VOCI DI MONDI LONTANI
VOCI DI MONDI LONTANI VOCI DI MONDI LONTANI «Da un oceano all'altro», seminario sulle letterature dei Paesi emergenti A un oceano all'altro. Le espressioni dell'originalità». E' il titolo del seminario annuale del gruppo di studio delle Culture letterarie dei Paesi anglofoni, francofoni e Iberofoni del C.N.R., che si terrà da giovedì 24 a sabato 26 settembre a Palazzo Barolo, via Delle Orfane 7. I lavori si apriranno il giorno 24 alle ore 15,30. I relatori, studiosi italiani e stranieri provenienti dall'ambiente universitario e membri del gruppo di studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche, diretto dal presidente Sergio Zoppi dell'Università di Torino e coordinato da Giuliano Soria dell'Università di Trieste, affronteranno il tema delle letterature dei Paesi emergenti evidenziando le caratteristiche autoctone di ogni cultura. Sono previsti, tra gli altri, gli interventi del francese Jacques Chevrier, della portoghese Inocència Mata, dello spagnolo José Carlos Rovira, dell'argentina Adriana Crolla e del Ministro della Costa d'Avorio Baernard Zadi Zaourou. Per informazioni telefonare allo 011/812.68.47 oppure allo 011/436.03.11. [t. s.] SEMPRE più spesso, in quest'ultimo quarto di secolo, ci siamo trovati di fronte a scrittori di indubbio interesse e originalità che dai luoghi più lontani e spesso «altri» rispetto all'Europa ci facevano giungere la loro voce. L'esperienza che comunicavano apparteneva ad altri mondi, ad altri contesti, ad altre culture; e spesso conteneva una denuncia o una sfida im- plicita al nostro mondo, alle responsabilità delle antiche potenze europee, allo sfruttamento o ai massacri da esse praticati. Eppure, paradossalmente, quella voce ci giungeva nelle lingue della vecchia Europa, lo spagnolo, il francese, l'inglese, il portoghese, che i colonizzatori avevano esportato e imposte negli altri continenti. Ma, come dice Salman Rushdie, l'indiano di Bombay che è il maggior romanziere vivente di lingua inglese, gli scrittori delle ex colonie hanno scelto la lingua degli antichi colonizzatori, facendola propria, rielaborandola, addomesticandola: l'hanno assunta cornee mezzo della loro espressione letteraria e con essa hanno «risposto» alla vecchia Europa. Il lettore italiano ha da tempo imparato a conoscere o ad apprezzare (da Màrquez in poi) gli scrittori sudamericani di lingua spagnola e portoghese (anche se II Grande Sertao di Guimaraes Rosa non ha ricevuto l'attenzione che merita un capolavoro assoluto). E più di recente gli scrittori africani e antillani di lingua francese (di questi giorni è l'uscita, da Einaudi, del Solibo Magnifique di Patrick Chamoiseau). Per quanto riguarda quelfi di lingua inglese, un po' ha fatto opera di propaganda il Premio Nobel, ricevuto dall'australiano Patrick White, dalla sudafricana Nadine Gordimer (nella foto), dal nigeriano Wole Soyinka. Ma molto ha fatto la prorompente vitalità narrativa di un'ondata di scrittori che si sono imposti per l'originalità e le ricchezza inventiva della loro scrittura: Rushdie su tutti, e poi Amitav Ghosh, V. S. Naipaul, Peter Carey, Margaret Atwood, Anita Desai. E molti altri che qui non c'è spazio per ricordare «ma citiamo almeno quel Londinesi solitari del caraibico Sam Selvon pubblicato di recente negli Oscar Originai). Le tre giornate organizzate dal gruppo nazionale di studio del Cnr, a coronamento di un'attività decennale che ha avuto il suo motore nel centro torinese del Cnr «agganciato» all'Università di Torino, rappresentano un utile momento di riflessione sulle letterature e gli autori che hanno offerto molti dei contributi più originali della produzione letteraria di questa fine secolo. Soprattutto nei Paesi anglosassoni (facendo ricorso all'etichetta di «post-coloniale»), ma m genere in tutti i Paesi europei, questo settore di studi è in pieno sviluppo. L'accademia italiana, per una volta, non è rimasta a guardare, ma ha anzi saputo subito cogliere l'importanza della novità. E nell'ateneo torinese, primo in Italia, esiste un indirizzo, presso la Facoltà di lingue, espressamente dedicato a queste letterature. Giustissimo continuare a studiare Cervantes. Ma anche incominciare a studiare, perché no?, Syl CheneyCoker. Paolo Bertinetti Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere
Luoghi citati: Costa D'avorio, Europa, Italia
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