve ancora cominciare. La rieducazione della mano dovrebbe cominciare già da oggi, anche se i risultati funzionali dell'operazione non potranno essere valutati prima di un anno, un anno e mezzo: è il tempo che occorre al processo di rigenerazione nervosa per completarsi, fino al raggiungimento dell'estremità delle dita. C'è entusiamo tra i medici in Ita- lia. «E' solo il primo passo. Presto si arriverà al trapianto dell'intero braccio» dice il direttore del centro trapianti dell'università di Roma La Sapienza, Raffaello Cortesini. Che annuncia «nei primi mesi del prossimo anno» l'avvio della sperimentazione a Roma e a New York del vaccino antirigetto messo a punto in Italia, dal gruppo di ricercatori del Centro trapianti dell'università La Sapienza diretto dallo stesso Cortesini. Con meraviglia ed interesse anche l'ex pilota di Formula 1 Alessandro Nannini ha accolto la notizia: «Per riavere un braccio totalmente funzionante mi sottoporrei subito ad un trapianto». Nannini, il 12 ottobre del '90 subì l'amputazio¬ ne dell'avambraccio destro in un incidente d'elicottero. L'arto gli venne riattaccato, ma la funzionalità della mano è solo parziale. 11 disegno di legge sui trapianti recentemente approvato dalla Commissione Affari sociali della Camera non fa riferimento esplicito al trapianto di arti, ma precisa che è possibile prelevare tutti gli organi ad eccezione di genitali ed encefalo. Il documento affronta poi il problema doloroso e controverso delle donazioni. E prevede l'istituzione di un sistema informativo nazionale per registrare le donazioni in grado di garantire in modo trasparente chi è donatore e chi non lo è. Tutti saranno cioè chiamati a dichiarare la propria volontà, favorevole o contraria, a donare gli organi. Ma attenzione: chi non si pronuncerà sarà considerato «potenziale donatore». In caso di morte, i parenti potranno opporsi al prelievo se saranno in grado di presentare una dichiarazione di volontà contraria del defunto. Antonella Torra Quando il paziente neozelandese si è risvegliato è scoppiato in lacrime Una ricerca che durava da trentanni 11 pilota Nannini: mi prenoto anch'io 3" FASE Alle 12,30 comincia l'intervento. Nella prima parte vengono fissate le ossa dell'arto da trapiantare al moncherino, con placche e viti 2" FASE L'arto viene raffreddato e trasportato in elicottero all'ospedale Edouard Herriot di Lione, dove viene trattato chirurgicamente per adattarlo al ricevente. 1" Wtól Alle 4.30 di mercoledì l'equipe chirurgica parte da Lione per raggiungere l'ospedale di Valence, dove alle 6 comincia l'operazione di espianto di parte dell'avambraccio destro, al di sotto del gomito, dal donatore. 4° FASE Viene riattivata la circolazione sanguigna con la sutura delle arterie radiale e cubitale, e di tutti gli altri piccoli vasi sanguigni. 5" FASI L'ultima parte dell'intervento e anche la più lunga: i chirurghi suturano i tre nervi principali dell'avambraccio. «"FASI Il trattamento post-operatorio: comincia la somministrazione di farmaci immunodepressivi per scongiurare il rigetto. per adattarlo al ricevente. Un momento dell'intervento di trapianto della mano i Un momento dell'intervento di trapianto della mano

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