Celli si arrende all'estradizione di Cesare Martinetti

Celli si arrende all'estradizione Rinuncia all'asilo francese. «Torno in Italia per riaprire il processo Ambrosiano» Celli si arrende all'estradizione // suo avvocato ammette: è malato e stanco probabilmente ha un tumore all'intestino MARSIGLIA. Vecchio e malato Licio Gelli si arrende. 0 almeno così sembra. Torna in Italia e rinuncia all'asilo francese che si è rivelato ben poco confortevole e certamente non complice, come parve quindici anni fa all'epoca della prima latitanza del capo della P2 che durò ben più di un anno. Ma Gelli non rinuncia alla sua leggenda e fa sapere tramite l'avvocato che torna in patria con l'obbiettivo di ottenere una revisione del processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano. La corte d'appello di Milano lo ha condannato a dodici anni (e otto sono ancora da scontare) e la Cassazione ha confermato. Sentenza dunque definitiva e processo che può affrontare un iter di revisione solo se saranno presentate ai giudici rilevanti novità. Il fatto nuovo non può che essere Gelli stesso, le sue parole, qualche sua rivelazione che si annuncia e che solo per questo avrà probabilmente l'effetto di mettere in stato di agitazione qualcuno. E' la solita vecchia tattica del messaggio cifrato di cui Gelli è stato «maestro». Comunque sia l'avvocato Michele Gentiloni annunciando la decisione del «commendatore» presa ieri mattina a Marsiglia, fa capire che la battaglia francese è stata data per persa dal suo cliente. «E' ammalato e stanco». Ammalato di che cosa? «Cardiopatia e tumore all'intestino». Chiediamo a Gentiloni: si può dire violando le regole di «privacy»? Risponde l'avvocato: «Diciamo che gli è stata trovata nell'intestino una massa di natura non ancora accertata, ma che probabilmente è un tumore». Ieri mattina Licio Gelli è stato trasferito dal reparto detenuti dell'ospedale Sainte Marguerite, al reparto ospedaliero del carcere di Beaumettes, uno dei più grandi di Francia. Un trasferimento che secondo l'av- vocato anticipava in qualche modo la procedura di traduzione verso l'Italia. Gelli si trova a Marsiglia da una settimana, tradotto da Nizza dove aveva passato i suoi primi sei giorni di detenzione (nel repartino detenuti dell'ospedale Pasteur) dopo l'arresto avvenuto a Cannes. Secondo le autorità francesi (che Gelli ha ringraziato per «le cure ricevute»), lo stato di salute del «commendatore» era però «compatibile» con il trasferimento in carcere, sia pure in un reparto ospedaliero. La durezza delle procedure e delle decisioni ha probabilmente consigliato Gelli a scegliere il ritorno in Italia. Per legge le condanne definitive non possono essere scontate agli arresti domiciliari, ma per ragioni di salute e di età (ha 79 anni), l'ex capo della P2 potrebbe ottenere un «differimento di pena» che gli consentirebbe il ricovero in una clinica o addirittura il ritorno a casa. Deciderà il tribunale di sorveglianza di Firenze. La decisione di Gelli, annunciata dall'avvocato Gentiloni all'uscita dal carcere di Beaumettes, non è ancora stata formalmente presentata né alle autorità italiane, né a quelle francesi. Al momento è ancora in piedi la procedura di estradizione che consiste in un vero processo da celebrare presso la corte d'Appello di Aix-en-Provence. Quando Gelli incontrerà il giudice di Aix, gli confermerà la decisione di non opporsi all'estradizione. A questo punto la richiesta del governo italiano decadrà e Gelli sarà immediatamente traducibile in Italia, quasi sicuramente nel reparto ospedaliero di un carcere. «Scelta dura, ma consapevole», dice l'avvocato Gentiloni che non sa precisare quanto sia condivisa dalla famiglia del Venerabile (i due figli Raffaello e Maurizio, con nuore e nipoti) che gli orbita intorno fin dal momento dell'arresto. Il fronte non è compatto. I figli, soprattutto Maurizio, e i loro avvocati (diversi da quelli del padre) si sono sempre dichiarati contrari al ritorno in Italia del patriarca. E Gentiloni ha precisato che la scelta è stata presa «solo» da Gelli. Intorno al Venerabile le manovre sono numerose e torbide. Da Marsiglia lui ieri ci ha mandato a dire che torna per riaprire il processo Ambrosiano. Attenzione. Cesare Martinetti Per ragioni di salute e di età l'ex Venerabile della Loggia P2 potrebbe ottenere un «differimento di pena»: il ricovero in una clinica o addirittura il ritorno a casa L'ex capo della P2 Licio Gelli Ora è nel reparto ospedaliero del carcere di Marsiglia