Storie di Città

Storie di Città Storie di Città OLTI cari saluti da Mantova, città sbrisolona. Sono qui per il Festival della letteratura, complementare al Salone di Torino che è incentrato sui libri mentre questo punta tutto sugli autori. Qui il pubblico paga 6 mila lire per assistere al colloquio con un autore; perciò all'appuntamento arrivano solo i lettori interessati che fanno domande pertinenti o anche curiose e imbarazzanti ma che sempre dimostrano la conoscenza delle opere degli scrittori. I quali sono in genere gentili e rispondono sempre; Carlo Ginzburg ad ogni domanda che gli facevano, prima di rispondere diceva: «La ringrazio per questa domanda». Mai una volta che abbia detto: «Ti venisse un accidente per questa domanda», anche se magari lo pensava. I paragoni sono sempre antipatici ma al Salone del libro di Torino i visitatori, specie il sabato e la domenica, affollano le sale dei convegni non tanto per ascoltare quello che dicono gli oratori ma per riposarsi qualche minuto; cosi ti capita di parlare davanti a file di signore che boccheggiano, dormono o si massaggiano i piedi doloranti. A Mantova con 10 mila lire si poteva anche fare colazione con uno dei cento scrittori presenti; meno male che nessuno ha chiesto di fare colazione con me perché se qualcuno mi parla mentre intingo la fetta biscottata nel cappuccino (inteso come caffelatte non come frate), me lo sbrodolo tutto addosso. Se qualcuno avesse chiesto di far colazione con me avrei dovuto rinunciare a mangiare - cosa per me tecnicamente impossibile - oppure indossare un camicione lungo da testa ai piedi. Nei menu dei ristoranti di Mantova i piatti della cucina tipica sono segnalati da un asterisco e meglio sarebbe se ci fosse una piccola zucca perché è di quello che si tratta: dopo un po' che mangi i piatti con l'asterisco la zucca ti esce dalle orecchie! Se domandi al cameriere che dolci ci sono la risposta è sempre: «La sbrisolona, fatta da noi!». Ma tutti i negozi di Mantova sono pieni di sbrisolone impilate in colonne che arrivano fino al soffitto, anche i negozi di scarpe e di biancheria intima femminile; solo le farmacie sono esentate. Quando esci dalla città trovi delle guardie che controllano i visitatori che devono tornare a casa con minimo una sbrisolona a testa; se non ce l'hai fai dietro front e vai a procurartela, ci sono anche i distributori automatici di sbrisolone. Io mi sono salvato perché la perfetta ed efficiente organizzazione del festival me ne aveva fatta trovare una in albergo. Solo a Mantova, grazie alla bellezza di questa città cir¬ condata dai laghi formati dal Mincio e dalla gentilezza e civiltà dei suoi abitanti, poteva riuscire un festival del genere. Persino le zanzare, prima di pungerti, ti chiedono il permesso. Fa una certa impressione vedere scrittori celebri e osannati come Manuel Vàzquez Montàlban, Daniel Pennac, Stefano Beimi, Andrea Camilleri e tanti altri passeggiare tranquillamente senza essere importunati. Persino Luciano De Crescenzo, che non era fra i cento scrittori invitati, ha sentito il bisogno di venire a Mantova a spese sue, per ricordare a tutti quelli che incontrava che lui, secondo le classifiche del nostro «Tuttolibri», è l'autore più venduto nei primi sei mesi del 1998. Abbiamo poi fatto una colletta per pagargli il viaggio e il soggiorno (e comprargli una sbrisolona). Quello che più impressiona in questo festival è l'atteggiamento delle persone nei riguardi dei loro scrittori prediletti, che è fatto di rispetto e di calore insieme, quasi che gli autori fossero dei piccoli Lari, gli dei domestici degli antichi romani, ai quali si riservava l'angolo di una stanza interna della casa e si offrivano cibi prelibati. Mario Rigoni Stern raccontava che i lettori di passaggio nel Veneto vanno a trovarlo nella sua casa di Asiago e gli portano in dono marmellate, biscotti, barattoli di acciughe. E dire che questa casa non è mica facile da trovare; ci sono andato per la prima volta sabato mattina con un'auto dell'organizzazione per portarlo a Mantova; arrivato ad Asiago, prima devi trovare il campo di aviazione, percorrere tutto il recinto e poi fermarti a chiedere presso il bar Maniero, il cui proprietario, in dialetto strettissimo, ti darà le ultime istruzioni. Ma vale la pena fare tanta fatica, perché Bigoni Stern, questo saggio patriarca che ha appena pubblicato Sentieri sotto la neve, forse il suo libro più bello, ti mostrerà il suo orto là dove poche ore prima i caprioli si erano avventurati a mangiargli i cavoli. Sulla via per Mantova ci farà percorrere una strada che passa dentro un bosco per mostrare il luogo dove c'era la postazione del tenente Carlo Emilio Gadda. Poi nel pomeriggio, nello stupendo Teatro Scientifico opera del Bibiena, incanterà gli ascoltatori con i suoi racconti di guerra, di boschi e di antenati. Di questo breve soggiorno a Mantova il ricordo che mi resta più impresso nella memoria è l'immagine di mio nipote il quale, all'interno della basilica dedicata a Sant'Andrea corre a soffiare sulle candele votive scambiandole per altrettante torte di compleanno, lui che ha l'abitudine di spegnere le candeline anche quando non è il festeggiato. Gambarotta ^^^"^llll mum__fWmsfc^^^Bl

Persone citate: Andrea Camilleri, Bigoni Stern, Carlo Emilio Gadda, Carlo Ginzburg, Daniel Pennac, Gambarotta, Luciano De Crescenzo, Maniero, Mario Rigoni Stern, Stefano Beimi