parliamone
parliamone parliamone LA tabella dei programmi più visti che pubblichiamo qui sopra può ispirare alcune considerazioni. E una premessa: non si dovrebbe essere schiavi dei dati di ascolto, però i dati, in quanto numeri, sono pur sempre significativi, se ci sforziamo di interpretarli, e non soltanto di subirli. Prima considerazione: il binomio vincente palloni-canzoni è stato ancora una volta vistosamente rispettato. La partita della Nazionale, la prima in cui esordiva l'allenatore Zoff, ha avuto di gran lunga il maggior seguito, ulteriore dimostrazione che la televisione, almeno in Italia, è soprattutto calcio. Poi le canzoni: che in questo caso erano quelle di Lucio Battisti, presentate nell'occasione tragica della sua morte. E qui alle canzoni si aggiungeva la commozione vera di tanti telespettatori ai quali quei brani ricordavano momenti di vita passati, «le joyeux paradis des amours enfantins». Seconda considerazione: il successo dell'«evento», fabbricato nei mesi con la ripetitività, noiosissimo come spettacolo televisivo, ma indicativo come fatto di costume, cioè l'elezione della nuova Miss Italia. Terza considerazione: ci dobbiamo convincere che sono questi gli argomenti che attirano il grande pubblico. Ora, il problema è decidere se la televisione deve essere fatta soltanto per il grande pubblico, o se, soprattutto quella di Stato, dovrebbe anche tutelare le minoranze. Quarta considerazione: tutti i programmi di testa sono andati in onda su Raiuno: che sempre più si configura come la rete ammiraglia dell'intrattenimento e dei grandi numeri, per l'appunto. Se i lettori vogliono criticare qualche programma o dire quello che vorrebbero vedere sul piccolo schermo, possono scrivermi a «La Stampa - In tivù», via Marenco 32, 10126, Torino; al numero di fax 011/6568.131; alla casella di posta elettronica acomazzi(H>tin.it. conAessanraComazzi]
Persone citate: Lucio Battisti, Zoff
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