I veri meriti di Dimitar Peshev di Gabriele Nissim
I veri meriti di Dimitar Peshev LA LETTERA DI O.d.B. I veri meriti di Dimitar Peshev LA storia del passato prossimo è sempre più complicata. Pubblico, dunque, quanto scrive il Signor Nissim: <• Probabilmente lo scrivente non è a conoscenza degli avvenimenti del marzo 1943 in Bulgaria e della straordinaria figura di Dimitar Peshev, certo non per sua cattiva volontà, ma a causa della propaganda operata dal regime comunista, che è quasi riuscito ad assassinare la memoria dell'ex vicepresidente del parlamento. Peshev, infatti, dopo la guerra fu condannato a 15 anni di lavori forzati e presentato nella stampa di regime come un reazionario fascista e antisemita. Il motivo di tanto accanimento nei suoi confronti dipendeva dal fatto che i comunisti volevano assumersi il merito del salvataggio degli ebrei dell'interno mistificando il corso degli eventi, e facendo così di Peshev un "signor nessuno" da dimenticare nel Nuovo mondo comunista. L'azione di I veri di DiPes meriti mitar hev Peshev cominciò proprio quando ebbe la notizia che gli ebrei di Tracia e Macedonia venivano deportati e che simile sorte stava per toccare agli ebrei dell'interno. L'ordine della deportazione dietro la pressione dei tedeschi era stato deciso il 2 marzo del 1943 in una riunione segreta del Governo Filov. La deportazione degli ebrei della Tracia ebbe inizio il 4 marzo, e subito giunsero notizie allarmanti a Sofia. Il 7 marzo Peshev venne avvertito dai suoi concittadini ebrei in pericolo e subito si precipitò dal ministro degli Interni e lo convinse a far revocare l'ordine per tutti gli ebrei della Bulgaria storica e poi con la sua famosa lettera di protesta in parlamento fece scoppiare uno scandalo politico che impedì al re di prestarsi a consegnare gli ebrei dell'interno. La sua azione gli costò molto cara, perché un mese dopo Peshev, per decisione dello stesso re e del primo ministro, fu destituito dalla sua carica di vicepresidente del parlamento nel corso di una drammatica riunione in cui gli fu addirittura impedito di parlare. Aveva però compiuto il miracolo: i 48 mila ebrei bulgari non seguirono il destino dei 12 mila ebrei dei territori...». Gentile Signor Nissim, la ringrazio per la sua rettifica. Maledetta guerra, quanto è diffìcile riconoscere il vero e farlo conoscere. Oreste del Buono In una lettera al vostro giornale pubblicata il 12 settembre e firmata da un «ebreo jugoslavo deportato» si sostiene che Dimitar Peshev, vicepresidente del parlamento nel 1943 (e non «vicepresidente del Governo bulgaro») non dovrebbe essere annoverato tra i «Giusti» del nostro secolo poiché gli ebrei di Tracia e di Macedonia, a differenza di quelli della Bulgaria dell'interno non si salvarono. Peshev viene definito, con intento palesemente dispregiativo «il signor Peshev», mettendolo sullo stesso piano del bulgaro Boris III. Gabriele Nissim, Milano
Persone citate: Dimitar Peshev, Gentile Signor Nissim, Nissim, Oreste Del Buono
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