Lesotho, degenera in massacro la pax africana di E. St.

Lesotho, degenera in massacro la pax africana MASERU M Nella capitale ancora saccheggi e scontri tra i ribelli e Forze nazionali di dilesa della Regione Lesotho, degenera in massacro la pax africana Sono già decine i morti dopo l'intervento dei militari di Mandela JOHANNESBURG. Sta degenerando in un sanguinoso disastro quella che doveva essere l'operazione «chirurgica» delle Forze nazionali di difésa sudafricane (Sandf) nel Lesotho, il primo intervento militare, lanciato da martedì mattina alle 5, di Pretoria all'estero dall'insediamento nel 1994 del governo multirazziale del presidente Nelson Mandela. Un portavoce delle Sandf, il maggiore Ben van Zyl, ha reso noto che i combattimenti hanno finora provocato una cinquantina di morti, nove soldati sudafricani ed una quarantina di lesothiani, in gran parte soldati ribelli della «Rovai Lesotho Defence Force» (Ridi). I 600 soldati delle Forze nazionali di difesa sudafricane, affiancati da 300 militari delle Forze di Difesa del Botswana (Bdf), avrebbero finora catturato un centinaio di soldati ribelli nellVOperazione Boleas», lanciata martedi su mandato della Comunità per lo Sviluppo dell'Africa Australe (Sade, organizzazione regionale presieduta dal Sudafrica) e su richiesta di re Letsie III per porre fine ai disordini in atto da settimane a Maseru e nel resto del piccolo regno montuoso circondato dal Sudafrica. I soldati sudafricani stanno distribuendo alla popolazione volantini in cui si spiega che l'operazione mira a impedire che il Paese cada nell'anarchia e a «creare un china di stabilità, legalità e ordine». Molti dei due milioni di abitanti del Lesotho tuttavia giudicano l'intervento come un'invasione e hanno inscenato manifestazioni contro i soldati di Pretoria. Approfittando dei combattimenti e della confusione, oppositori e semplici cittadini poi hanno preso a saccheggiare negozi, uffici ed alberghi, mentre anziani, bambini e stranieri vengono evacuati in Sudafrica. Gli scontri si sarebbero concentrati attorno alla caserma di Makomyane, principale deposito dell'artiglieria lesothiana situato ad Est della capitale, dove i ribelli starebbero opponendo una forte resistenza alla coalizione composta dai militari sudafricani e del Botswana. L'alleanza delle opposizioni contesta i risultati delle elezioni dello scorso 23 maggio, vinti dal Congresso del Lesotho per la Democrazia del premier Pakalitha Mosilisi. E la rivolta dei militari ha fatto seguito a settimane di proteste dell'opposizione che denunciava brogli. Secondo i mezzi di informazione sudafricani, le parti in causa si sono dette disposte ad avviare trattative, ma non è ben chiaro se i principali ministri del Lesotho siano ancora in patria o siano fuggiti. Il Lesotho è indipendente nell'ambito del Commonwealth britannico dal 4 ottobre 1966. Il Paese ha una superficie di 30.355 kmq (quanto Toscana e Umbria) e una popolazione di 2 milioni di abitanti. La religione maggioritaria (oltre l'80 per cento) è quella cristiana. [e. st.]

Persone citate: Nelson Mandela, Ridi