La terza via lastricata di spine

La terza via lastricata di spine discussione. Il guru del NewLabour duramente stroncato dall'«Economist» La terza via lastricata di spine Giddens, dilemmi per irritare i conservatori 1OME si stronca un guru? j Per saperlo basta leggere il giudizio che YEconomist ha dedicato al libro di Anthony Giddens Ttie Third Way, mandato nelle librerie inglesi dall'editrice Polity Press a metà settembre. Va da sé che espressioni come «terza via» sembrano fatte apposta per attirarsi la stroncature, anche in tempi di centrosinistra «mondiale». Ma Giddens non è un intellettuale qualsiasi: dopo una lunga militanza accademica a Cambridge, che lo ha imposto come uno dei migliori sociologi contemporanei, è diventato il direttore della London School of Econonhcs, e uno degli ispiratori principali di Tony Blair e del New Labour. h'Economist non ha avuto dubbi: «Questo libro è tremendamente, magistralmente e per certi aspetti disturbantemente vacuo». Il fatto è, scrive la bibbia liberista, che la terza via ira socialdemocrazia e neoliberismo non è solo una chiacchiera da salotto per intellettuali, è diventata anche la dottrina filosofica semiufficiale del partito laborista, e ha fatto da sfondo al «curious politicai seminary» newyorkese con Clinton, Blair e Prodi. E quindi va presa sul serio, magari per registrare che la terza via di Giddens è lastricata di genericità: cosicché alla fine di 170 pagine di aria fritta, fumosità, «appelli convenzionali alla virtù civica», rimane solo un criterio accertabile: «in base a questo libro, la terza via è qualunque cosa faccia il New Labour». Propaganda, insomma. Che cos'è, malizia politica, faziosità anti-blairista, taccagneria conservatrice verso l'aerea generosità intellettuale del teorizzatore del «realismo utopico»? Certo, lo sberleffo dell'i?conomist è distruttivo. Ma per capire qualcosa in più su questa polemica conviene fare un passo indietro. Praticamente tutto ciò che è contenuto in The Third Way trova la sua matrice in un altro libro di Giddens, Oltre la destra e la sinistra, uscito nel 1994 e presentato in Italia un anno fa dal Mulino. Un saggio in cui, secondo il Manifesto, il sociologo inglese compie «una vera e propria elaborazione del lutto per la "morte" del socialismo in tutte le sue versioni». Oltre la destra e la sinistra nasceva dalla consapevolezza che nel mondo attuale «il conservatorismo fattosi radicale si oppone al socialismo divenuto conservatore». Preso dentro questo rovesciamento, Giddens elaborava il suo discorso filosofico-politico del «centro radicale»: ci accingiamo a vivere nell'area della «post-scarsità», nel regno dei valori «postmaterialisti» analizzato da Ronald Inglehart. In questa prospettiva, e «in un universo sociale in cui i possibili futuri non solo sono costantemente valutati rispetto al presente ma contribuiscono attivamente a plasmarlo», le categorie politiche classiche appaiono insignificanti. Nel futuro universo sociale pensato da Giddens, e quindi in parte già oggi, la politica deve intervenire sugli squilibri di potere piuttosto che sulla distribuzione del reddito, e poi sul decentramento dei livelli di governo, sulla presenza di povertà; il welfare deve diventare «positi¬ vo» (incorporando il rischio anziché offrendo una tutela) e la dimensione ecologica acquista un rilievo cruciale. Ci dev'essere effettivamente un sortilegio nella London School of Economics, se è vero che un famoso ex direttore della scuola, Ralf Dahrendorf, ebbe a dire che essa «ha sempre vissuto sul rischioso crinale dove si incrociano l'ambizione di comprendere le cose e l'ambizione di cambiarle». Per Giddens, che per più di vent'anni è stato apprezzato anche come quadrato costruttore di manuali sociologici, questo sortilegio si è espresso con la maturazione di interessi non convenzionali (a cominciare dal saggio dedicato nel 1995 a La trasformazione dell'intimità), per finire pericolosamente in politi¬ ca con «la terza via». Questo suo ultimo e controverso libro va preso innanzitutto per quello che è, non per come lo hanno salutato i critici più sbilanciati a sinistra: non una grande opera di teoria ma un prontuario divulgativo. All'incirca «tutto quello che avreste -roluto sapere sulla terza via». Con tanto di riepiloghi, di elenchi, di box. Tutto questo per provare a dare struttura e sostanza a argomenti a un tempo pesantissimi e leggerissimi. Perché il mondo contemporaneo, dice Giddens, è dominato e permeato da cinque dilemmi: la globalizzazione, il nuovo individualismo, il binomio destra/sinistra, il ruolo della politica, il tema ecologico. Questi cinque dilemmi (che YEconomist naturalmente fa a pezzi: «perché cinque e non quattordici, o altri cinque dilemmi differenti?») interagiscono intensificando a dismisura il loro effetto: la globalizzazione attacca lo Stato-nazione e plasma il nuovo individualismo, che mina la solidarietà meccanizzata del welfare, mentre si profilano aree di rischio come quello ambientale, su cui l'individuo non può nulla, gli Statinazione possono poco, e rispetto al quale la contrapposizione destra-sinistra finisce per rivelarsi irrilevante. Il programma della terza via, ridotto a mi elenco, è una serie di formule che hanno il pregio di irritare qualsiasi mentalità conservatrice, o semplicemente abituata a ragionare in termini fattuali. Che cosa vuole dire «società civile attiva», «nuova economia mista», «nazione cosmopolita»? Sono termini politicamente significativi o solo buoni auspici, wishful thinking progressista, buonismo postmoderno? L'ironia dell'Economist ha fissato l'intollerabile leggerezza dello categorie interpretative di Giddens. Ma forse la critica in questo caso è stata troppo .facile. L'errore del sociologo inglese, semmai, è stato quello di portare le sue dottrine analitiche a livello di un manifesto politico: mettendo insieme in tal modo l'apoditticità del pamphlet e la rarefazione del teorico. Con il risultato di sembrare, alla fine, sicurissimo di sé e irrimediabilmente generico: cioè senza accorgersi che unendo una virtù accademica a un vizio politico non si fa molta strada, neanche sulla terza via. Edmondo Berselli // nuovo libro del sociologo inglese, tra globalizzazione, ecologia e neoindividualismo Un elenco di formule che scatena l'ironia del settimanale liberista: «Sono tesi magistralmente vacue» Tony Blair su un manifesto del New Labour per la campagna elettorale del '97 Romano Prodi e Bill Clinton, uniti nel progetto dell'Ulivo mondiale

Luoghi citati: Cambridge, Italia