Cicciolinq vince la causa, riavrà il figlio

Cicciolinq vince la causa, riavrà il figlio Roma: la corte d'appello ribalta la sentenza che affidava Ludwig al papà americano Cicciolinq vince la causa, riavrà il figlio E lei annuncia il rientro nel giro degli spettacoli a luci rosse Ci sarà anche un sito Internet dedicato all'ex parlamentare ROMA. Ilona Staller ha vinto la causa con l'ex marito Jeffrey Koons per l'affidamento del piccolo Ludwig. I giudici della sezione famiglia della Corte di appello di Roma, riformando la sentenza di primo grado che affidava il bambino allo scultore americano, hanno deciso che Ludwig debba stare con la madre. La decisione, resa nota dagli avvocati delle parti, è stata prosa nell'ambito di una battaglia legale cominciata quattro anni fa e caratterizzata da reciproche ripicche, ricorsi e controricorsi, querele. I giudici della sezione famiglia hanno dunque riformato la sentenza emessa nello scorso marzo dai giudici del Tribunale civile di Roma che avevano dato ragione a Koons sostenendo l'incapacità della Staller di esercitare sul minore «la funzione educativa di genitore». Gli stessi giudici di secondo grado hanno disposto che il padre di Ludwig possa trascorrere sette giorni al mese con il bambino e un mese e mezzo di vacanze all'anno, sempre in Italia. Al riguardo gli stessi magistrati hanno disposto il divieto di espatrio di Ludwig con il padre. «Sono felicissima - ha detto Ilona Staller -, non sto più nella pelle dalla gioia. Quella della Corte d'Appello è stata una decisione saggia; il bambino è sempre vissuto con me e dal '94 non è più andato negli Stati Uniti. E' la mamma che cura il figlio, lo coccola e lo vizia. Il 29 ottobre Ludwig compirà 6 anni e io ho già prenotato il regalo». «Quando andrò a prendere Ludwig a scuola, parlerò con lui e gli farò capire che non dovrà più temere che il papà lo porti per sempre con lui a New York. Ho sempre cercato di tenerlo fuori da tutto questo, ma il mio ex marito gli parlava spesso della possibilità di andare a vivere per sempre in America con lui ed il bambino soffriva in silenzio solo all'idea di lasciarmi. A sei anni, Ludwig ha ancora bisogno di me». Per il legale della Staller, Alberto Salsano, la sentenza «rende giustizia sia al bambino sia alla madre le cui qualità erano state disconosciute dal giudice di primo grado» ed è stata resa «nello spirito delle indicazioni del professor Giovanni Bollea, uno dei padri della neuropsichiatria infantile, che in questo procedimento aveva sottolineato come dovesse privilegiarsi il rapporto tra madre e fi- glio. Secondo Bollea non poteva essere ignorato l'ambiente in cui il minore è inserito (cioè Roma) e come un distacco del minore da questo potesse essere causa di un trauma». Costernato è l'avvocato Mario Guttieres, legale di Koons, che ricorrerà in Cassazione. «La sentenza di primo grado - ha detto - era ampiamente motivata nell'interesse del minore e si basava sulle risultanze di una consulenza d'ufficio da cui risultava che il padre è il genitore più idoneo a curare il mi¬ nore per la sua crescita e la sua educazione, mentre la madre presenta numerose carenze e il suo rapporto con il figlio presenta caratteristiche di uria relazione viscerale». «La Corte - ha aggiunto Guttieres - non condividendo le risultanze della consulenza, né la sentenza di primo grado, senza spiegare con motivazione logico-giuridica le ragioni del suo dissenso, ha affidato il minore alla madre assumendo un preteso suo adattamento all'ambiente di Roma ignorando com¬ pletamente le risultanze contrarie». Per il legale la sentenza di appello, giudicata contraria al principio di ordine pubblico della Costituzione italiana, «costringe Koons, cittadino americano che svolge la sua attività artistica a New York, a venire in Italia tutti i mesi e, quanto al minore, a non potersi recare presso la casa del padre e quindi a non potere avere rapporti con i familiari paterni residenti in Usa, restando obbligatoriamente chiuso nel territorio italiano». [Ansai llona Staller e l'ex marito Jeffrey Koons