«Suo figlio è un killer», lei s'uccide

«Suo figlio è un killer», lei s'uccide Si è gettata da un ponte dopo che l'uomo è stato arrestato per l'omicidio di una prostituta «Suo figlio è un killer», lei s'uccide Teramo: dramma di un'anziana TERAMO. Sua madre non saprà mai so il figlio è davvero quell'assassino bestiale che con 25 coltellate ha devastato il corpo di una giovane prostituta ucraina. Si è lanciata nel vuoto da un ponte alto 15 metri. Ha preferito la morte al tormentone di una vicenda giudiziaria che l'avrebbe logorata giorno dopo giorno, in attesa della verità. Il suo unico figlio era stato portato via dai carabinieri domenica scorsa, fortemente indiziato dell'omicidio di Svetlana Koneva, ■ massacrata il 12 settembre scorso con una ferocia inaudita. Il corpo, straziato, era stato trovato all'alba dentro un casolare abbandonato in località Santa Scolastica di Corropoli (Teramo). Ferrina Forte, 61 anni, era una donna senza problemi. In una notte insonne ha rivissuto i fotogrammi di un bimbo che cresce, che si fa ragazzo, poi armatore di un peschereccio e infine marito e padre di famiglia. Angelo, invece, è un mostro assassino. I carabinieri bussano alla porta e glielo dicono: suo figlio è sospettato di omicidio, lo abbiamo portato in carcere. Un pugno nello stomaco. Ferrina aspetta il giorno. Poi sale in sella alla sua bici e pedala per 10 lunghi chilometri prima di arrivare su un cavalcavia che sovrasta la Al4. Dieci chilometri in cui macina ricordi che le ruggiscono dentro, che le sconvolgono la mente. Sul ponte non s'arrende neanche di fronte alla recinzione di protezione alta quasi tre metri. La «scala» in un attimo e il dolore si spegnerà per sempre con quel tonfo sordo sotto la corsia d'emergenza dell'autostrada dove la polizia raccoglierà il suo cadavere. Le indagini sull'omicidio della prostituta erano state secretate dalla procura e la notizia dell'arresto del presunto assassino si è saputa solo ieri, quando il gip del tribunale di Teramo, Ileana Fedele, ha convalidato il fermo di polizia giudiziaria. Il suicidio della donna, fino a ieri, era anch'esso un mistero sul quale gli inquirenti avevano mantenuto un riserbo inconsueto. La doppia verità l'ha resa nota il procuratore Cristoforo Barrasso parlando di un presunto omicida e di un dramma sconvolgente. Angelo Di Silvestre, 38 anni, sposato, padre di due bambine, è accusato di omicidio volontario aggravato. Dal carcero di Teramo nega tutto: «Non sono stato io - ha ripetuto ai magistrati -, non avrei mai potuto fare una cosa del genere. Non ho mai avuto rapporti con prostitute. All'ora del delitto dormivo a casa». Ad incastrarlo ci sono le tracce lasciate dai pneumatici della sua Lancia Thema all'esterno del casolare abbandonato e alcune macchioline di sangue rinvenute sui sedili. Gomme molto rare che tra l'Abruzzo e le Marche vengono vendute solo da un concessionario. Sulle tracce ematiche, già acquisite dai carabinieri del centro investigativo scientifico di Roma, sarà fatta una comparazione con il Dna della vittima. Sarà questa la prova cardine dell'accusa, perché per ora ci sono solo indizi. L'armatore non avrebbe un alibi tra le 3 e le 6 del mattino del 12 settembre, il periodo di tempo a cui si fa risalire il decesso della giovane prostituta. La Lancia Thema, secondo testimonianze raccolte dagli investigatori, non sarebbe stata rimessa in garage il giorno del delitto e Di Silvestre avrebbe trascorso l'intera notte fuori casa, bevendo in numerosi bar della costa teramana. Svetlana Koneva aveva 24 anni. Da mi mese si prostituiva in Abruzzo, sulla strada della Bonifica del Tronto, ai confini tra l'Abruzzo e le Marche. Una vita segnata da un matrimonio fallimen¬ tare e una bambina di pochi anni lasciata in patria con il desiderio di riabbracciarla presto dopo aver messo da parte qualche soldo. E' stata invoce trucidata con 25 coltellate tra cui 13 che le hanno devastato il volto, una al cuore e una al pube. Una violenza inaudita. Un raptus per il procuratore che ha scartato categoricamente l'ipotesi di possibili collegamenti con gli omicidi di altre prostitute avvenuti di recente in regioni limitrofe. Donna Ferrina, come la chiamavano in paese, ad Alba Adriatica, calzava scarpine da ballo quando s'è gettata dal ponte. Voleva sentirsi ancora bambina. Roberto Ettorre Il viadotto sulla A14 dal quale si è lanciata l'anziana donna abruzzese

Persone citate: Cristoforo Barrasso, Donna Ferrina, Ileana Fedele, Roberto Ettorre, Svetlana Koneva