Il Fondo vuole Ciampi di Stefano Lepri

Il Fondo vuole Ciampi Il Fondo vuole Ciampi In corsa per il comitato interinale un promoveatur ne moveatur (promuovere qualcuno perché resti al suo posto) che viene dall'estero. Per presiedere il «Comitato interinale» bisogna infatti restare ministri del Tesoro. La carica è vacante perché chi la occupava da anni, il ministro del Tesoro belga Philippe Maystadt, si è dimesso dal governo per fare il capo di un partito. Ai suoi interlocutori, Ciampi aveva fatto presente che nella migliore delle ipotesi il governo di cui fa parte sarebbe durato fino alla primavera 2001. Ma loro hanno insistito. Erano dunque infondate le voci di corridoio secondo cui Ciampi (78 anni) avrebbe avuto intenzione di mettersi a riposo l'estate prossima. Con una così importante carica internazionale assegnata all'Italia, si creerà un forte condizionamento a mantenerlo al Tesoro anche in caso di cambio di governo senza scioglimento delle Camere. E non sorprende che della candidatura al Fmi si siano fatti promotori i tedeschi. Sono loro a sembrare convinti - a torto o a ragione - che la «sostenibilità» nel tempo del risanamento della finanza pubblica italiana sarebbe a rischio in caso di sostituzione del ministro. Con l'Euro, si era detto, le scelte economiche interne di ciascuno dei Paesi membri diventeranno affare anche degli altri. Lo si è visto giorni fa con le tirate d'orecchi di Hans Tietmeyer e di Wim Duisenberg al collega e amico Antonio Fazio, per la politica monetaria della Banca d'Italia: in altri tempi, sarebbero parse un'ingerenza. La notizia della candidatura di Ciampi, tenuta segreta in Italia, è uscita ieri sul Financial Times per una confidenza del governo di Londra. La Francia ha confermato ufficialmente. Comincia ora una procedura serrata. Oggi pomeriggio al vertice di Vienna la proposta dei 4 membri europei del G-7 (Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia) sarà presumibilmente condivisa dagli altri Paesi dell'Unione europea. Alla riunione del «Comitato interinale» il 3 ottobre americani e giapponesi difficilmente avranno da obiettare a una candidatura che per tradizione spetta all'Europa. L'Interim committee, organo decisionale del Fmi con 24 membri che rappresentano tutti i circa 180 Paesi associati (l'Italia ha la delega per Grecia, Portogallo, Albania, Malta e San Marino) decide sui criteri di impiego dei fondi Fmi, sul suo ruolo verso i Paesi in difficoltà. Sarà un impegno non da poco, nell'attuale crisi finanziaria mondiale. Pur se l'elettronica, con l'uso sempre più frequente delle «teleconferenze», risparmierà molti viaggi. Stefano Lepri

Persone citate: Antonio Fazio, Ciampi, Hans Tietmeyer, Philippe Maystadt, Wim Duisenberg