«Benzina cara? Non è colpa del greggio» di Marco Zatterin

«Benzina cara? Non è colpa del greggio» Col «fai da te» prezzi a livelli europei. Arriva una nuova super. La crisi? non è un problema «Benzina cara? Non è colpa del greggio» Moroni: l'industria è a posto, la rete non va ancora IL PRESIDENTE DIAGIP PETROLI GENOVA DAL NOSTRO INVIATO La tabella dell'Economist regala all'Italia uno spiacevole posto di testa nella classifica dei Paesi dove la benzina costa più cara. Alfredo Moroni, presidente dell'Agip Petroli, indica col dito la parte più scura dell'istogramma, quella del prelievo fiscale ari oltre il 70%, e sussurra un garbato «non ci posso fare nulla». Poi, però, estrae rial cassetto le «sue» cifre e ritrova il sorriso. L'ultima rilevazione certifica che il prezzo medio netto di un litro di super senza piombo in Europa è di 408 lire, mentre in Italia siamo a 454 e il «Fai da te» del Cane a sei zampe viaggia a quota 416. E' l'effetto della riorganizzazione intrapresa all'interno del gruppo e sulla rete, spiega, il frutto dell'operazione di svecchiamento di un sistema che stava diventando obsoleto. Con la diffusione del self sei-vice, assicura il petroliere, «per la prima volta i listini italiani si sono allineati ai valori europei». «Siamo stati gli apripista» confessa Moroni e, di fatti, l'Agip Petroli è stata la prima azienda a consegnare la lista degli impianti marginali da tagliare e la prima a lanciare la formula del Fai da te rinunciando a regali e gadget. «I manuali di economia insegnano che di solito i grandi non tagliano i prezzi - chiosa il presidente della compagnia targata Eni - e noi l'abbiamo fatto». Dall'avvio del piane» chiusure, le neofuse Agip e Ip ne hanno effettuate 250 su 812 previste nel primo anno indicato dalla legge. E' il mondo che cambia, ammette Moroni. E i vantaggi, precisa, già si vedono. Per tutti. Presidente, è più facile vivere con il petrolio ai minimi? «No, non è un problema o un aiuto particolare. Col greggio ai minimi si vive bene o male, a seconda di come reagisce un prodotto il cui prezzo finale dipende solo relativamente dalla materia prima. Ci sono altri fattori da considerare. Noi il petrolio lo trasformiamo, lo trasportiamo, lo trattiamo e lo distribuiamo capillarmente sino alle stazioni di servizio. Giunti a questo punto, ci troviamo a che fare con una realtà che non ha nulla a che vedere con i prezzi del greggio: è l'inefficienza della struttura commerciale». Come l'affrontate? «Stiamo facendo il possibile per razionalizzare all'interno e abbiamo compiuto progressi che sino a poco tempo fa erano inimmaginabili in termini di efficienza di approvvigionamento, di trasporto, di flessibilità della raffineria. Quando arriviamo alla rete cominciano i problemi. Qui resta parecchio da fare». Si riferisce alle chiusure? «Il processo è ancora lento. La necessità di un intervento di razionalizzazione è accettata da tutti, dalle forze politiche come dai gestori. Tra le dichiarazioni e i risultati c'è però un divario. Ma l'obiettivo resta quello di ridurre le stazioni marginali per portare il volume erogato medio alla dimensione europea». Il vostro piano ha sollevato le accuse di chi sostiene che si distruggono posti di lavoro... «La razionalizzazione del commercio passerà per questa strada, non c'è dubbio. In futuro il livello di servizio resterà grosso modo lo stesso, mentre qualche posto in meno, marginale, ci sarà. Ma non capisco perché si possa ristrutturare sul fronte industriale e non su quello commerciale, dato che entrambi dipendono da nostre responsabilità». Nel 1997 l'Agip Petroli ha investito 160 miliardi alla voce Ambiente. Qual è la strategia? «Siamo impegnati su molti fronti, in primo luogo su quello delle raffinerie che oggi sono considerate le più complete ed avanzate d'Europa». E i prodotti? «Il nostro slogan è che "le benzine non sono tutte uguali". E le benzine continuano a non essere tutte uguali perché stiamo studiando dei carburanti per città, i city-fuel, che anticipano il corso della nuove normativa che si sta scrivendo a livello europeo. C'è bisogno di fare qualcosa sulla benzina cosiddetta piombata dalla quaie viene l'80 per cento dell'inquinamento per il contenuto di piombo e benzolo - e presto ci presenteremo sul mercato con un gasolio e con una benzina a qualità superiore. Probabimente già a partire dell'anno prossimo». Questa risoluzione del Parlamento europeo sulla benzina senza piombo vi crea qualche problema? «No e, anzi, finirà con l'avvantaggiarci perché adesso abbiamo due benzine e produrne una sola signifi¬ ca avere meno serbatoi e attività più concentrate». Parliamo dell'estero. Da luglio siete presenti con forza in Brasile e ora progettate una raffineria nella Cina meridionale. Paura per la crisi? «La costruzione di una raffineria si basa su un programa di previsioni congiunturale di quindici anni. Poi l'impianto dura una vita, quindi non ci si può riferire ad una fase di due o tre anni. Quando si entra in un mercato bisogna pensare in termini di lungo periodo. Vale per il Brasile, dove l'economia non risente tanto delle crisi e in futuro dovrebbe crescere con grande rapidità per i prossimio dieci quindici anni E vale per la Cina che pure ha uno sviluppo di lungo termine prevedibile come straordinario, con tassi di consumi energetici impressionanti: se dovessi criticare il nostro progetto, lo farei per dire che non abbiamo già pensato all'ipotesi di un raddoppio». Marco Zatterin QUANTO LA "VERDE"IN EUROPA RILEVAZIONE PREZZI MEDI Al CONSUMO DELIA SUPER SENZA PIOMBO AL NETTO DELLE IMPOSTE NE! PAESI UE ILlREyL.) AL 21/09/98 Alfredo Moroni, presidente dell'Agip Petroli

Persone citate: Alfredo Moroni, Moroni

Luoghi citati: Brasile, Cina, Delia, Europa, Italia