Le sorprese del regresso

Le sorprese del regresso PERSONE Le sorprese del regresso OSI' pure il calcio, adesso, risulta immerso nella solita atmosfera italiana: interrogatori, sospetti, ultimatum, scomparsa di prove, dirigenti che si rifugiano di corsa in automobile sbattendo lo sportello per evitare i giornalisti, che fanno cenno di no con la mano e fuggono via oppure che si lasciano incastrare in mezzo a una selva di microfoni a dire nulla con la faccia sofferente del bugiardo nell'imbarazzo. Se si pensa ai progetti di sottrarre alla Rai la trasmissione delle partite più interessanti e di far tirare fuori soldi per vederle ai tifosi che già pagano il canone e subiscono la pubblicità, ai progetti quattrinai di trasformare uno spettacolo collettivo da sempre consueto in un privilegio costoso, finirà che lo sport più amato diventerà insieme fonte di illegalità e fonte di frustrazione. Un altro segno, soltanto uno. Saremo in Europa, ma anche lasciando da parte criminalità, disfunzioni e disservizi pubblici o la brutta politica, sembrano infatti parecchi i segni d'un nostro regresso civile, culturale, di costume. A esempio? La perdita crescente di autosufficienza economica e di status sociale: in un anno, dal giugno 1997 al giugno 1998, nelle grandi aziende hanno perduto il lavoro altre ventimila persone. La speranza affidata al caso, alla fortuna: il boom delle giocate al Superenalotto e agli altri pubblici giochi d'azzardo, l'inseguimento frenetico delle vincite di miliardi, indicano anche aspettative miracolistiche, una mancanza di fiducia in mezzi e modi diversi per tirare avanti. L'incertezza del diritto, la giustizia impraticabile che muta troppi processi in una soap opera quotidiana senza fine: con testimoni che si contraddicono, deposizioni cervellotiche su incontri e baci proibiti, perizie inattendibili o malfatte e relativa necessità di tardive riesumazioni di cadaveri, spariI zioni di documenti, nastri, I registrazioni, dossier. La devozione religiosa riservata alle figure e ai fatti più arcaici: la liquefazione del sangue di San Gennaro a Napoli vista pure come eventuale indizio dell'innocenza del vescovo che regge la teca, accusato di usura; i commenti della grande folla presente alla veglia anniversaria di Padre Pio, «strano, la scossa di terremoto s'è sentita più o meno proprio all'ora in cui morì Padre Pio», «ho avvertito nell'aria della notte un misterioso profumo...». Il tentativo di promuovere la cultura di massa a unica forma di cultura possibile da parte di istituzioni senza pensiero e senza passato, fiere della propria ignoranza, intolleranti d'ogni critica. Ma forse le sorprese del regresso non sono poi così sorprendenti: forse sono soltanto manifestazioni della povertà. VERGOGNA La vergogna di Clinton, Clinton alla gogna, umiliato, mortificato, sporcificato: e se nel modo in cui i media hanno riferito sulla trasmissione televisiva del video dell'interrogatorio del presidente americano a proposito dell'affare Lewinsky ci fosse una sfumatura di sessuofobia? Alla fine, Clinton non veniva interrogato per aver ucciso né per aver rubato né per aver tradito il suo Paese: la vergogna, nel caso, più che su di lui ricadeva su un sistema giudiziario che consente inquisizioni del genere, su interroganti capaci di avanzare tali minuziosi quesiti ribaldi, su un sistema politico che permette di usare armi simili per liberarsi d'un avversario altrimenti troppo difficile da sconfiggere.

Persone citate: Clinton, Lewinsky, Padre Pio

Luoghi citati: Europa, Napoli