«Milosevic i nostri aerei sono pronti»

«Milosevic i nostri aerei sono pronti» La Nato sul Kosovo «Milosevic i nostri aerei sono pronti» ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Attacchi con missili Cruise e bombardamenti aerei limitati contro le postazioni militari serbe per fermare il conflitto nel Kosovo. Questi sono i piani d'intervento della Nato decisi ieri dai ministri della Difesa alleati riuniti a Vilamoura, in Portogallo. Dopo mesi di avvertimenti al presidente jugoslavo Milosevic, la Nato ha dato ordine ai suoi comandanti militari di preparare le forze per un'azione armata nel Kosovo. «Con oltre 250 mila kosovari cacciati dalle loro case e con il freddo che sta arrivando, Milosevic deve rispondere subito al volere della comunità internazionale», ha dichiarato il presidente Clinton, sottolineando che gli Usa e i loro alleati stanno lasciando la strada dei piani e sono pronti all'azione. «Si tratta di un segnale importante che la Nato è pronta a usare la forza», ha detto il Segretario generale dell'Alleanza Atlantica Javier Solana, spiegando tuttavia che non è stata ancora presa la decisione di farlo. Durante la riunione la Gennania ha chiesto che venga lanciato un ultimatum a Milosevic: se i combattimenti nel Kosovo non cessano fra trecinque settimane al massimo, Belgrado dovrà affrontare i raid alleati. «Si è discusso sull'ultimatum al Presidente jugoslavo. Non lo lanciamo per ora, ma tra breve ci sarà», ha confennato il ministro della Difesa americano William Cohen. Per la prima volta dall'inizio della crisi kosovara le forze alleate sembrano dunque pronte a colpire i bersagli militari serbi per impedire che le truppe di Milosevic continuino ad attaccare civili albanesi del Kosovo. La decisione presa a Villainoura rafforza la Risoluzione approvata il giorno precedente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che chiede la cessazione immediata delle ostilità e la ripresa dei negoziati tra serbi ed albanesi, accusando Milosevic di essere il principale responsabile del conflitto. Belgrado ha risposto che la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza non ha alcun fondamento giuridico né politico: «Sbagliano a non chiamare in causa l'Albania che addestra i terroristi - affermano le autorità jugoslave, continuando a sostenere che il Kosovo è una questione interna -. Nella regione è in corso un'operazione di polizia per combattere i terroristi albanesi». In realtà sul terreno sono schierate ingenti forze dell'esercito jugoslavo, che attaccano sistematicamente tutti i villaggi albanesi. Ieri l'artiglieria pesante ha bombardato senza tregua i paesi nella zona di Drenica, e i soldati hanno incendiato le case degli albanesi. Ogni giorno migliaia di nuovi profughi sono costretti a scappare. Nei boschi e sulle montagne del Kosovo vivono all'addiaccio 50 mila donne, vecchi e bambini: Senza cibo, accora né medicinali sono oramai ridotti in condizioni disperate. Ingrid Badurina